In Iran, il numero di persone prigioniere infette da coronavirus è in aumento. Dato che il carcere è uno spazio chiuso, privo di una corretta alimentazione, con mancanza di adeguate strutture sanitarie e mediche e con un’alta densità di popolazione, l’infezione da Coronavirus minaccia la vita di molte persone prigioniere. Nonostante l’emissione di 2 direttive da parte del capo della magistratura che hanno liberato diversi prigionieri, ai prigionieri politici queste possibilità sono negate. Secondo la magistratura, lo status giuridico di queste persone imprigionate è definito come “detenuto”, comprese le persone che sono state arrestate durante le proteste di novembre. Continue reading
Category Archives: Carcere – CPR – Migrazioni
SCIOPERO DELLA FAME E ARRIVO DEL CORONAVIRUS ALL’INTERNO DEL CPR DI GRADISCA
Aggiornamento rispetto a quanto riportato sotto: i detenuti sono ora al corrente dell’arrivo del virus all’interno del cmpo; i contagiati oggi (26 marzo) riusultano essere 2.
Il veloce evolversi della situazione all’interno del lager di Gradisca ci riporta a stretto giro a dover riportare quanto succede dentro, essendo stato accertato il primo caso di contagio da Coronavirus nel campo. A confermare la notizia il Prefetto di Gorizia Massimo Marchesiello, lo stesso individuo che qualche settimana fa, in merito alle fughe – alcune fortunatamente andate a buon fine – di alcuni internati nell’ex-caserma Polonio, aveva parlato di “allontanamento volontario” da un semplice centro di “detenzione amministrativa”; lo stesso che da subito si era prodigato a dichiarare che Vakhtang Enukidze fosse morto in seguito ad una rissa fra detenuti. Continue reading
CONTRO LA GUERRA, IL FASCISMO, IL NAZIONALISMO E IL RAZZISMO SOLIDARIETÀ CON RIFUGIATI E IMMIGRATI
Comunicato diffuso dalla Commissione Relazioni Internazionali della Federazione Anarchica Italiana.
Siamo nel bel mezzo di un’enorme crisi umanitaria e di una crisi sociale senza precedenti, dal momento che la diffusione della pandemia globale sta rivelando nel modo più evidente la natura criminale dello Stato e del capitalismo. Da un lato, la gran parte della società si trova ad affrontare nuove e ancora più dure forme di sfruttamento e repressione. Dall’altro lato, lo Stato sta difendendo il suo potere e l’accumulazione di ricchezza nelle mani dei padroni, espandendo lo stato di emergenza e privando la società delle risorse necessarie per far fronte a questo disastro. In questa condizione, migliaia di immigrati e rifugiati sono ammassati in campi di concentramento in condizioni di vita terribili, senza alcun mezzo disponibile per proteggersi dalla pandemia. L’imposizione a queste persone dello stato di eccezione porta al loro sterminio. È un crimine capitalista e di Stato. Continue reading
Il Coronavirus attacca 47 Paesi africani: scoppiano rivolte nelle carceri
La pandemia coronavirus ha raggiunto 47 Paesi africani. Lo ha twittato sabato il capo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’etiope Tedros Adhanom Ghebreyesus. E domenica mattina il Centro per la Prevenzione e il Controllo dell’Unione Africana ha reso noto che i contagiati in Africa sono saliti a 4.282, mentre i morti a 49.
