24 marzo 2020 – Mirko Bisesti scrive ”condivido volentieri questo post” dove si arriva anche a contrapporre ”Gli Alpini che montano Ospedali da Campo” e i partigiani ”non li vedo a darsi da fare”, in un passaggio si fa esplicito riferimento al fascismo e ricorda che ”noi siamo quello che siamo sempre stati” (e pensare che è segretario di un partito che fino a ieri con il Tricolore ci si puliva le pudenda)
TRENTO. Spiace. Spiace ancor di più in questo momento storico, con un’emergenza che attanaglia tutto il Paese e il mondo intero che si aiuta, si scambia medici, si invia mascherine e tute, cerca di condividere terapie e metodi. Spiace perché arriva da un assessore alla cultura, dall’assessore alla cultura e all’istruzione della Provincia autonoma di Trento quello che dovrebbe dare una direzione al mondo della scuola e della cultura trentina. E invece via di retorica, di ammiccamenti a mondi al limite del reazionario, quelli che, come scrive lui stesso, nel suo post, ”sventolavamo con orgoglio la nostra bandiera, che ci mettevamo la mano sul cuore appena partiva l’Inno, che applaudivamo ai Reparti che orgogliosi sfilavano in via dei Fori Imperiali… Noi eravamo Fascisti!!!”.
Mirko Bisesti nel momento in cui ci si continua a ripetere, come fosse un mantra, niente polemiche, dobbiamo stare uniti, prima sconfiggiamo il mostro che sta mietendo vittime e mettendo al collasso gli ospedali, sceglie di dividere, con-dividendo un post da gruppettaro di estrema destra con anche scritto ”noi siamo quelli che siamo sempre stati” (e pensare che è segretario provinciale di un partito che fino a ieri si chiamava Lega Nord un partito che voleva la secessione dall’Italia, che si era creato la sua nazionale di calcio, che disprezzava l’Inno di Mameli e non lo riconosceva, che con il ”Tricolore” ci si puliva le pudenda e che Roma la chiamava Ladrona). Lo ha condiviso con queste parole: ”Condivido volentieri questo post, mai come oggi è importante dire grazie a chi purtroppo, troppo spesso in Italia, è stato oggetto di astio e di odio”.
Ora da un’assessore all’istruzione e alla cultura provinciale ci si aspetta che capisca quel che condivide, che non lo faccia per sbaglio, perché si è limitato a leggere solo le prime righe che comunque potevano già bastare a comprendere dove andava a parare quella robaccia. E allora se lo condivide, ne condivide il contenuto? E’ roba di cultura? C’è qualcosa di istruttivo? Vedremo come si spiegherà. Intanto lo pubblichiamo integralmente: un mix di bufale e di contrapposizioni che non sono degne di una figura istituzionale che arriva addirittura a mettere in contrasto gli Alpini (che ”montano gli ospedali da campo”) e i partigiani (”non vedo partigiani o sardine a darsi da fare…”) dimenticando che molti dei primi sono stati anche secondi e che quelli che lo furono oggi hanno minimo 90 anni (se nel ’45 erano poco più di 15enni). QUI le reazioni della politica.