Nel 1883 l’esercito francese, dopo una campagna militare in Indocina, importò il colera in Europa, seminando morte e terrore nelle città portuali di Tolone e Marsiglia, città in cui erano radicati tanti emigrati italiani che, vivendo in condizioni di miseria, subirono più di altri la violenza del morbo, subendo anche le ritorsioni xenofobe degli abitanti francesi. Il rientro nei confini della neonata Italia segnò anche l’arrivo del colera nel paese e più di tutte ne fece le spese la città di Napoli, la più popolosa di tutta la penisola.
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Gli anarchici contro l’epidemia. Malatesta e la diffusione del colera nel 1884
Nel 1884, il colera che devastò l’Italia causò la morte di migliaia di persone. Nonostante sulla sua testa pendesse una condanna a tre anni di carcere, Errico Malatesta e altri rivoluzionari anarchici si unirono per partecipare a una missione coraggiosa a Napoli – l’epicentro dell’epidemia – e curare coloro che erano stati colpiti dalla malattia. Così facendo, lui e i suoi compagni dimostrarono l’esistenza di un’alternativa alle politiche coercitive statali rilevanti ancor oggi, nell’epoca del COVID-19.
Nel testo che segue è riportata la storia dell’epidemia e dell’intervento di Malatesta, oltre tutte le fonti sulla partecipazione degli anarchici italiani, alcuni delle quali mai tradotte in inglese. Buona parte del background storico è tratto dall’eccellente Naples in the Time of Cholera, 1884-1911 (Napoli al tempo del colera, 1884-1911), di Frank M. Snowden. Grazie a Davide Turcato, editor delle opere complete di Malatesta, al Centre International de Recherches sur l’Anarchisme (Centro internazionale di ricerca sull’anarchismo) di Losanna e agli archivisti e ai bibliotecari radicali di ogni dove che preservano la storia dell’anarchia, permettendoci di imparare dal passato.