Dalla Lombardia agli USA via base di Aviano, cinque milioni di tamponi in 30 giorni di lockdown

16 dicembre 2020

Cinque milioni di tamponi anti-Covid19 prodotti da un’azienda bresciana e trasportati con voli cargo del Pentagono dalla base NATO di Aviano sino a Memphis, Tennessee, nel periodo compreso tra il 16 marzo e il 16 aprile 2020. Un mese d’inferno per il sistema sanitario di Lombardia e Veneto, migliaia e migliaia di morti per il virus e l’incapacità delle autorità regionali e nazionali nel predisporre misure di prevenzione e tracciamento dei contagi per contrastare l’esplosione della pandemia.

Sino ad oggi si sapeva solo del trasporto manu militari dall’Italia – in pieno lockdown – di un carico di 500.000 kit per i test utili a individuare le persone affette da coronavirus, un’operazione ordinata dai vertici dell’amministrazione Trump e sulla cui più che sospetta legittimità intende indagare la Procura della Repubblica di Brescia dopo l’esposto di una cittadina lombarda e del suo legale (l’avv. Giancarlo Cipolla) e una prima archiviazione dei magistrati di Cremona. Secondo i denuncianti ci sarebbe un nesso tra il ridottissimo numero di tamponi effettuati e la scomparsa di decine di migliaia di cittadini italiani nei primi mesi di pandemia; da qui l’ipotesi di gravi reati (epidemia colposa, omicidio e lesioni colposi, abuso e omissioni di atti d’ufficio) a carico di “persone da individuare”.

Oggi quanto accadde in quei mesi appare ancora più grave. I documenti in nostro possesso e le dichiarazioni ufficiali dei responsabili del Dipartimento della Difesa e di quello della Sanità USA ci consentono infatti di documentare perlomeno nove missioni in trenta giorni dei grandi velivoli da trasporto C-17 Globemaster III di US Air Force sulla rotta Aviano-Memphis, per consegnare alle autorità di Washington non meno di cinque milioni di tamponi prodotti negli stabilimenti della Copan Diagnostics S.p.A. di Brescia.

Per comprendere chi, come e perché diede il via al trasporto dei kit diagnostici è utile riportare il contenuto di un comunicato emesso il 20 marzo dall’ufficio stampa  della Defense Threat Reduction Agency (DTRA), l’agenzia del Pentagono per il contrasto delle armi di distruzione di massa (chimiche, biologiche, radiologiche, nucleari). Nel riferire sul primo volo effettuato da Aviano quattro giorni prima dal 164th Airlift Wing della Tenneesse Air Guard National, la DTRA dichiarava di aver concorso in prima persona al trasferimento negli Stati Uniti di 13 pallet con i kit per il rilevamento del Covid-19. “Questi tamponi sono una componente fondamentale per rispondere all’espansione della pandemia negli USA e migliorare le capacità dei test mediante i drive-in così come annunciato recentemente dal Presidente degli Stati Uniti”, aggiungeva l’ufficio stampa dell’agenzia del Pentagono. “Gli sforzi per coordinare il trasporto sono iniziati il 14 marzo, quando  il Dipartimento della Difesa e il Dipartimento della Salute hanno deciso congiuntamente una missione di trasporto militare per trasferire immediatamente negli Stati Uniti un carico massivo di kit diagnostici anti-Covid19 dalla Copan Diagnostics, una delle maggiori fornitrici di tamponi, con sede a Brescia in Italia”.

