Non solo il marsupio della Fondazione Kessler che traccia i contatti dei bambini, sperimentato nel trentino in due colonie estive gestite da cooperative (e di cui abbiamo parlato in questo post). Non si arresta infatti la voglia di aziende hi-tech, centri di ricerca e istituzioni di trovare nuove tecnologie di sorveglianza e monitoraggio dei contatti tra le persone, ora spacciate come soluzione per evitare che i bambini a scuola si possano contagiare tra loro col coronavirus. Ora arrivano anche i “ciondoli” e i “braccialetti hi-tech”. Ovviamente, come sempre in questi casi, si assicura che la privacy e sui dati è garantita, sapendo di mentire. Ma vediamo alcune di queste “proposte”, tratte da notizie di giornali on-line.
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Rientro in classe, il braccialetto vibra se l’alunno sta a meno d’un metro: il dispositivo piace a più d’una scuola
9 agosto 2020
Sembra avere fatto proseliti l’iniziativa del braccialetto hi-tech, messo al polso di alunni e docenti, che vibra e si illumina quando i compagni si avvicinino a meno di un metro, introdotta da una scuola dell’infanzia paritaria di Castellanza, nel Varesotto, in vista del rientro in classe a settembre: anche l’istituto Luzzago, scuola superiore paritaria di Brescia, ha fatto sapere che i suoi allievi torneranno a scuola con braccialetti o ciondoli ‘antiassembramento’.
L’impostazione del dispositivo
Grazie a un accordo con Fidelitas, società che si occupa di servizi di sicurezza, infatti, i ragazzi (ma anche gli insegnanti) saranno dotati di braccialetti o ciondoli che vibrano quando non si rispetta il distanziamento.
Il bracciale speciale – che si aggiunge a strumenti più “tradizionali”, come i banchi distanziati, i gel per igienizzare le mani e l’utilizzo permanente delle mascherine – prevede che una volta impostata la misura di un metro minimo di distanza tra gli alunni i sensori interni al dispositivo emettano delle vibrazioni.
Rimangono le altre disposizioni
In tal modo, emettendo il segnale di “allarme”, il ciondolo va a ravvisare agli alunni il mancato rispetto di una delle disposizioni basilari, il distanziamento fisico, previsto dal Comitato tecnico scientifico, dalle Linee Guida per il rientro a scuola dello scorso 26 giugno, oltre che dal recente Protocollo sulla sicurezza sottoscritto venerdì mattina dal Ministero e dai sindacati rappresentativi, al fine di ridurre al massimo i rischi di trasmissione del Covid-19.
Il semaforo rosso
Sempre nella scuola paritaria Luzzago, nel bresciano, con l’avvio del nuovo anno scolastico è previsto che all’ingresso del bar venga anche collocato un semaforo: si colorerà di verde quando vi sarà spazio per nuovi “clienti”, mentre si illuminerà di rosso quando si raggiungerà la capienza massima consentita.
“La scuola non deve diventare motivo di paura, ma nemmeno una deresponsabilizzazione. Lo scopo è quindi incentivare i ragazzi al rispetto delle regole”, ha dichiarato il dirigente scolastico Giacomo Ferrari.
Attrezzarsi per non tornare alla DaD
“La nostra idea di scuola – ha spiegato al Giornale di Brescia il rettore dell’istituto, padre Luigi Cavagna – si basa soprattutto sulla relazione. per questo, pur avendo colto le opportunità della didattica a distanza, ci siamo attrezzati per garantire a tutti da settembre lezioni in presenza”.
Per questo motivo, proprio per scongiurare il ritorno alla contestata DaD, nella scuola paritaria del bresciano il numero delle aule è passato da 16 a 25, gli orari sono stari rimodulati e si attueranno tutte le disposizioni indicate dal ministero dell’Istruzione.
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Riapertura scuole, arriva il ciondolo anti-Covid: se l’alunno si avvicina a meno di un metro s’illumina, vibra e suona
9 agosto 2020
Dopo il braccialetto hi-tech, da tenere al polso di alunni e docenti, in vista del rientro in classe arriva anche il ciondolo anti-Covid per mantenere il distanziamento minimo di un metro imposto dal Cts in assenza di mascherina: realizzato in Sicilia, il dispositivo può essere indossato dagli studenti, dai più piccoli agli adolescenti, durante le lezioni e a ricreazione con lo scopo di garantire protezione individuale, distanziamento sociale, tracciabilità dei contatti e monitoraggio ambientale.
Avvisa anche l’altro alunno
L’utilizzo del particolare ciondolo è molto semplice, spiegano i produttori: “al superamento della distanza di sicurezza il dispositivo può emettere segnali luminosi, sonori e vibrazioni, secondo le preferenze, in modo da avvisare chi lo indossa della prossimità ad un altro compagno. Allo stesso tempo anche l’altro studente viene avvisato indipendentemente”.
Il particolare device può essere indossato dagli studenti come ciondolo, utilizzato agganciandolo ad un cordoncino come badge/pass, collegato ad una cintura o riposto in una tasca.
Il ciondolo anti Covid è prodotto dall’azienda ‘Volcanic School’, azienda specializzata in sistemi di controllo visivo e dispositivi multi-sensori evoluti per ambiti industriali.
Una versione anche per gli ospedali
Oltre a Volcanic School è stato creato Volcanic Health, pensato con un ulteriore funzione per la salute di chi frequenta o lavora negli ospedali. La salute dei lavoratori e l’operatività degli impianti dipendono anche dall’igiene di aria e ambienti.
“A questo scopo – continuano i produttori . il dispositivo é dotato di appositi sensori capaci di monitorare la qualità dell’aria, mentre l’infrastruttura puó interagire con dispositivi di sanificazione degli ambienti (ozonizzatori, purificatori al plasma, aspiratori, etc.) che si attivano automaticamente al bisogno”.
I dispositivi possono funzionare autonomamente, la realizzazione di una infrastruttura aziendale di rilevazione non è essenziale per le funzionalità di mantenimento delle distanze, al fine di contenere i costi di avvio e ridurre i tempi di implementazione. L’utilizzo di una infrastruttura di hot-spot più o meno diffusi per esempio in ospedale può essere aggiunta, se necessario, in una seconda fase e consente di localizzare con precisione i luoghi nei quali avvengono i contatti o gli eventi/incidenti gestiti dal sistema, senza invadere comunque la privacy dell’utente.
L’utilizzo delle informazioni sensibili
Le informazioni sensibili vengono infatti cifrate e tenute separate dai dati relativi ai contatti ed agli eventi rilevati dal VPD. Questi ultimi vengono raccolti in un database anonimo che in caso di contagio può essere sbloccato e collegato, per i soggetti interessati, a un nominativo. A quel punto è possibile procedere alla ricostruzione minuziosa della catena dei contatti.
È possibile, inoltre, integrare l’infrastruttura con hot- spot intelligenti, dotati di sensori di visione per il conteggio di persone ad esempio in spazi confinati o in ambienti con ricircolo d’aria, dove potrebbe essere necessario limitare o monitorare il numero di persone presenti indipendentemente dal mantenimento o meno della distanza di sicurezza.
“Utile al monitoraggio”
“C’è grande entusiasmo per la proposta innovativa di Volcanic Forge, in grado di accompagnare – ha detto Dario Bruneo, coordinatore del progetto – l’uso dei nuovi dispositivi attraverso una soluzione efficace ed innovativa in tema di prevenzione e tutela della salute pubblica che realizzeranno di fatto una rete capillare ed intelligente, con la quale sarà possibile tenere sotto monitoraggio aree scolastiche e sanitarie, creando ambienti più sicuri”.
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