Category Archives: Carcere – CPR – Migrazioni

Carceri – Sull’omertà di media e istituzioni, tra giochi semantici e repressione

Condividiamo l’analisi di alcune compagne e compagni sulla morte annunciata al carcere della Dozza di Bologna:

Mentre il silenzio è calato sulle rivolte, ieri 2 aprile al carcere della Dozza di Bologna è morto il primo detenuto per covid-19. Aveva 76 anni e come tanti detenuti era affetto da altre patologie. 

Con un tentativo veramente schifoso di autoassoluzione e scarico di responsabilità il Dap si affretta a dire che la persona non era più in carico al carcere bolognese, ma i ‘domiciliari in nosocomio’ venivano concessi mentre la persona versava evidentemente in uno stato già compromesso.
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Virus, morto alla Dozza “conferma le preoccupazioni: basta perdere tempo!”

Antigone: “Tragiche le conseguenze di un contagio in carcere”. L’Associazione Bianca Guidetti Serra e l’Associazione di mutuo soccorso per il diritto di espressione lanciano la campagna “Facciamoli uscire” per sostenere l’opportunità di utilizzare due appartamenti come domicilio per i detenuti che possono beneficiare delle misure alternative.

“Il primo detenuto morto per Covid-19 conferma tutte le nostre preoccupazioni sulle conseguenze tragiche di un contagio all’interno delle carceri. Per questo non si può più perdere tempo. Bisogna subito intervenire per ampliare le insufficienti misure previste nel decreto Cura-Italia. Bisogna mandare agli arresti domiciliari almeno altri 10.000 detenuti tra quelli che hanno un fine pena breve e coloro che soffrono di patologie o hanno età per cui un contagio potrebbe essere fatale”. Così l’associazione Antigone commenta il decesso di un uomo di 76 anni che era ristretto nel carcere di Bologna. Continue reading


Italia – La lotta non si ferma

Dopo le rivolte che il mese scorso hanno infuocato le carceri di tutto il paese al grido di libertà amnistia indulto, e la repressione che ne è seguita, ecco che arrivano notizie dei primi casi di contagio da Coronavirus nelle prigioni.
Dentro le carceri continua la protesta con battiture costanti e rivolte. A Santa Maria Capua Vetere il 6 Aprile dopo che tre detenuti sono stati trovati positivi al coronavirus i prigionieri hanno iniziato una rivolta durata dalla mattina fino a tarda notte, come anche a Secondigliano dove ci sono state battiture e presidi di parenti e solidali fuori dalle mura. Così anche a Poggioreale dove stamattina un gruppo di parenti e solidali si sono assembrate nonostante decreti e divieti, per protestare contro le condizioni all’interno e reclamare ancora una volta libertà e salute per tutti e tutte, bloccando la strada di fronte al carcere. Continue reading


Grecia – Brutali pestaggi nei confronti delle prigioniere rivoltose nel carcere di Thiva

raduzione di un testo da Athens Indimedia sulle violenze subite dalle prigioniere che si sono rivoltate nel carcere di Thiva il 9 aprile

Brutali pestaggi delle prigioniere durante il raid dei reparti antisommossa nelle carceri di Thiva il 9 aprile

Le prigioniere delle carceri di Thiva avevano appena annunciato la loro decisione di continuare la mobilitazione, quando hanno subito il trattamento speciale di una ingente forza di polizia, probabilmente fatta giungere subito dopo lo scoppio della rivolta di ieri. E, come è stato reso noto, le guardie hanno spedito ferite all’ospedale diverse donne. Continue reading


Francia – Proteste e rivolte nei CRA dopo i contagi da Covid-19

I prigionieri dei CRA gridano libertà, facciamo lo stesso!

Traduzione daA bas les Cra

Da ieri sera, i prigionieri del centro di detenzione di Mesnil-Amelot hanno occupato il cortile della prigione per persone senza documenti, sono rimasti insieme per chiedere il loro rilascio, fino a questa mattina quando le guardie li hanno caricati. Sette persone sono state prese in custodia dalla polizia.

