1 dicembre 2020 – Dopo le proteste, di massa e radicali, del fine settimana in tutta la francia contro la Loi de Securitè Globale, la maggioranza di governo annuncia una “versione completamente nuova dell’articolo 24”, il più contestato della legge, che prevede il divieto di filmare o fotografare poliziotti in azione. La decisione è arrivata dopo un vertice all’Eliseo, convocato da Macron, preoccupato per l’ondata di proteste contro la norma.
La legge già votata in prima lettura all’Assemblée Nationale martedì scorso, dovrà essere parzialmente riscritta, ma famigliari delle vittime della polizia, collettivi, associazioni e giornalisti chiedono di più: vogliono la cancellazione totale della legge e non solo la riscrittura dell’articolo 24.
Infatti l’intero provvedimento presenta elementi critici che mostrano la deriva autoritaria che sta prendendo la Francia da ben prima dell’arrivo di Macron all’Eliseo e che affonda le sue radici almeno dai tempi di Sarkozy, con l’introduzione di strumenti repressivi sempre più sofisticati e letali che si accompagnano a norme che garantiscono sempre una maggiore impunità per le forze di polizia.
Sull’argomento abbiamo raccolto due analisi:
Simone, fotoreporter che da anni segue e documenta le manifestazioni di piazza non solo in Francia
Cesare Piccolo, giornalista e nostro collaboratore da Parigi