“Sembra di stare a Thoiry
sembra di stare allo zoo”.
Quentin40 & Puritano – Thoiry
Molto si è detto e si scriverà della piazza selvaggia di ieri a Milano.
Spesso a sproposito.
Basterebbe leggere la velina della Questura di Milano di questa mattina sui 28 fermati (accusti di danneggiamento e violenza a pubblico ufficiale) a seguito degli scontri per focalizzare meglio le cose. Di questi 13 sono minorenni. 18 gli italiani e 10 i ragazzi di origine straniera. Qualcuno ha qualche piccolo precedente penale.
Già questo servirebbe a sgomberare il campo dall’analisi (da tastiera) dominante su una piazza in mano ai fascisti e alla criminalità.
Ma facciamo parlare qualcuno che c’era e delle dinamiche di strada ne sa parecchio. Questi i dati fondamentali emersi:
-Una piazza giovanissima e incazzata pronta a “fare casino” e “lanciare un grido di rabbia”.
-Tanti ragazzi migranti di seconda generazione.
-Disorganizzazione alle stelle e spontaneismo a palla.
-Tanta voglia di rifarlo.
-I fascisti non si vedevano e se c’erano erano ben cammuffati e ultraminoritari.
Certo, è una piazza distante dalle nostre forme organizzative e addirittura mentali. Una piazza iconoclasta si potrebbe definire, che oggi molti vedono come “marziana”, proprio perché, forse conoscono poco di una certa aggregazione giovanile informale e metropolitana a Milano.
Ma non per questo tutto ciò è da additare al disprezzo e alla gogna (anche giudiziaria)
E anzi, magari chi è di sinistra dovrebbe avere quantomeno la curiosità intellettuale di capire quello che si muove nelle strade, luoghi che evidentemente frequenta poco.
Ma in realtà è la Milano delle piazze e delle compagnie che è scesa in strada. A proposito, per capire, invitiamo a leggere il lucido pezzo di Roberto Maggioni di Radio Popolare che, più di tanti altri, sembra aver capito la vera natura del riot di ieri.
Una dinamica metropolina quindi molto vicina a quella tanto mitizzata delle banlieues parigine o della rivolta di Londra nel 2011.
Sono tanti quelli che verranno messi in ginocchio da questa seconda ondata di Covid soprattutto tra gli invisibili ovvero chi lavora (e sono tantissimi) in nero, chi campa di economia informale e chi è precario. Un mondo privo di parola e rappresentanza che non ha preso e non prenderà manco mezzo euro dal governo.
Da segnalare il comportamento della della Polizia milanese che l’ha gestita in “stile Expo” non facendosi trovare in piazza e per tutto il tragitto (ma osservando da dietro) per poi manifestarsi solo davanti alla Regione a suon di lacrimogeni e di una mezza carica, disperdendo e lentamente inseguendo i manifestanti fino quasi a Buenos Aires.
FONTE: https://milanoinmovimento.com/primo-piano/scontri-a-milano-sembra-di-stare-allo-zoo
