Le manifestazioni ‘No Mask’ durante l’Influenza Spagnola.

di Niccolò Brighella*

Se pensate che le manifestazioni no mask dei “gilet arancioni” a Milano, contro l’uso delle mascherine, la quarantena e i più disparati complotti globali, sia un’esclusiva della nostra epoca vi sbagliate di grosso. 100 anni fa succedeva lo stesso con l’Influenza Spagnola, a San Francisco.

L’Influenza Spagnola a San Francisco

Quando l’Influenza Spagnola colpì gli USA nel 1918, il Governo dovette attuare misure simili a quelle che abbiamo visto oggi: obbligo delle mascherine e quarantena. Ma una serie di elementi culturali crearono grossi problemi con la popolazione anche allora. Nella città di San Francisco, in particolare, una situazione sanitaria gestibile fu trasformata in catastrofe dalle pressioni delle proteste Anti-Mask.

Gli americani accusavano il Governo di violare i loro diritti e le loro libertà. Gli uomini erano i più difficili da convincere: consideravano la mascherina femminile e non volevano rinunciare a certi comportamenti segno di virilità come sputare, tossire e trascurare l’igiene. Una vastissima campagna pubblicitaria cercò di cambiare la mentalità dell’epoca, vero ostacolo alla prevenzione dell’epidemia.

Le manifestazioni ‘no mask’ del 1918-19

Ma fu più facile contare le vittime che cambiare atteggiamento. La poca fiducia nella scienza, nelle istituzioni e nel governo portarono a manifestazioni contro l’uso delle mascherine. A fine autunno del 1918 la prima ondata della malattia si fece meno intensa e i commercianti chiesero a gran voce, e ottennero, di togliere ogni restrizione. L’Anti-Mask League scese in piazza dichiarando la mascherina poco sana e la disoccupazione, dovuta al ritorno dei soldati dalla Grande Guerra, un problema più urgente dell’epidemia.

E l’Influenza Spagnola tornò a colpire. Il Dr William Hassler, consigliere medico, e il sindaco (la cui moglie si era ammalata), chiesero di reintrodurre le mascherine, ma era ormai tardi. L’epidemia travolse San Francisco, colpì 45.000 cittadini e ne uccise circa 3.200, almeno ufficialmente. La città raggiunse uno dei più alti tassi di mortalità degli USA, dove la malattia uccise 600.000 persone e 50 milioni nel resto del mondo.

«I nemici delle vaccinazioni hanno detto che a Vienna non è scoppiato il vaiolo, ma un’epidemia da vaccino. Ora, anche loro sanno valutare il valore della profilassi, ma la loro prudenza è un po’ esagerata: si prendono il vaiolo per proteggersi dal vaccino»

Karl Krauss

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FONTE* da iStorica

 


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