Corrispondenza da Gaza e dall’Italia sulla difficile situazione nella Sriscia e in Cisgiordania al tempo del Covid.
FONTE: http://www.ondarossa.info/redazionali/2020/11/gaza-lockdown
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Corrispondenza da Gaza e dall’Italia sulla difficile situazione nella Sriscia e in Cisgiordania al tempo del Covid.
FONTE: http://www.ondarossa.info/redazionali/2020/11/gaza-lockdown
24 luglio 2020.
Le autorità israeliane raso al suolo un centro palestinese per i test Covid-19 che doveva assumere la forma di un controllo mobile nella città di Hebron, nel sud della Cisgiordania occupata. La Cisgiordania sta lottando per contenere la seconda ondata di infezioni da Coronavirus, dopo essere apparsa in grado di scongiurare con successo la pandemia con un rigido contenimento per diverse settimane a marzo.
4 maggio 2020
La pandemia di Covid-19 non è uguale ovunque. In alcuni contesti del mondo il virus si aggiunge ad una situazione difficile preesistente. È il caso della Palestina, dove demolizioni di case, arresti di attivisti, esproprio di terre, espansione degli insediamenti illegali e attacchi alle comunità da parte degli israeliani non si fermano, come denuncia il Coordinamento della Campagna Bds. Non solo: nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania il sistema sanitario palestinese, devastato da decenni di occupazione militare, assedio e distruzione delle infrastrutture, affronta enormi difficoltà nel contenere la pandemia e Israele discrimina tra ebrei israeliani e palestinesi nell’accesso alla prevenzione e alle cure, ostacola il lavoro di medici e infermieri palestinesi e distrugge presidi sanitari.
La diffusione del contagio mette in risalto le forti diseguaglianze sociali presenti nei differenti paesi. Il maggiore impatto del coronavirus sulle comunità palestinesi di Israele e sulle comunità latine e afroamericane negli Stati Uniti ne è una evidente dimostrazione
In un comunicato ufficiale il Centro palestinese per i diritti umani (PCHR) ha affermato di “essere preoccupato per la situazione sanitaria nei Territori occupati, in particolare nella Striscia di Gaza, e per la situazione dei prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane in caso di epidemia di coronavirus”. Preoccupazioni che si uniscono ad un appello da parte dei prigionieri riguardo alle “gravi carenze in materia di prevenzione e contrasto del contagio” da parte dell’amministrazione carceraria di Tel Aviv. “Se l’amministrazione carceraria non prenderà dei provvedimenti seri” afferma il comunicato “le celle di reclusione diventeranno le nostre tombe”.