Pubblichiamo un comunicato da Berlino in occasione di un’ occupazione di case avvenuta il 29 marzo
“Noi occuperemo…
…finché non dovremo più farlo”, scrivevamo. Abbiamo spesso occupato case a Berlino, molte sono state di nuovo sgomberate. Ma ora la situazione è diversa. In tempi di “crisi”, questa frase può trasformarsi in un appello: “Unitevi a noi, facciamo in modo che succeda ovunque!”
Il Covid-19 si sta diffondendo in sempre più aree del mondo evidenziando che il cosiddetto stato di catastrofe è la regola. Perché laddove gli stati costringono paternalisticamente e rigorosamente a “rimanere a casa”, non tutti ne hanno una. Come se non bastasse, lo stesso stato ha aumentato il numero dei senzatetto sfrattandoli, sta chiudendo tutti i dormitori e anche le mense dove i senzatetto potevano racimolare quantomeno un tozzo di pane, dell’acqua, del sapone. Ma, sempre lo stato, con il suo moralismo contraddittorio, ci esorta patriarcalmente a fare “attenzione all’igiene”
Anche “evitare il contatto sociale” è ciò che i governi ci chiedono di fare. Ma dove dovrebbero rincasare i rifugiati quando sono ammassati nei campi di deportazione e nelle prigioni che si trovano nelle frontiere esterne dell’Europa e nelle periferie in Germania? Oltre a togliere loro ogni diritto umano – come l’asilo, la libertà di movimento e di alloggio – sono stati anche privati della possibilità di una protezione efficace contro il Covid-19.
La catastrofe in questo paese è che nemmeno le ultime macerie che restano di questo sistema sanitario sono accessibili a tutti. È una farsa sociale il fatto che i medici, i paramedici e gli infermieri che hanno dichiarato questo stato di emergenza molto prima della pandemia da Covid-19 siano stati ignorati. E per questo motivo meritano tutta la nostra solidarietà. Presto dovranno decidere, come in Italia, chi può vivere e chi deve morire. Questo di per sé è catastrofico.
La catastrofe si chiama capitalismo. Ed è la regola.
Da giorni affittuari, associazioni sociali e i partiti socialdemocratici chiedono la confisca delle case di vacanza e dei posti liberi per metterli a disposizione dei senzatetto e dei richiedenti asilo. Mentre ambiguamente i governi dichiarano che rimanere a casa e isolarsi è la protezione più efficace contro il coronavirus, la città di Berlino ha creato 350 posti in un ostello della gioventù e un impianto di raffreddamento. Spacciare questa mossa per solidarietà è puro cinismo. Nella situazione attuale, la confisca degli alloggi è un dovere sociale. Ecco perché occuperemo.
Unisciti a noi!
Saluti da Berlino a tutti coloro che stanno lottando!
pubblicato il 31 marzo 2020
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Fonte Round Robin: https://roundrobin.info/2020/03/berlino-la-catastrofe-si-chiama-capitalismo-ed-e-la-regola-un-comunicato-e-un-appello/