2 giugno 2020
In un paese, il nostro, in cui è presente una sola azienda che produce ventilatori polmonari, ma 231 che fabbricano armi, la retorica della guerra al Covid-19 ha trovato linfa adatta di cui alimentarsi. E, non appena identificato a Codogno il paziente 1 affetto da coronavirus, il linguaggio mainstream è immediatamente entrato in guerra. L’Italia, come tutti gli altri Stati, ha dichiarato “guerra al Covid19”, “nemico” invisibile da combattere, le terapie intensive sono diventate “trincee” dove medici e infermieri lavoravano ininterrottamente, l’approvvigionamento di mascherine è stato trasformato in “economia di guerra”, qualcuno ha paventato che fosse necessario un cambio di mentalità “come in tempi di guerra” e per la fase 3 da più parti si parla di “ricostruzione” e di “dopoguerra” come nelle situazioni post belliche.