23, 24 e 25 luglio 2020: Tre giorni di informazione e lotta che hanno visto la riuscita realizzazione di altrettanti punti informativi in giro per la città di Torino, in ordine cronologico presso il mercato di piazza Foroni, nella centralissima via Po, ed infine a porta Palazzo.
A Caselle Torinese – sede del più importante stabilimento dell’Alenia in Piemonte, responsabile della produzione di aerei da guerra – è stato lasciato, al centro di una vicina rotonda, un nuovo segnale stradale di pericolo, con indicazioni su come (non) raggiungere la nota fabbrica di morte. All’Alenia, di proprietà del colosso armiero Leonardo (ex Finmeccanica), sono stati costruiti gli Eurofighter Thypoon, i cacciabombardieri made in Europe, gli AMX, e negli ultimi anni numerosi esemplari d’avanguardia di droni da combattimento, allo scopo di controllare, bombardare, avvelenare territori e uccidere uomini, donne e bambini in ogni dove. L’industria bellica italiana fa affari con chiunque e non si ferma nemmeno nel bel mezzo di una terribile pandemia. I soldi non puzzano di sangue e il made in Italy va a gonfie vele, mentre migliaia di persone subiscono il peso della crisi sociale e sanitaria che come al solito investe i più poveri, i senza casa, i senza reddito, i migranti.
Nel frattempo a moltiplicarsi senza alcun ripensamento sono le già faraoniche spese militari e le missioni delle truppe tricolori all’estero.
Sempre a Caselle, sulla superficie di alcune barriere Jersey di passaggio, hanno inoltre fatto la loro comparsa diverse scritte di stampo antimilitarista, tra cui “Chiudiamo l’Alenia”, “No alle fabbriche d’armi” e “Nostra patria è il mondo intero”, firmate “A” cerchiata.
Il cambiamento di veste dei muri del Politecnico di Torino ha invece sottolineato il ruolo di complicità nei massacri perpetrati nei principali teatri di guerra del globo, ricoperto dalle università che – mentre la salute resta un miraggio e la sanità cade a pezzi a causa dei tagli che si sono susseguiti negli ultimi anni – si ostinano a orientare la ricerca verso il settore bellico, tra cui spicca il medesimo istituto di studi torinese, in assidua collaborazione con le forze armate.
Per contestare la logica del profitto capitalista a danno della salute dei lavoratori e delle lavoratrici, prima, durante e dopo il lockdown, oltre che le politiche di guerra ai poveri e di sfruttamento selvaggio al tempo della crisi, è stato affisso sulla cancellata della sede dell’Unione Industriale a Torino uno striscione che recita “Confindustria assassini”, firmato “A” cerchiata.
Mentre il presidio permanente No Tav ai Mulini di Clarea è sotto assedio e l’attuale governo continua ad accelerare sulla realizzazione delle grandi opere, sopra le mura laterali e sul cancello automatico degli uffici di TELT (Tunnel Euralpin Lyon Turin sas), ovvero la società italo francese incaricata della costruzione della linea ferroviaria Torino-Lione, è comparsa la scritta “Contro il TAV Azione Diretta. TELT devasta e saccheggia” in aggiunta a un macroscopico “No Tav” di colore rosso.
A completare il ricco mosaico segnaliamo un ultimo tassello, dedicato all’urgenza di riprenderci veramente in mano le nostre vite, fuori dalle logiche del mercato e fuori dall’istituito, dall’esclusivo interesse di padroni e governanti, dalla speculazione e dal centralismo burocratico, perseguendo un controllo diretto, orizzontale e dal basso dei servizi sociali fondamentali e sulla produzione/distribuzione. Una scritta emblematica che più nello specifico recita “Non deleghiamo a Stato e Capitale la nostra salute” firmata “FAI”, è ora in bella vista su uno dei tanti muri che ci forniscono una testimonianza inequivocabile di quel che di interessante si muove nella nostra città.
Oggi più che mai è importante ribadire l’importanza di mettere ulteriormente i bastoni tra le ruote a una macchina infernale basata su logiche criminali di sfruttamento e oppressione strutturale e sistemica. Oggi più che mai urge rimboccarsi le maniche, organizzarsi e lottare per un mondo di liber* ed egual*.
CONTRO LO STATO E IL PADRONE
AZIONE DIRETTA! AUTOGESTIONE!
Di seguito alcuni stralci del volantino distribuito dai compagni e dalle compagne della Federazione Anarchica Torinese in queste calde giornate estive:
“Come prima, peggio di prima
Il governo aumenta la spesa di guerra, finanzia la diplomazia in armi dell’Eni in Africa, accelera sul Tav e le altre grandi opere.