Quasi tutti i Paesi del continente hanno preso misure importanti, talvolta draconiane, per contrastare l’espandersi della pandemia. Continue reading
Italia – Nei centri per il rimpatrio nessuna protezione contro il coronavirus
“Gridavamo libertà, libertà”, dice Ylian, con la voce spezzata dalle lacrime, mentre racconta di aver protestato il 18 marzo dietro alle grate del Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di Ponte Galeria a Roma, chiedendo di essere rilasciata, perché teme per la sua salute insieme a una quarantina di donne, rinchiuse da settimane nel Cpr in una situazione di promiscuità mentre fuori la pandemia avanza. Continue reading
Aggiornamenti sulle prigioni francesi
Da una settimana la Francia ha dichiarato uno stato di “guerra sanitaria” con misure di confino forzato e controlli polizieschi rinforzati in strada – soprattutto nei quartieri dove vive la popolazione non bianca, più precaria e sfruttata, a rinforzare la gestione coloniale già in atto in queste aree urbane. Nei luoghi di reclusione, l’arrivo dell’epidemia da Coronavirus ha determinato l’applicazione di restrizioni ancora più dure. Nelle carceri e nei centri di detenzione per persone migranti i colloqui sono stati interrotti da lunedì scorso (16 marzo). Continue reading
Quelli che… buttiamo via la chiave (Speciale carcere)
Parte 1
Quelli che…
La prima domanda che ci si dovrebbe porre per comprendere i perché delle rivolte di marzo avvenute nelle carceri italiane è se tutto questo sarebbe avvenuto senza la pandemia del coronavirus?
C’era una vecchia canzone di Enzo Jannacci che si intitolava “Quelli che…”, veniva utilizzata in tante occasioni e per diversi contesti. A un certo punto, nella traccia del disco del grande Enzo, si sentiva “Quelli che… sono giovani e stanno in galera e non sanno perché… oh yeh… Quelli che… stanno fuori e lo sanno benissimo… oh yeh”. Noi abbiamo voluto usare lo schema dello scomparso cantautore milanese, riteniamo sia efficace anche per capire le cause della rivolta generalizzata avvenuta dietro alle sbarre qualche giorno prima delle idi di marzo. Continue reading
Contro la paura e il controllo scoppia la rivolta nelle carceri italiane
Per ritornare sulla rivolta in corso nelle carceri italiane
Dopo diverse settimane la gestione d’emergenza dell’epidemia di coronavirus si è estesa a tutta l’Italia, partendo dalla creazione di zone rosse sempre più vaste situate sopratutto nel nord. Qui il governo ha testato poco a poco misure sempre più radicali di restrizione della libertà: interdizione di eventi e manifestazioni pubbliche, di manifestazioni religiose e civili (compresi i funerali), chiusura dei cinema, delle palestre e dei supermercati, coprifuoco per i bar, nessun ricovero negli ospedali pubblici salvo che per i casi urgenti, chiusura delle scuole e delle università. Col pretesto di proteggere meglio la popolazione e impedire il contagio, tutte le forme di socialità sono state limitate o completamente vietate per legge. Continue reading
Overdose di stato
[Ora d’aria. I detenuti parlano fra loro]
[Voce dall’altoparlante] “Attenzione! Attenzione! La partita di calcio non verrà trasmessa”
[Detenuto #1] “In nome del popolo italiano” [segue pernacchia collettiva dei detenuti]
[Secondino #1] “Rientrate tutti nelle celle”
[Detenuto #2] “Non date retta a quello. Ci spetta un’altra mezz’ora”
[I secondini chiudono la porta che collega le celle al cortile. Urla dei detenuti e proteste sempre più veementi di quest’ultimi. I secondini si appostano sulle mura che sovrastano il cortile] Continue reading
Militari davanti alle carceri?
Dicono che la situazione nelle carceri non sia ancora pacificata, che la rabbia espressa qualche giorno fa si annida ancora in molte galere, che c’è un concreto rischio di ulteriori devastazioni, sequestri, incendi, fughe. In pochi giorni i detenuti hanno messo in crisi un pezzo del sistema statale, quello che per tutti dovrebbe essere il più “sicuro”, il più controllato e messo in una situazione tale da prevenire proprio questi fatti successi in molte carceri in Italia. Che lo Stato sia incapace di gestire le carceri è un bene e non un male,ma se fino ad ora le sue negligenze sono state un danno verso i detenuti, in questo caso le sue incapacità burocratiche e logistiche hanno fatto sì che i prigionieri siano riusciti a ribellarsi, unirsi e in alcuni casi a guadagnare la fuga. Continue reading
Due metri di distanza e in carcere otto in una stanza
Nei giorni scorsi, com’era prevedibile, tantissime carceri (27 in tutta Italia) sono esplose di rabbia per le misure adottate dal governo, che non tenevano conto delle condizioni di detenuti e detenute.
