“RENT STRIKE”, LO SCIOPERO DEGLI AFFITTI AL TEMPO DELLA PANDEMIA: UN APPROFONDIMENTO SUL TEMA

Ritorniamo a parlare dell’Italia dei paradossi portandovi all’attenzione alcuni dati sul tema casa e sulle problematiche sociali già note prima dell’emergenza da Covid-19. Da un lato si continua ad allungare la lista di chi attende una casa popolare o di chi viene sfrattato e finisce per strada, dall’altro lato moltissimi appartamenti di proprietà pubblica non vengono ancora dati in locazione, e milioni (si parla di 7 milioni) di case di privati sono semplicemente vuote, inutilizzate.

La diffusione della povertà è considerata una delle principali emergenze sociali del nostro paese, ancora prima della pandemia, ed è diventata particolarmente acuta dopo la precedente grande crisi economica. Nei dieci anni trascorsi tra il 2008 e il 2018 gli italiani che non fanno pasti adeguati, non riescono a scaldarsi d’inverno e hanno problemi ad acquistare vestiti (la definizione ISTAT di “povertà assoluta“) sono passati da 2,5 a 5 milioni. Nel frattempo il reddito medio disponibile per le famiglie è tornato ai livelli degli anni Novanta, mentre accanto a un’occupazione che ha raggiunto i (non eccezionali) record del passato, il numero di ore lavorate è ancora sotto ai livelli precedenti alla crisi (significa che più persone lavorano, ma per meno tempo e con minori stipendi). Insomma, ancora prima dell’emergenza da Coronavirus, la forbice tra ricchi e poveri ha continuato ad allargarsi. 

All’oggi, con un reddito di cittadinanza esclusivo solo per certi soggetti economici che ne hanno diritto, il tema dell’emergenza sociale si è fatto ancora più evidente. Chi a causa dell’emergenza si è trovato senza lavoro, senza reddito o con uno stipendio ridotto, si trova ora a fare i conti con spese, affitti e bollette da dover continuare a pagare. Da qui la nascita del “Rent Strike”uno sciopero internazionale degli affitti dal mese di aprile 2020 e per i successivi, fino a quando non sarà cessata l’emergenza sanitaria e la conseguente emergenza economica.

I movimenti di protesta si sono sviluppati inizialmente in alcune grandi città del mondo, in particolare negli Stati Uniti e la California, con in testa Los Angeles e San Francisco, dove gli affitti hanno tuttora dei costi esorbitanti. La protesta, è poi arrivata in Europa, in particolare in Spagna e Italia, paesi dove l’emergenza da Covid-19 è più mordace.

In Italia, conseguentemente al blocco degli sfratti fino alla fine di giugno varato dal Governo nel decreto del 17 marzo, è arrivata da diverse realtà sociali italiane – supportata da sindacati e associazioni – la proposta di sospendere il pagamento degli affitti per tutte quelle persone che non possono permetterselo. Come interrompere il pagamento del canone d’affitto? Che rischi si corrono e come tutelarsi? Una trasmissione sul tema per rispondere a queste e ad altre domande, con diverse voci dalle realtà italiane che hanno mosso i primi passi per il Rent Strike.

 

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