Le spese militari in Italia crescono da anni, così come i tagli alla sanità. Per chi se le può permettere ci sono le cliniche private, la prevenzione, le cure. Per gli altri la vita è diventata un terno al lotto.
Ma a decidere non è mai il destino. Decidono i governi. Loro hanno scelto come spendere il denaro sottratto alle nostre buste paga.
Nel 2020 sono stati stanziati circa 26,3 miliardi in spese militari, un miliardo e mezzo in più rispetto al 2019. Calcolate quanti posti letto, quanti ospedali, quanti tamponi, quanta ricerca si potrebbe finanziare con questi 26 miliardi e rotti di euro. Avrete la misura della criminalità di questo e di tutti i governi di questi anni.
L’Italia è il secondo paese al mondo per numero di missioni all’estero: se sovrapponete mappa delle avventure militari con quella degli impianti e interessi dell’ENI scoprirete molte non casuali “coincidenze”.
I militari italiani fanno sei mesi in Iraq, Libano, Niger, Golfo di Guinea e sei mesi per le strade delle nostre città. Guerra interna e guerra esterna sono due facce della stessa medaglia.
I militari, promossi a poliziotti durante la pandemia, sono nelle nostre strade per affiancare le altre forze dell’ordine nella repressione di ogni insorgenza sociale.
Sono per le strade di Aurora e Barriera, quartieri dove la povertà, la precarietà, la difficoltà a mettere qualcosa in tavola, a pagare i fitti e le bollette, già forte, è aumentata durante il lockdown.
La crisi post Covid che ha colpito la maggior parte dei paesi europei rischia di deflagrare in una crisi sociale dalle conseguenze imprevedibili.
In questi mesi si sono allungate le file di poveri, senza casa, senza reddito, precari. In Italia ad ottobre finisce la cassa integrazione e molti altri potrebbero perdere il posto.
I soldi dell’UE non serviranno a tutelare la nostra salute, ma sosterranno le industrie, la lobby del cemento e del tondino, la spesa di guerra.
La necessità di circolazione delle merci e delle persone, insita nella logica capitalista, ha imposto la fine del lockdown, ma non la fine dei divieti e della militarizzazione. Anzi.
Il governo si è preso pieni poteri e utilizza strumenti fuori dall’ordinario. Conte ha già annunciato di voler estendere all’autunno la proclamazione dello stato d’emergenza, che rischia di diventare permanente.
Un eventuale altro lockdown potrebbe essere giocato sulla militarizzazione dei posti di lavoro, per impedire scioperi e proteste e, insieme, il divieto ad uscire di casa.
Il governo teme le rivolte. La svolta autoritaria sperimentata durante la prima ondata della pandemia potrebbe aprire le porte ad un’ulteriore stretta disciplinare.
Conte vuole mano libera nella repressione delle lotte, come se non bastassero i tanti dispositivi repressivi costruiti in questi anni per colpire chi si ribella e mettere sotto ricatto poveri e migranti.
I pacchetti sicurezza voluti dal governo giallo-verde, non saranno cancellati da quello giallo-rosa.
I migranti muoiono in mare e nei CPR, lavorano come schiavi nei campi
La salute è sempre di più un lusso che pochi possono pagare.
Per il governo le nostre vite non valgono fuori dalla gabbia del produci, consuma, crepa.
C’è chi non ci sta, chi si ribella ad un destino già scritto, chi vuole riprendersi il futuro.
Sono gli antimilitaristi, che lottano contro le basi militari, le fabbriche d’armi, la militarizzazione dei nostri quartieri. Sono i prigionieri dei CPR che bruciano le celle e scavalcano i muri. Sono gli sfrattati che non si rassegnano alla strada e si prendono le case vuote. Sono i lavoratori che bloccano e occupano magazzini e strade per vivere meglio.
Cambiare la rotta è possibile. Con l’azione diretta, costruendo spazi politici non statali, moltiplicando le esperienze di autogestione.
Le nostre vite non sono merci: creiamo reti di solidarietà e mutuo appoggio!
Lottiamo contro chi ci sfrutta e ci comanda!
Un mondo senza governi, padroni, eserciti è possibile ed urgente.”
Federazione Anarchica Torinese
corso Palermo 46 – riunioni ogni martedì alle 21 (eccetto che per il mese di Agosto –> prevista sospensione temporanea dei regolari appuntamenti settimanali)
Contatti: fai_torino@autistici.org – https://www.facebook.com/senzafrontiere.to/
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FONTE: https://www.umanitanova.org/?p=12611