Il caso: medico rianimatore e runner messo in quarantena: “Ma rispettava le regole”

Appartiene alla categoria più preziosa ( e sotto tensione) in questo momento, del Paese. Non è solo medico e cardiologo, ma è un rianimatore napoletano e lavora in uno degli ospedali di trincea della Campania. Ma il dottor A., chiamiamolo così, non potrà più andare a lavorare per ben due settimane: perché è stato bloccato, denunciato e spedito in quarantena dai carabinieri. Che, nella zona collinare di Napoli, ieri mattina, lo hanno all’istante colto in flagranza tocca sintetizzare così, sebbene possa apparire tragicomico – mentre svolgeva “attività motoria” peraltro da solo e a poca distanza da casa sua. Una circostanza, quest’ultima, che il governo nazionale prevede e la ” nuova legge” del governatore De Luca no.

Così tra tante denunce, si crea agitazione intorno a quel verbale che scotta. «Ecco qua, la frittata è fatta», i commenti che rimbalzavano ieri tra increduli uffici investigativi, quando qualcuno dei sanitari dal presidio ha cominciato a dire: « Ma non possiamo perdere un medico così! ».
Imbarazzo, preoccupazione e molta tensione ieri tra carabinieri e (l’incolpevole) ospedale Vecchio Pellegrini. Nessuno sa come intervenire ora, e come ovviare ad un tale danno. E certo i codici e le doverose procedure di un ricorso al Tar non impediranno di perdere tempo prezioso accanto agli ammalati. E chi pagherà per questo? E quando ?
Una storia dolorosamente emblematica. Fatti che purtroppo ribadiscono l’anomalia campana. E che nulla tolgono alla gravità del momento, né al rigore e al sacrificio delle forze dell’ordine impegnate nei (giusti) controlli. Qui, infatti, non c’entrano le tifoserie per l’esercizio ginnico o per la politica muscolare, attività entrambe rischiose se non si sanno calcolare bene le dosi. Qui non c’entra neanche il narcisismo spinto di chi – con un tesserino professionale in tasca – impiega il tempo vuoto con provocazioni su uno scooter. Qui c’è un professionista, che di mestiere salva vite che, per tenersi in equilibrio, fa ciò che il governo nazionale gli consente: 20 minuti di corsa intorno casa. Ma si torna all’unico punto controverso: ciò che in Italia è compreso e lecito, in Campania è così fuorilegge da levare dalla circolazione un rianimatore per due settimane. «Si sapeva che sarebbe finita così. Un casino in più con cui fare i conti » , scuotono la testa: sia i carabinieri, sia in ospedale.
«Ma perché scusate? Io posso fare attività motoria da solo a distanza breve da casa » , sembra abbia obiettato inutilmente il dottor A. ai militari dell’Arma, perché così indica anche l’ultima e più restrittiva circolare del 20 marzo, del governo.
Ma i carabinieri, per tutta risposta, hanno trascritto sulla denuncia: «Obbligo di quarantena per 14 giorni » , piazzando non solo il numero dell’ordinanza regionale ma perfino un ridondante « a firma del presidente dottor De Luca Vincenzo ». In giorni così drammatici, un frammento che pesa.

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