Bonaccini ha un’idea moderna: la servitù della gleba?

Bonaccini si è aggiunto alla lunga lista di chi individua nuove categorie di servi della gleba per far marciare l’agricoltura, insieme a Gori, Bellanova e Coldiretti. Per il presidente della regione la soluzione è mandare nei campi le 67mila persone che percepiscono il reddito di cittadinanza in Emilia Romagna “per restituire un po’ quello che prende”.

Nelle parole di Bonaccini e di tutti gli altri non c’è mai neanche una parola dedicata alle condizioni di lavoro nell’agricoltura, che già in tempi normali è un settore dove le norme di sicurezza sono una fantasia e dove muoiono decine di lavoratori ogni anno. Nelle ultime 48 ore in Emilia Romagna sono state sgominate due grosse bande di caporali e l’amministrazione regionale si preoccupa solo di procurare nuova manodopera.

Nella proposta di Bonaccini si legge il disprezzo verso chi percepisce il reddito di cittadinanza che viene dipinto come qualcuno che deve stare al servizio dello stato perché gli sono stati concessi 400 euro al mese. L’amministrazione regionale dovrebbe ragionare perché 67mila persone devono avere accesso al RdC in una regione che vanta di essere uno dei “motori dell’Europa”.

La Regione Emilia Romagna dovrebbe pensare a mettere un minimo di decenza nel suo comparto agricolo, invece di immaginare una “restituzione” del RdC che ha il sapore della servitù della gleba.
Bisogna tornare al collocamento pubblico per controllare un settore dove dilaga il lavoro nero.
Bisogna regolarizzare immediatamente tutti i lavoratori stranieri per avviare un vero percorso di uguaglianza.

FONTE: https://contropiano.org/regionali/emilia-romagna/2020/04/17/bonaccini-ha-unidea-moderna-la-servitu-della-gleba-0126930

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L'immagine può contenere: una o più persone e barba, il seguente testo "WINDTRE 15:32 il reddito di può cominciare ad andare lavorare" campi per raccogliere la frutta la verdura, visto che agricoltori stanno facendo trovare lavoratori stagione raccolta Lo della Regione Emilia romagna Stefano Bonaccini tervenendo un dibattito Bologna Business School. Essendo gran lavoratori stranieri, aziende agricole chiedono come trovare lavoratori che vadano raccogliere nei campi. Visto comparto non fermato producendo, tanto adesso disposizione Centri per l'impiego individuare figure lavoratori vadano fare quel perché più nessuno" ha spiegato infatti Bonaccini, aggiungendo: verrebbe persino prende reddito cittadinanza può cominciare ad andare lavorare restituisce un quello prende' che"

++ BONACCINI VACCI TU NEI CAMPI A LAVORARE A NERO++

Ogni lavoro è dignitoso.
E noi lavoratori di certo non storciamo il naso per andare a raccogliere i pomodori, ma non ne possiamo più di sentirci dire che non abbiamo voglia di lavorare.

Ogni lavoro è dignitoso.
Sono le vostre condizioni di lavoro che sono inaccettabili.
I lavoratori migranti impegnati nella filiera agricola, in attesa di regolarizzazione che contratti hanno?

Hanno contratti?

Lo sfruttamento nei campi è cosa nota e proprio quei campi sono stati negli ultimi anni teatro di lotte di dignità per i tanti lavoratori irregolari costretti a versare sangue e sudore per paghe a cottimo.

Ebbene, volete che qualcuno vi raccolga i pomodori? Benissimo, pagate il giusto compenso orario, assicurate tutte le ore lavorative, date il giorno di riposo e condizioni dignitose, fuori dalle logiche mafiose del caporalato.

Riguardo all’affermazione di Bonaccini inerente il reddito di cittadinanza, per cui ‘chi ne è titolare dovrebbe “restituire” qualcosa che ha ricevuto andando a lavorare nei campi’…ma restituire esattamente a chi? Alla collettività o allo stato identificati con i proprietari della filiera agricola?
La logica di fondo da cui prende le mosse questa affermazione è quella di un’idea di welfare inevitabilmente vincolato all’esecuzione di una prestazione lavorativa, perfettamente in linea con il modello del workfare dei paesi anglosassoni, in cui i disoccupati, e chi non arriva a fine mese perché sfruttato, sono “colpevoli”, perchè ‘a causa delle loro mancanze soggettive non riescono a trovare un occupazione’. Instillando, così, senso di colpa e solitudine, imputando ai singoli lavoratori qualcosa che ha origine, al contrario, negli squilibri prodotti dal mercato.

In questo momento l’urgenza è opposta: abbiamo bisogno di ampliare e mettere in campo ammortizzatori per i migliaia di lavoratori e disoccupati colpiti da questa emergenza, non possiamo sopportare ancora la loro colpevolizzazione.

Mai più sfruttamento stagionale

FONTE: https://www.facebook.com/3090712160983131/photos/a.3104376816283332/3719610544759953/

 


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