23 settembre 2020 – Secondo i dati trasmessi dall’INAIL, l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, i contagi da Covid-19 sul lavoro sono in crescita. Al 31 agosto, infatti, i casi Covid sui posti di lavoro denunciati all’istituto sono ben 52.209, il 19,4% del totale, con un incremento di 846 unità rispetto al precedente monitoraggio datato 31 luglio. I casi mortali in totale sono stati 303, di cui 27 tra la fine dei mesi luglio e agosto; si parla, purtroppo, di circa un terzo dei decessi denunciati all’INAIL da inizio anno. Sono i tecnici della salute ad essere i più colpiti con il 39,7% dei contagi denunciati, di quest’ultimo dato ben l’83% è composto da infermieri.
Tra i casi mortali di Covid-19 circa un terzo del totale riguarda personale sanitario e socio assistenziale: i tecnici della salute sono circa il 10,3%, i medici il 7,5%, gli operatori socio-sanitari il 5,6%, gli operatori socio assistenziali il 3,6%, così come il personale non qualificato nei servizi sanitari sempre 3,6%, gli specialisti nelle scienze della vita (ad esempio i farmacologi) il 2,4%.
Questa situazione non è accettabile, dietro queste fredde percentuali rilevate dall’INAIL ci sono lavoratori in carne ed ossa che stanno pagando a caro prezzo l’epidemia. Troppo spesso in questi mesi sono state segnalate inadempienze da parte di aziende di vario tipo nelle procedure anti contagio, ma da parte istituzionale ben poco è stato fatto per mettere in sicurezza i lavoratori.
È doppiamente triste notare che, indicati da tutti come eroi nel momento di massimo bisogno del paese, siano proprio i lavoratori della salute a pagare un prezzo altissimo, a causa di strutture e contromisure troppo spesso non adeguate alla situazione.
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A questo indirizzo è consultabile il comunicato dell’INAIL
https://www.inail.it/cs/internet/comunicazione/news-ed-eventi/news/news-denunce-contagi-covid-31-agosto-2020.html
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