“Operando in stretto rapporto con i nostri partner del Dipartimento della Salute e dell’U.S. Transportation Command (USTRANSCOM), noi siamo in grado di costruire un ponte aereo internazionale per consegnare velocemente e in modo sicuro i tamponi negli USA”, proseguiva il comunicato della Defense Threat Reduction Agency. “Il primo trasporto aereo del materiale sanitario costituito da mezzo milione di tamponi è giunto il 17 marzo all’aeroporto internazionale di Memphis, dove ha sede l’hub commerciale della società di spedizioni FeDex, che nella stessa giornata ha poi distribuito i kit in tutto il paese grazie alla partnership pubblico-privato promossa dalla Coronavirus Task Force della Casa Bianca.
Secondo il maggiore dell’Esercito Jeffrey Froude, responsabile del trasporto aereo della missione, DTRA è stata chiamata ad operare per la sua precedente esperienza di coordinamento dei trasporti del vaccino contro l’Ebola dalla Germania agli USA, durante l’epidemia in Congo nel 2019. Come ha aggiunto il maggiore Froude, i nostri team sono in grado di movimentare forniture medico-sanitarie dall’Italia all’America in sole 55 ore. Questa missione ha dimostrato l’agilità e l’impegno della DTRA nel realizzare le missioni essenziali del Pentagono a supporto della nostra Nazione”.

Il 19 marzo 2020, tre giorni dopo il volo sull’Atlantico del C-17 Globemaster di US Air Force, l’Air Mobility Command, il Comando Mobilità Aerea dell’Aeronautica militare USA responsabile di tutti i velivoli da trasporto strategico, rendeva nota la conclusione di un secondo trasferimento di kit diagnostici anti-coronavirus dalla base di Aviano a Memphis. “Oggi l’equipaggio proveniente dalla base aerea di Travis (Fairfield, California) e il 164th Airlift Wing hanno scaricato i tamponi per i test anti-Covid19 nella base aerea della Guardia nazionale di Memphis, Tennessee”, esordiva l’AMC. “Approssimativamente 500.000 tamponi e altre forniture sono stati trasportati in volo dalla base di Aviano all’hub di FedEx, per essere distribuiti alle infrastrutture sanitarie di tutto il paese. La missione segue la prima diretta dall’Air Mobility Command del 16-17 marzo, con cui sono stati trasportati altri 500.000 tamponi a supporto del Dipartimento della Salute, nell’ambito dello sforzo di tutto il governo per combattere la pandemia. I tamponi sono stati prodotti dalla società italiana Copan Diagnostics S.p.A., che continua a produrne sufficienti quantità per soddisfare le richieste italiane e globali. Mentre gli Stati Uniti continuano a comprare questi tamponi, le unità attive dell’AMC, i riservisti e l’Air National Guard sono onorati di trasportare il generoso sostegno del nostro partner italiano per aiutare il popolo americano”. Congiuntamente alla nota, l’Air Mobility Command pubblicava una fotogallery con le operazioni di scarico dei tamponi a Memphis.

Il 19 marzo pure l’US Air Force Medical Service, il servizio medico dell’Aeronautica militare pubblicava una breve notizia con foto dei tamponi giunti da Aviano. Il giorno successivo era invece lo stesso Dipartimento della Salute a spiegare le motivazioni dell’acquisto di milioni di tamponi in Italia e a fornire altri particolari inediti sull’affaire (HHS, DOD coordinate international airlift of COVID-19 supplies, il titolo del comunicato). “Giovedì (si tratta sempre di giorno 19, nda), il Dipartimento di Sanità e Servizi Umani (HHS) e il Dipartimento della Difesa (DOD) hanno coordinato il trasporto aereo internazionale d’emergenza di 500.000 tamponi e kit di campioni utilizzati per i test del Covid-19 in uno sforzo per incrementare i test diagnostici per gli Americani”, esordiva la nota. “Copan Diagnostics S.p.A., con sede in Italia, recentemente ha informato i funzionari governativi USA che non era in grado di effettuare il trasporto dei tamponi e dei kit di campionamento ai propri distributori negli Stati Uniti a causa della chiusura delle frontiere e della cancellazione dei voli in Europa”.

