Bill Gates: accumulazione capitalista e pandemia

“Il processo di produzione capitalistico è sostanzialmente un processo di accumulazione.”

Marx ed Engels, Il Capitale

Dall’Ottocento, secolo in cui è vissuto Marx, molte cose sono cambiate: il mondo della finanza, gli assetti geopolitici, la globalizzazione, la delocalizzazione e lo smembramento del corpo proletario; ma una cosa è rimasta essenzialmente la stessa: il capitalismo come tendenza all’accumulazione e all’accentramento di potere.

Senza girarci troppo intorno, l’esempio parossistico dei mostri che crea questo sistema economico è Bill Gates, attualmente il secondo uomo più ricco del mondo. Come investitore delle maggiori case farmaceutiche, ha nelle sue mani il destino degli stati colpiti duramente dalla pandemia. Non solo: Gates, attraverso la sua fondazione “filantropica”, risulta essere il secondo maggior finanziatore dell’OMS (10% del budget, dietro solo agli Usa che contribuiscono per il 15%), il che significa che un singolo uomo ha più peso di tutti gli stati del mondo (eccetto gli Usa). Se si pensa che con i suoi soldi questo magnate “orienta” l’attività dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, spingendola a suonare l’allarme per una certa patologia piuttosto che un’altra (non è dimostrato, ma tanta filantropia merita certamente di essere ricompensata, se non si vuole perdere il secondo maggior investitore), ecco che troviamo Gates all’inizio e alla fine della catena di accrescimento del capitale.

Marx ed Engels avevano individuato la seguente legge capitalistica: D – M – D’. Il capitalista investe del denaro (stabilimento, macchinari, ecc. -capitale fisso-; materie prime, salari, manutenzione, ecc. -capitale variabile-); produce quindi delle merci (M), che vende sul mercato appropriandosi di una parte del lavoro operaio (plusvalore), ottenendo un capitale maggiore di quello investito (D’). Lo schema che viene riconosciuto oggi per rendere conto del capitalismo finanziario (ad esempio da Canfora) è invece in seguente: D – D’. Lo si può capire facilmente seguendo le trame di Bill Gates: si investe un capitale D nell’OMS e nelle case farmaceutiche; suonano determinati allarmi sanitari (magari lanciati proprio dall’OMS) circa la necessità di vaccini o farmaci specifici; Gates incassa un capitale maggiore D’ dalle vendite di queste merci agli stati. Ecco il meccanismo perverso che mette nelle mani di una sola persona la salute mondiale e, tra gli altri, gli esiti della pandemia da coronavirus.

Non è tutto. Gates ha pubblicamente dichiarato (almeno in una discussione sul sito reddit.com*) che nella lotta al covid è di grande utilità il “tracciamento digitale”. Un’affermazione che ha giustamente acceso un campanello d’allarme: Gates è infatti a capo di un progetto chiamato “ID2020” (facilmente consultabile su internet), che lavora proprio per fornire alle popolazioni del mondo una “identità digitale” a cui associare una serie di informazioni, ad esempio i vaccini sommistrati. Ma nulla, in linea teorica, impedisce che vi possano essere associati o estrapolati altri tipi di dati (ad esempio informazioni su conti e transazioni bancarie), che sarebbero in mano a un privato, accrescendone a dismisura il potere (lo scandalo di Cambridge Analytica impallidirebbe al confronto) e ledendo il fondamentale diritto alla privacy di ogni cittadino. Insomma, col cavallo di troia della salute pubblica, c’è il rischio che le nostre vite si ritrovino presto in un Grande Fratello diretto da un’azienda privata.

ID2020 è un progetto finanziato da Microsoft, Rockefeller e Gavi Vaccine (informazioni pubbliche in chiaro sul sito). La Gavi Vaccine è a sua volta molto vicina a Gates. Infatti, sempre col metodo “filantropico” delle donazioni, il magnate risulta finanziariamente presente in molte delle organizzazioni che partecipano alla Gavi Vaccine: CIFF, Nexleaf Analytics e Shifo sono solo alcuni nomi che presentano il nome del magnate tra i finanziatori. 

Ancora una volta Gates, col metodo delle donazioni, potrebbe “spingere” ong e aziende farmaceutiche a sostenere la necessità di una schedatura digitale della popolazione, simile a quella che si fa per i capi di bestiame, con tutti i pericoli che ne conseguono per le libertà personali (immaginate un oppositore politico in un regime dittatoriale come quello cinese…).

Naturalmente non si vuole condannare la filantropia: la sua stessa esistenza dimostra l’ingiustizia del sistema economico capitalistico ma, se non lo si può cambiare, non c’è niente di male nell’atto temporaneo di condividere per aiutare. Il problema sorge quando, come si è visto, l’azione filantropica è potenzialmente interessata e si è in conflitto di interessi. Se con una mano si finanziano le grandi case farmaceutiche e allo stesso tempo, con l’altra, si elargiscono somme enormi all’OMS, superando quelle di tutti gli stati (eccetto gli Usa), il meccanismo diventa ben poco filantropico e molto capitalistico; per giunta, il progetto d’identità digitale che Gates spinge con la Microsoft e la Gavi Vaccine “per il benessere del mondo” ha tutti i prodromi della peggiore delle distopie. Questo è Bill Gates, il vero volto del capitalismo.

29 maggio 2020

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*https://www.reddit.com/r/Coronavirus/comments/fksnbf/im_bill_gates_cochair_of_the_bill_melinda_gates/

 

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FONTE: https://quarantena.noblogs.org/post/2020/05/29/bill-gates-accumulazione-capitalista-e-pandemia/


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