Per le note rivolte dei detenuti nelle carceri italiane dello scorso marzo, cioè in pieno lockdown per il coronavirus, stanno ora arrivando le prevedibili misure repressive fatte di rinvii a giudizio e futuri processi.
Lo Stato, non contento di avere ammazzato 14 detenuti durante le proteste ed aver attuato violenze e misure fortemente discriminatorie usate dal DAP, dai direttori e dalle guardie carcerarie durante l’intero lockdown, ora accusa le persone detenute di aver preordinato un “piano criminale”. Ma criminale semmai è stata la scelta politica di lasciare migliaia di persone a lambire e morire in carcere e a contagiarsi l’un l’altro per evitare di varare un qualche provvedimento di indulto.