“Riconoscendo che questa società è una delle principali fornitrici dei kit al mercato statunitense e che ciò può creare il rischio di una scarsa disponibilità di queste forniture critiche, il governo USA è intervenuto rapidamente”, aggiungeva il Dipartimento della Salute. “Parecchie agenzie interne all’HHS, inclusi l’Ufficio del vicesegretario per la Preparazione e la Risposta e la Food and Drug Administration (FDA), hanno operato immediatamente in collaborazione con il Dipartimento della Difesa e la Defense Threat Reduction Agency (DTRA), per effettuare un ponte aereo dall’Italia a Memphis, il maggiore hub di FedEx. Quest’ultima ha poi spedito i prodotti a molteplici società diagnostiche statunitensi, a supporto dei test anti-Covid del settore privato. Copan Diagnostics continua a produrre i tamponi in quantità sufficiente per soddisfare i bisogni italiani e vendere all’estero”. In che modo la maggiore autorità sanitaria degli Stati Uniti d’America fosse in grado di conoscere le reali capacità produttive dell’azienda bresciana è difficile da comprendere; ancora più incomprensibile la necessità di doverne assumere quasi il ruolo di portavoce con una propria nota ufficiale.

Il comunicato del Dipartimento di Sanità riserva però qualche altra (amara) sorpresa. “Una consegna militare d’emergenza di 500.000 kit provenienti da un’azienda in Italia che ha forniture sufficienti da poterle vendere fuori dall’Europa è esattamente il modello di cooperazione pubblico-privato e l’approccio dell’intero governo che ha caratterizzato la risposta dell’Amministrazione Trump al Covid-19, ha dichiarato il Segretario dell’HHS Alex Azar”, concludeva il Dipartimento. “Grazie a questo veloce coordinamento tra le agenzie e il settore privato, le società private di diagnostica saranno in grado di fornire test rapidi a centinaia di migliaia di americani”.

Di estremo rilievo anche quanto riferito dai giornalisti Shira Stein ed Anthony Capaccio in un lungo reportage apparso il 20 marzo su Bloomberglaw.com, una piattaforma web privata USA che fornisce informazioni in campo giuridico e legislativo (Air Force Will Fly Swabs From Italy to Boost Testing in the U.S., il titolo). L’articolo riportava in particolare alcune dichiarazioni in materia di lotta anti-Covid di Peter Navarro, consigliere personale di Donald Trump e direttore della politica commerciale e manifatturiera della Casa Bianca, nonché coordinatore delle politiche del Defense Production Act, la legge che regolamenta il sistema di approvvigionamento di sistemi d’armi, apparecchiature, medicinali, ecc. in caso di guerre e pandemie. “Gli Stati Uniti puntano a ricevere ogni settimana circa un milione di tamponi nasali per testare il coronavirus grazie ad una missione in corso dall’Italia, ha dichiarato Peter Navarro. La società produttrice Copan Diagnostics si è impegnata a fornire i tamponi su base continuativa dalla sua facility italiana, e si prevede che altri due carichi giungano negli USA nella tarda sera di giovedì e venerdì (19 e 20 marzo nda), ha aggiunto Navarro”.

Un altro carico di 500.000 tamponi è arrivato giovedì a Memphis, ha riferito il portavoce dell’Air Force Air Mobility Command, colonnello Damien Pickart. Ciò consente di prevenire un bottleneck (letteralmente collo di bottiglia, nda) nella catena di fornitura del protocollo dei test e in tal modo evitare che essi vengano a mancare, ha aggiunto Navarro. I tamponi nasali sono necessari per testare le persone per il coronavirus e in alcune aree del paese si è già registrata una loro scarsità. Molti tamponi nasali sono prodotti in Italia. Il primo carico è giunto il 18 marzo e aveva circa 800.000 tamponi, dei quali 500.000 includevano le fiale di raccolta; l’U.S. Air Force effettuerà ben tre voli la settimana per prendere le forniture dalla base aerea di Aviano, a nord di Venezia nel prossimo futuro”, ha detto Navarro. I tamponi stanno volando con i velivoli dell’Aeronautica militare perché le restrizioni di viaggio in Italia hanno impedito a Copan di trasportare il prodotto”.