Una rabbia che viene da lontano, per le condizioni di vita che i/le detenuti/e sono costretti a vivere da molto tempo, con sovraffollamento sempre in crescita e condizioni igieniche e sanitarie molto precarie. In questo contesto già impossibile, mentre il governo stabiliva che per far fronte all’emergenza sanitaria del nuovo coronavirus fossero vietati gli assembramenti, chiuse le scuole e imposta una distanza di almeno un metro tra le persone, non si teneva conto del fatto che detenuti e detenute sono costretti a stare in celle sovraffollate, ammassati uno sull’altro, e costantemente esposti al rischio di contagio per la presenza del personale che entra ed esce dalle prigioni. Continue reading
La situazione in diversi CRA in Francia all’epoca del coronavirus
Mentre la gestione dell’emergenza dell’epidemia di coronavirus si diffonde in tutta la Francia, con l’imposizione dell’isolamento e i controlli di polizia nelle strade, all’interno dei luoghi di prigionia la violenza e la repressione dello Stato si fanno sempre più dure. E a essere toccate più duramente saranno le persone più vulnerabili: quelle che vivono per strada e/o che non hanno documenti. Continue reading
Belgio – Centri di detenzione: la minaccia del virus, la violenza dello Stato e delle rivolte come risposta
Ecco la testimonianza di una persona reclusa a Vottem: Ascolta.
All’ombra della copertura mediatica del coronavirus, le persone detenute nei centres fermé (CPR) si ribellano contro l’amministrazione razzista che li rinchiude e, come logica conseguenza, li abbandona in tempi di pandemia.
Questo articolo cerca di fare un sommario delle resistenze e delle lotte che lo Stato vorrebbe rendere invisibili. La maggior parte delle informazioni raccolte martedì 17 marzo provengono dai detenuti che, come spesso accade, danno l’allarme, oltre che dai solidali e dai loro parenti all’esterno. Continue reading
A Lesbo arriva il virus, paura per i migranti nel campo
Grecia. La notizia ha messo in allarme le organizzazioni umanitarie presenti sull’isola, che temono gli effetti devastanti di una eventuale epidemia in un campo sovraffollato. La tensione a Moria resta altissima, bruciata la scuola di un’ong.
A Lesbo si è registrato il primo caso ufficiale di Coronavirus: si tratta di una greca di 40 anni, impiegata in un negozio di alimentari, che avrebbe visitato Israele ed Egitto lo scorso mese durante un pellegrinaggio. Al momento ricoverata in terapia intensiva all’ospedale del capoluogo Mytilene, la donna ha anche due bambini, che oggi non sono andati a scuola per prudenza. Continue reading
La paura del coronavirus nel campo profughi più grande d’Europa
Moria è il nome dell’hotspot per l’identificazione dei migranti nel cuore dell’isola greca di Lesbo ed è sempre di più simile a una baraccopoli. Si chiama Moria anche la cittadina greca che sorge a pochi chilometri dalla struttura dove sono cominciate le ronde e le rivolte contro i migranti nelle ultime settimane.
Sembra il nome di un luogo biblico, ma è invece il simbolo delle politiche europee dell’immigrazione e la sua metamorfosi rappresenta tutte le fasi dell’atteggiamento degli europei verso i rifugiati negli ultimi cinque anni. Nel 2015 era un accampamento di fortuna tra le piante di ulivo, dove i profughi sostavano per qualche giorno, prima di proseguire lungo la rotta balcanica, e dove ricevevano assistenza dagli abitanti del posto, dai volontari e dalle ong. Continue reading