Covid-19: buoni spesa ai cittadini in difficoltà tra discriminazioni e prassi virtuose

In questi giorni i 7904 comuni italiani stanno organizzando la distribuzione delle risorse dei c.d. “buoni spesa”, fondi stanziati dal Governo e dalla Protezione civile con l’Ordinanza 658 del 29 marzo u.s. per far fronte all’emergenza Covid 19, quale forma di “solidarietà alimentare” ai soggetti più vulnerabili.

ASGI, insieme a decine di altre associazioni, ha lanciato un appello alle amministrazioni locali con il quale ha indicato criteri di giustizia e ragionevolezza per la ripartizione dei contributi, nel rispetto della normativa vigente.

Purtroppo diversi comuni  hanno previsto requisiti discriminatori per l’accesso al beneficio, talora inserendo il limite del permesso di soggiorno CE di lungo periodo (come i Comuni di Ferrara o dell’Aquila), oppure escludendo del tutto gli stranieri (come il Comune di Ventimiglia). Tuttavia, nella maggior parte dei casi a noi segnalati, gli Avvisi contengono il requisito della residenza anagrafica, tagliando comunque fuori una buona parte della popolazione, tra cui i senza fissa dimora (anche italiani!), i richiedenti asilo e gli stranieri irregolari. Una correzione di questi avvisi, che includa anche i dimoranti e domiciliati presso il Comune interessato, andrebbe dunque a vantaggio di italiani e stranieri.

Buone prassi: bonus ai domiciliati e ai senza fissa dimora senza discriminazioni

Tra le tante prassi discriminatorie segnaliamo anche qualche comportamento “virtuoso” nella speranza che possa fungere da esempio per le altre amministrazioni.

Il Comune di Palermo non ha effettuato distinzioni né sulla base della residenza né in base al titolo di soggiorno, inserendo tra i beneficiari anche “i domiciliatari, i senza dimora a carico del Comune, i richiedenti asilo, i titolari di permesso di soggiorno e comunque tutti coloro che si trovino nello stato di necessità definito dal successivo punto 5 e che non risultino residenti in altri comuni.”

Di poco si discosta il Comune di Avellino il quale erogherà  il bonus “a tutte le persone che si trovano sul territorio comunale”, compresi i cittadini che, pur essendo residenti in altro comune sono impossibilitati a tornarvi a causa dell’emergenza.

Anche il Comune di Bologna ha previsto un’ampia platea di beneficiari: distribuirà i buoni spesa a tutti i cittadini residenti o domiciliati nel Comune che abbiano perso (o abbiano sensibilmente ridotto) il lavoro e che non percepiscono ammortizzatori sociali o questi ultimi risultino insufficienti.

Da ultimo segnaliamo che il Comune di Altamura, in provincia di Bari, ha esteso il bonus spesa a chi dimora abitualmente o addirittura chi si trova attualmente presso il Comune e non può allontanarsi, senza prevedere alcuna restrizione legata alla cittadinanza o al titolo di soggiorno.

Chi escludeva ma ha cambiato rotta

I Comuni di Perugia e Corciano avevano inizialmente inserito tra i beneficiari del bonus solamente i cittadini stranieri extra Ue titolari di permesso di soggiorno per lungo periodo.

A seguito dell’intervento dell’ASGI, le amministrazioni locali hanno modificato il modulo della domanda, aggiungendo il riferimento a tutti i permessi di soggiorno. Si veda il modulo del comune di Perugia

Nello stesso senso il Comune di Asti, dopo l’invio di una diffida, ha eliminato il requisito della Carta di soggiorno o del permesso di soggiorno di lungo periodo e ha dato notizia sul proprio sito istituzionale della possibilità di presentare nuove domande con la sola residenza presso il comune.
Tuttavia, resta ferma per tutti e tre i Comuni la residenza anagrafica anche se diversa dall’attuale domicilio o dimora. Il requisito della residenza anagrafica esclude purtroppo i senza fissa dimora che non hanno ottenuto una residenza fittizia e i richiedenti asilo che, nella maggior parte dei Comuni non vengono iscritti all’anagrafe pur avendo diritto di accedere ai servizi erogati sul territorio ai sensi dell’art. 5 co. 5 d.lgs 142/2015.

Di segno assolutamente positivo è invece la condotta del Comune di Riva presso Chieri che aveva inizialmente ristretto la platea dei beneficiari ai titolari di Carta di soggiorno o permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo ma, a seguito dell’intervento dell’ASGI, ha modificato l’avviso inserendo anche “tutti i cittadini extra UE bisognosi dimoranti nel comune.”

Le azioni in corso

ASGI ha inviato già numerose lettere e diverse sono in fase di preparazione con la richiesta ai Comuni di modificare i requisiti discriminatori.

L’Associazione ha inoltre avviato un’azione in giudizio nei confronti del Comune di Ferrara che, nonostante il tentativo di risoluzione stragiudiziale, si è rifiutato di modificare i requisiti. Il Comune ha ricevuto  697.283,86 euro che ha già erogato a 429 italiani e solo 73 sono stati i beneficiari con cittadinanza extra UE (di cui 10 con carta di soggiorno).

Vi invitiamo a segnalare gli Avvisi Comunali con requisiti restrittivi al servizio antidiscriminazione scrivendo a: antidiscriminazione@asgi.it o chiamando al 3515542008

 

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