“Peter Navarro ha contribuito a spianare la strada alla missione condotta dalla Defense Threat Reduction Agency, attraverso il capo del Defense Department Acquisition, Ellen Lord”, spiegavano i giornalisti di Bloomberglaw.com. “Lord ha autorizzato la missione con il Segretario della Difesa Mark Esper, e il suo staff ha aiutato a coordinarla. Le missioni saranno effettuate dagli equipaggi dell’Air Mobility Command, lo stesso comando che ha gestito il volo iniziale. Il Crisis Battle Staff e l’Operational Planning Team dell’AMC hanno predisposto un servizio 24 ore su 24 per pianificare e realizzare queste missioni”. Data la rilevanza dell’operazione tamponi risulta scarsamente credibile che essa sia stata effettuata senza l’avallo del governo Conte e in particolare dei ministri della difesa, degli affari esteri e della salute. Inoltre sarà compito dei magistrati bresciani comprendere pure perché la lungimiranza dell’amministrazione Trump nel puntare al tracciamento e al tamponamento contro il coronavirus non abbia invece caratterizzato negli stessi mesi le scelte italiane. Perché la Presidenza del Consiglio formalizzi la richiesta di offerta per kit e reagenti per la rilevazione delle infezioni si è dovuto attendere infatti l’11 maggio 2020, tre mesi e mezzo dopo la delibera dello stato di emergenza in Italia.

L’annuncio del consigliere di mister Trump, Paolo Navarro, sui tre trasferimenti settimanali di tamponi dall’Italia agli USA è stato certamente esagerato, pur tuttavia è certo che dal 19 marzo al 2 aprile perlomeno cinque velivoli C-17 Globemaster III di US Air Force hanno attraversato l’Atlantico zeppi di forniture sanitarie prodotte nel bresciano. La mattina del 3 aprile il vicecomandante dell’Air Mobility Command, generale Jon T. Thomas annunciava nel corso di una conferenza stampa che la “settima missione degli equipaggi preposti al trasporto dei tamponi dalla base di Aviano alla base dell’Air National Guard di Memphis si è conclusa la notte scorsa”. “A partire del 16 maggio e sino al 2 aprile – riporta la nota del Comando di US Air Force – i C-17 dell’AMC hanno consegnato 3,5 milioni di tamponi per i test del Covid-19. Missioni aggiuntive sono previste nei prossimi due giorni”.

Fonti del Pentagono hanno poi fornito un’accurata descrizione della missione successiva, l’ottava, conclusasi il 3 aprile. Quello stesso giorno il sergente Chelcee Arnold, addetto stampa del 164th Airlift Wing (lo Stormo della Tenneesse Air Guard National con quartier generale nella città di Memphis), riferiva che il trasporto aveva riguardato “approssimativamente 972.000 tamponi”. “La missione – proseguiva Arnold – ha preso il via originariamente dopo uno stage di due settimane dell’equipaggio del C-17 nella base di Al Udied, Qatar e all’ultimo minuto è stata convertita in una operazione di trasporto anti-Covid19”. Anche stavolta gli ufficiali USA ci tenevano a precisare che i tamponi “sono stati prodotti dall’azienda italiana Copan Diagnostics S.p.A., che continua a produrne sufficienti quantità per soddisfare le richieste italiane e globali”. La notizia sull’ottavo trasporto transoceanico veniva ripresa dal sito web della Guardia Nazionale, da quello del Comando di US Air Force di Aviano e da quello della base aerea interforze di McGuire-Dix-Lakehurst (New Jersey) da cui provenivano alcuni dei militari impiegati nelle operazioni di carico e scarico dei tamponi.