Anche nel CRA di Vincennes, dove almeno due prigionieri sono stati sicuramente contagiati dal virus, le persone sono in agitazione e vengono represse. Questa mattina, dopo che un incendio è iniziato in una cella, una persona è stata messa in isolamento e tutti sono stati perquisiti. I migranti privi di documenti rinchiusi nel CRA chiedono il rilascio immediato di tutti. Mentre lo stato prevede di lasciarli morire in queste carceri, ora stanno lottando spalla a spalla per la loro libertà. Continue reading


Grecia – Scioperi della fame e repressione nei lager di Moria e Paranesti

“Siamo qui per morire o per ottenere la libertà”: sciopero della fame nel centro di detenzione ed espulsione di Moria

Traduzione da: Aegean border monitoring

Le persone recluse nel centro di detenzione pre-espulsione di Moria (PRO.KE.KA) a Lesbo sono in sciopero della fame dal 5 aprile 2020. Gli scioperanti della fame chiedono il loro rilascio immediato per evitare le conseguenze disastrose di un focolaio di virus nella prigione. Secondo gli scioperanti, “Tutte le carceri del mondo hanno liberato i prigionieri… abbiamo deciso per libertà o morte”. La polizia responsabile del centro di detenzione ha risposto con derisioni, intimidazioni e violenze. Continue reading


LE CONTRADDIZIONI CHE AFFIORANO: AGGIORNAMENTI DA GRADISCA 08.04.2020

Ancora una volta, nel CPR di Gradisca D’Isonzo, l’intensificarsi del clima di terrore risulta essere l’unica via praticata per tenere sotto controllo la situazione all’interno: nei giorni immediatamente successivi alla pubblicazione delle testimonianze dell’ultimo pestaggio avvenuto all’interno del CPR, a diversi detenuti sono stati requisiti i telefoni, con l’obiettivo di poter individuare i “responsabili” della fuoriuscita delle informazioni. Si tratta di dinamiche già viste tre mesi fa, subito dopo la morte di Vakhtang Enukidze, quando i reclusi tentarono di smentire la narrazione ufficiale, che attribuiva a una “rissa tra detenuti” le cause della morte all’interno della struttura. In quel caso, a tutti i reclusi, molti dei quali avevano raccontato del pestaggio che Vakhtang aveva subito da parte delle guardie del CPR,vennero temporaneamente sottratti i cellulari, mentre la quasi totalità dei testimoni venne rimpatriata, anche verso Paesi dittatoriali come l’Egitto. Il sequestro dei cellulari, in quel caso, fu definito dalla procura come “una bonifica” con lo scopo di favorire le indagini. Continue reading


Covid-19 e regime razziale in Slovacchia: la risposta dello Stato ai rom

La situazione in Slovacchia dopo la diffusione del contagio sta rinsaldando i sentimenti etno-nazionalistici radicalizzando le forme di esclusione nei confronti dei gruppi che vivono già nella marginalità.

In momenti di crisi acuta, come quella di oggi, una tra le prime strategie di un paese è differire della sua pretesa di solidarietà sociale universale, dirigendo le sue energie verso i gruppi sociali a cui dà la priorità ma che di norma non può differenziare. Questa stessa tendenza spesso porta al rinvio del suo impegno nel trattare difficili relazioni sociali, economiche e razziali. In molti stati la natura diversificata e conflittuale della popolazione lascia rapidamente spazio a consolidati sentimenti di etno-nazionalismo. La situazione in Slovacchia dopo la diffusione del nuovo coronavirus ne è un esempio tristemente appropriato. Il paese è stato tra i primi in Europa a chiudere le frontiere, tutte le istituzioni pubbliche e a ridurre al minimo la sua vita sociale ed economica. Continue reading


Migranti in quarantena su nave. Nuovo naufragio tra Malta e Tripoli

NOTA: CON LA SCUSA DEL VIRUS IL GOVERNO ITALIANO INASPRISCE I DECRETI SALVINI, ISTITUISCE PER L’ITALIA LO STATUS DI “PORTO NON SICURO”, CONFINA DELLE PERSONE SU DELLE NAVI IN MARE APERTO PER FARGLI SCONTARE LA QUARANTENA E GIRA LO SGUARDO DALL’ALTRA PARTE, COME DEL RESTO FA IL RESTO DELL’UNIONE EUROPEA, TUTTO QUESTO MENTRE I SOLITI BEN NOTI RAZZISTI COLGONO LA PALLA AL BALZO PER CERCARE ANCORA UNA VOLTA DI DIVIDERE TRA LORO GLI SFRUTTATI E FAR DIMENTICARE LE REALI COLPE DELLA SITUAZIONE CHE STIAMO VIVENDO Continue reading


Dodici morti e un respingimento segreto verso la Libia

COME LE AUTORITÀ MALTESI ED EUROPEE HANNO LASCIATO MORIRE PERSONE IN MARE E RIPORTATO I SUPERSTITI NELL’INFERNO DELLA LIBIA

Dodici persone hanno perso la vita a causa dell’azione e dell’in-azione europee nel Mar Mediterraneo.