La giornalista Valerie Insinna di Airforcetimes.com ha ricostruito in un articolo del 6 aprile l’itinerario di volo del C-17: decollato l’1 aprile dalla grande base di Al Udeid, il velivolo si è prima recato a Ramstein in Germania e il giorno successivo è giunto ad Aviano. “Esso è rimasto a terra in Italia per appena un’ora, un tempo sufficiente per gli avieri per far rotolare i pallet con i kid dei test avvolti nella plastica all’interno del corpo dell’aereo”, scriveva Insinna. “Poi l’equipaggio è decollato, volando prima alla Pease Air National Guard Base in New Hampshire e atterrare infine a Memphis, giorno 3 aprile. E’ questa l’ottava volta che un equipaggio dell’Aeronautica militare trasporta tamponi anti-Covid19 negli Stati Uniti dopo la prima operazione avvenuta il 16 marzo”.

Il nono trasporto di tamponi da Aviano a Memphis veniva comunicato dal sergente maggiore Emily Beightol-Deyerle del 167th Airlift Wing. “Il 16 aprile 2020 il nostro reparto di volo ha trasportato più di un milione di test anti-Covid dall’Italia agli Stati Uniti. Diciotto pallet hanno riempito il vano di carico del C-17 Globemaster II. La missione denominata in codice Reach 483 è partita sotto la pioggia da Shepherd Field, Martinsburg, West Virginia, intorno alle 8 di sera del 14 aprile. I pallet sono stati scaricati in Tennessee il 16 aprile, un giorno prima di quanto previsto”.

Da allora non sono stati più diffusi comunicati su ulteriori trasferimenti negli USA dei tamponi della Copan Diagnostic di Brescia. Non è possibile sapere dunque se quella del 16 aprile 2020 sia stata l’ultima missione oppure nelle settimane successive il Pentagono abbia scelto di mantenere il massimo riserbo sull’affaire. Quel che è certo è che i contratti dell’azienda bresciana con il Dipartimento della Difesa e con le autorità sanitarie USA sono proseguiti perlomeno sino a quest’estate. In che modo lo vedremo la prossima volta…

 

FONTE: https://antoniomazzeoblog.blogspot.com/2020/12/dalla-lombardia-agli-usa-via-base-di.html

***

Tamponi in fuga. I misteri dei trasporti militari USA dalla base di Aviano a Memphis

14 dicembre 2020

La Procura di Brescia chiede d’indagare sui tamponi anti-Covid inviati dalla base NATO di Aviano agli Stati Uniti d’America. Chi e perché ha autorizzato in Italia i trasferimenti dei kit sanitari in piena pandemia? La ricostruzione della prima missione dei velivoli militari dall’Italia il 16 marzo 2020.  

Epidemia colposa, omicidio e lesioni colposi, abuso e omissioni di atti d’ufficio. Sono i reati ipotizzati dalla Procura generale della Repubblica di Brescia a carico di “persone da individuare” relativamente al trasferimento negli Stati Uniti di oltre 500 mila tamponi anti-Covid 19 prodotti in Italia, effettuato a metà marzo dal Pentagono dalla base militare di Aviano (Pordenone), in piena pandemia da coronavirus e dopo il decreto di lockdown da parte del governo Conte.

Come riportato da Brescia Oggi e da Manuela d’Alessandro di Agi Agenzia Italia, a novembre il procuratore bresciano Guido Rispoli e il pm Rita Anna Emilia Caccamo hanno avocato l’indagine che la procura di Cremona aveva archiviato in estate, su richiesta dell’avvocato Giancarlo Cipolla del Foro di Milano, lo stesso che per conto proprio e in qualità di legale della signora Giovanna Muscetti aveva presentato gli esposti ai giudici cremonesi sull’oscuro affaire dei tamponi dirottati manu militari negli USA. “Nel frattempo però il procuratore di Cremona, Roberto Pellicano, ha presentato un reclamo contro l’avocazione alla Cassazione e in attesa di una risposta dalla Suprema Corte, la Procura di Brescia ha congelato gli accertamenti”, scrive Manuela D’Alessandro. Quella che però adesso si profila come un conflitto tra procure rischia di trasformarsi in una nuova inchiesta bomba sulle (presunte) gravi omissioni ed inefficienze delle autorità pubbliche nell’affrontare e contenere l’emergenza Covid, rischiando altresì di avvelenare le relazioni diplomatiche e militari tra Stati Uniti d’America e Italia, alleati di ferro della NATO.