Le Autorità di Malta, Italia, Libia, Portogallo e Germania, così come l’agenzia EU Frontex, erano state informate di un gruppo di 55 persone (in seguito si è scoperto essere 63) in mare in difficoltà, ma hanno preferito lasciare che dodici di loro morissero di stenti o affogate, mentre orchestravano il  respingimento forzato dei sopravvissuti in Libia, luogo di guerra, torture, stupri. Continue reading


La scusa Covid-19: omissioni di soccorso nel Mediterraneo centrale diventano la norma

La pandemia di Covid-19 ha permesso agli Stati di attuare misure di emergenza che limitano il diritto e la libertà di movimento, in Europa ed altrove. Mentre alcune misure sembrano giustificate per contenere la diffusione di un virus pericoloso, le autorità Europee hanno utilizzato questa crisi sanitaria per normalizzare la pratica già esistente di non-assistenza in mare. Nel Mediterraneo centrale, le conseguenze sono particolarmente devastanti. Queste misure, attuate con la pretesa di “salvare vite umane”, hanno l’effetto opposto: le persone sono abbandonate al serio pericolo di morire in mare. Sotto il velo della crisi sanitaria, le autorità Europee stanno attuando politiche di frontiera razziste, che rendono gli attraversamenti in mare ancora più pericolosi e mortali. Continue reading


Di virus, contenimento e deportazioni. Un punto sui Cpr

Per le mille difficoltà di questo periodo, che si aggiungono a quelle già esistenti da tempo nel capire cosa accade all’interno del Cpr di corso Brunelleschi, da un po’ di tempo non parlavamo della detenzione amministrativa e della macchina delle espulsioni. Ringraziamo quindi un compagno per il contributo che ci ha inviato, e che vi proponiamo, che tenta di fare il punto sui Cpr ai tempi del Covid-19.

Ogni zona d’Europa è ormai interessata dall’epidemia in corso. Continue reading


Pensare alle prigioni nel momento della pandemia di Coronavirus in Africa

Testo di Marie Morelle, relatrice HDR in Geografia (Università Paris 1 Panthéon Sorbonne, UMR PRODIG, nella delegazione IRD Cameroun presso la Fondazione Paul Ango Ela), Frédéric Le Marcis, professore in antropologia (Ecole normale supérieure, delegato IRD presso il Centro di ricerca e formazione in infettologia della Guinea) e Sylvain Faye, professore in antropologia (Università Cheikh Anta Diop, Sénégal).

da http://libeafrica4.blogs.liberation.fr/2020/04/07/penser-la-prison-lheure-de-la-pandemie-de-coronavirus-en-afrique/

Da alcune settimane, la pandemia di Coronavirus occupa le pagine o le trasmissioni dei media. Continue reading


APPELLO DI ACAD ONLUS SULLA SITUAZIONE DI RIVOLTA NELLE CARCERI ITALIANE

“Con la diffusione del nuovo coronavirus su tutto il territorio nazionale i detenuti chiedono misure alternative al carcere e un’amnistia con violente rivolte in tutto il paese.”
Le ultime 48 ore ad alta tensione su tutto il territorio nazionale hanno visto insorgere rivolte carcerarie in numerosi penitenziari italiani da nord a sud, qui una panoramica quasi completa  con l’aggiunta delle strutture di Prato e Firenze.
A oggi sono 9 i detenuti morti nel carcere di Modena, 2 dichiarati per overdose di metadone, 1 per overdose di benzodiazepine, 1 per infarto, gli altri detenuti sono morti durante il trasferimento ad Alessandria, Verona, Parma e Ascoli, infine altri tre detenuti sono morti in circostanze ancora da accertare durante la rivolta nel carcere di Rieti.
Tali circostanze si verificano sulla scia di una persistente ed endemica “emergenza” che caratterizza il sistema carcerario italiano tale da ritrovarsi costantemente nella carenza di sanità (mancanza di assistenza adeguata per malati e tossicodipendenti), nel sovraffollamento, nella carenza di servizi per bisogni primari. Continue reading


Chi è dentro è dentro

Negli ultimi giorni c’è stato un susseguirsi di dichiarazioni e analisi sulla situazione d’emergenza in cui versano le carceri attualmente dopo che il Covid19 ha iniziato a diffondersi tra i prigionieri, le guardie e il personale che lavora al loro interno. Già questa mole di parole, pronunciate spesso da pezzi grossi delle istituzioni, dà la cifra di quanta preoccupazione aleggi nelle stanze dei governanti, riguardo la possibilità che un’altra ondata di rivolte si scateni dopo quella di alcune settimane fa. Se poi, oltre a svariati magistrati di sorveglianza, sentiamo il Procuratore capo di Trieste, il capo del Csm e addirittura il Presidente della Repubblica  invocare l’amnistia, criticare i provvedimenti del governo perchè troppo blandi nello svuotare le carceri o mostrare una qualche empatia verso le problematiche dei detenuti, il quadro diventa ancora più chiaro. Continue reading