“Il giorno 16 marzo 2020, in piena epidemia, con stato di emergenza deliberato dal governo il 31 gennaio 2020, dalla base americana di Aviano è partito un aereo carico di mezzo milione di tamponi (kit per la rivelazione del contagio da Covid 19) prodotti dall’azienda bresciana Copan Diagnostics S.p.A. e diretto negli USA (aeroporto di Memphis)”, scrivono i magistrati bresciani nell’atto di avocazione delle indagini. “Il Regolamento di Esecuzione (Ue) 2020/402 del 14 marzo 2020 vincolava, per sei settimane, l’esportazione di dispositivi di protezione individuale all’autorizzazione (preventiva) delle autorità competenti dello Stato membro in cui l’esportatore è stabilito. Inoltre, il d.l. n. 18 del 17 marzo 2020, in materia di misure di contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica, conferiva al Capo del Dipartimento della Protezione Civile e al Commissario Straordinario il potere di disporre la requisizione in uso o in proprietà, tra i vari beni, di presidi sanitari medico-chirurgiche”.

“Da evidenze cliniche valorizzate da autorità sanitarie è emerso un collegamento tra mancata esecuzione del tampone e mancato tempestivo accertamento della patologia da infezione di Covid e difetto di prestazione della cura corretta, con possibile derivazione causale di decessi per polmonite e/o embolia polmonare e arresto cardiocircolatorio nella nota abnorme misura rilevata nei primi mesi del 2020”, prosegue la Procura di Brescia.

“Peraltro, con circolare del Ministero della Salute del 9 marzo 2020, è stato raccomandato di effettuare il tampone per la ricerca del virus SARS COV 2 nei soli casi di pazienti con infezione respiratoria acuta e/o contatto con caso probabile o confermato di Covid-19 nei 14 giorni precedenti l’insorgenza dei sintomi (…) La richiesta di offerta per kit e reagenti per la rilevazione delle infezioni pubblicata sui siti della Presidenza del Consiglio, Ministero della Salute, Protezione Civile e sulla piattaforma degli acquisti del Commissario Straordinario, risale al successivo 11 maggio 2020, diversi mesi dopo la delibera dello stato di emergenza”. Da qui la necessità di riaprire le indagini sulla regolarità dell’acquisto e del trasferimento dei tamponi negli States e sulle eventuali responsabilità delle autorità italiane nella vicenda. “Trattandosi di atti e provvedimenti del Presidente del Consiglio e/o del Ministro competente, deve trovare applicazione l’art. 96 della Costituzione, secondo la procedura stabilita con legge costituzionale”, conclude la Procura della Repubblica di Brescia, prefigurando così l’ipotesi di attivare il Tribunale dei Ministri.

Ma come è potuto accadere che 500.000 tamponi che potevano essere impiegati in Italia venissero dirottati negli Stati Uniti e cosa è davvero successo in quei maledetti giorni di marzo nella base militare di Aviano? I tracciati di ItalMilradar.com, il sito specializzato che monitora quotidianamente i voli militari sull’Italia e il Mediterraneo centrale, nonché l’accesso ai documenti ufficiali del Pentagono e di alcune agenzie militari USA, ci hanno consentito di accertare alcuni dei fatti più rilevanti dell’affaire kit anti-coronavirus.

Secondo ItalMilradar.com, i pallet con i 500.000 tamponi furono caricati nello scalo di Aviano a bordo di un aereo cargo Boeing C-17A “Globemaster III” dell’Aeronautica militare USA; il velivolo è poi decollato alle ore 13.08 di lunedì 16 marzo per dirigersi alla grande base aerea di Ramstein, in Germania (il volo è registrato con il codice 01-0189, denominato RCH911). Il C-17A atterrò a Ramstein alle ore 14.37; poi i pallet con i tamponi furono caricati su un altro USAF C-17A (reg. 01-0191, denominato RCH911) che lasciò la base tedesca alle ore 18.18 dello stesso giorno per poi attraversare l’Atlantico e atterrare nell’aeroporto di Bangor, nello Stato del Maine, il 17 marzo alle 2:22 CET (Central European Time, l’ora di Roma e dell’Europa Centrale). L’aereo militare lasciò Bangor alle 03.52 CET per atterrare infine alle 7.17 nell’aeroporto internazionale di Memphis (Tennessee), dove ha sede l’hub operativo e il quartier generale di FedEx, la grande compagnia di trasporto statunitense che si occupa di spedizioni espresse in tutto il mondo.

Il 18 marzo 2020, sulla propria pagina facebook, l’Air Mobility Command (il Comando Mobilità Aerea di US Air Force responsabile di tutti i velivoli da trasporto strategico e rifornimento in volo, con quartier generale presso la Scott Air Base, Illinois) pubblicava un post sul tortuoso viaggio intercontinentale dei tamponi. “Grazie alle sue componenti attive e ai riservisti e alla Guardia Nazionale Aerea, l’Air Mobility Command è pronto a fare qualsiasi cosa possibile per mitigare gli effetti del Covid-19 ed assicurare le necessarie, continue e rapide operazioni di mobilità globale”, esordiva il Comando militare. “Ieri, nell’ambito dello sforzo di tutto il Governo e del Dipartimento della Salute, l’AMC ha trasportato un carico di 13 pallet contenenti 500.000 tamponi di campionamento Covid-19 a bordo di un C-17 Globemaster III del 164th Airlift Wing dalla base aera di Aviano, Italia, a Memphis, base della Guardia Aerea Nazionale. L’AMC ed i suoi equipaggi sono pronti a supportare le richieste addizionali da parte del Dipartimento della Salute per la consegna delle attrezzature per i test anti-Covid nei prossimi giorni e nelle prossime settimane”. L’Air Mobility Command confermava dunque la provenienza e la quantità del carico e forniva un ulteriore particolare, l’identità del reparto incaricato del trasporto, il 164th Airlift Wing, lo Stormo della Tenneesse Air Guard National con quartier generale nella città di Memphis.

L’arrivo negli USA dei tamponi prodotti a Brescia da Copan Diagnostics S.p.A. era altresì ufficializzato dal responsabile dell’ufficio stampa dell’Aeronautica militare statunitense, Charles Pope, in una nota del 18 marzo 2020, poi pubblicata nel sito ufficiale della base area di Aviano. “Il Capo dello staff dell’Aeronautica, gen. David L. Goldfein, nel corso di un briefing con la stampa presso il quartier generale del Pentagono di Arlington, Virginia, ha spiegato che US Air Force è pronta ad aiutare le altre agenzie contro la pandemia, sia trasportando equipaggiamenti che pazienti contagiati, se necessario”, riportava Pope. “Come esempio, il gen. Goldfein ha evidenziato la consegna questa settimana di 500.000 tamponi con un C-17 Globemaster III dall’Italia al Tennessee. I tamponi sono stati poi caricati in un aereo commerciale e distribuiti in tutto il paese, nei luoghi identificati dal Dipartimento della Salute”.

Ancora la sera di mercoledì 18 marzo, il giornalista Marcus Weisgerber pubblicava sul sito Defenseone.com un lungo articolo (titolo: US Air Force Flew Half a Million Coronavirus Test Swabs From Italy to Tennessee), riportando quanto dichiarato nel corso di una conferenza stampa di qualche ora prima dal portavoce del Pentagono  Jonathan Hoffman e dal generale medico dello staff di US Air Force, Paul Friedrichs. “Hoffman ha confermato il trasporto a bordo di un aereo della National Guard, il 16 marzo, dei tamponi che saranno utilizzati per i test contro il Covid”, riferiva il giornalista. “Ci sono più parti per fare i test, ha spiegato durante il briefing il gen. Paul Friedrichs. Per primo bisogna utilizzare i tamponi per raccogliere i campioni dagli individui che sono testati; poi c’è un liquido che devi mettere sui tamponi. Questo è ciò che compone quello che abbiamo portato dall’Italia. Questi tipi di tamponi sono stati prodotti da compagnie degli Stati Uniti ed estere, egli ha detto. Questo è un grande esempio di come le nazioni stanno lavorando insieme per soddisfare la domanda globale, ha dichiarato Friedrichs”. Nessuna azione unilaterale dell’amministrazione Trump, dunque, ma stretta collaborazione tra le nazioni – Italia e Stati Uniti nel caso dei tamponi partiti da Aviano – secondo il Pentagono.

Defenseone.com rivelò altresì che uno dei membri dell’equipaggio del Boeing C-17 aveva postato il giorno prima una foto su Instagram che ritraeva le operazioni di carico dei pallet con i kit per i test a bordo del velivolo USA e che poi la stessa era stata inspiegabilmente cancellata poco tempo dopo. “Il trasporto dei kit a Memphis consente di poterli distribuire rapidamente in tutto il paese”, concludeva Marcus Weisgerber. “Missioni simili sono previste nei prossimi giorni in modo che i militari possano aumentare il supporto agli sforzi per rispondere alla pandemia”.

Altre indicazioni importanti sulle modalità di collaborazione presente e futura tra Italia e Stati Uniti in tema di forniture tamponi e altro, venivano riportate da Oriana Pawlyk, corrispondente di Military.com, anch’essa presente alla conferenza stampa del Pentagono di mercoledì 18 marzo. “Il generale Paul Friedrichs ha dichiarato che i tamponi rinofaringei giunti dall’Italia saranno utilizzati negli Stati Uniti per testare i pazienti e poi andranno in un laboratorio che ha le apparecchiature adatte ad analizzarli”, riferiva la giornalista. “Friedrichs ha aggiunto che Italia e Stati Uniti stanno cercando di accrescere la fornitura di tamponi, i quali possono essere prodotti solo con fibre sintetiche e aste di plastica per effettuare con successo i test sul virus (…) Un ufficiale delle forze armate da noi intervistato ha poi confermato che sono in programma altre missioni, ancora volando dalla base aerea di Aviano a Memphis, per un’ulteriore distribuzione attraverso il paese da parte di FedEx”.

Quella del 16 marzo era dunque solo la prima operazione di trasporto di tamponi made in Italy dalla base militare di Aviano agli Stati Uniti d’America. Altri aerei di US Air Force avrebbero portato via milioni di kit e questo nonostante l’impressionante numero dei morti da coronavirus che ha colpito negli stessi mesi la Lombardia e altre regioni del nord Italia. Lo scalo friulano, sede del 31st Fight Wing di US Air Force con i suoi cacciabombardieri F-16 a capacità nucleare, è una base NATO sotto il comando e controllo – sulla carta – dell’Aeronautica Militare italiana, che autorizza altresì i decolli e gli atterraggi dei velivoli USA. Possibile che nessuno sia accorto del via vai di pallet con materiale sanitario indispensabile alla lotta anti-Covid in Italia? O forse c’è stato un previo e/o tacito accordo tra il ministero della Difesa italiano e il Pentagono? Se l’autorità giudiziaria bresciana riuscirà ad ottenere il fascicolo d’indagine sui tamponi della Copan Diagnostics, avrà pure il difficile onere di chiarire anche questi misteri.

 

FONTE: https://antoniomazzeoblog.blogspot.com/2020/12/tamponi-in-fuga-i-misteri-dei-trasporti.html


Comments are disabled.