16 ottobre 2020
Lo studio del Politecnico di Milano. I licenziamenti saranno il premio per i lavoratori.
Il ministro grillino allo Sviluppo economico Stefano Patuanelli informa che il blocco dei licenziamenti scadrà il 31 dicembre, poi ci saranno forme ibride di Cig, ma in ogni caso ci saranno licenziamenti.
Oggi sono usciti i dati degli ordinativi di agosto, +15,1% mese su mese e +6.1% anno su anno, mentre il fatturato ha avuto una crescita mese su mese del 5.8%. Ma il dato da vedere è quello trimestrale: +47% per gli ordinativi (le commesse future) e + 37% per il fatturato.
Sicuramente l’industria risente il colpo della pandemia, ma molto meno del previsto, c’è una capacità di risalita notevole.
Su Milano Finanza, un banchiere cinese affermava oggi che i prodotti italiani verranno sempre più richiesti “per la qualità dei lavoratori”.
Perchè dunque licenziare?
I padroni italiani, non avendo oppositori, politici, intellettuali, di informazione, tanto meno sociale (la lotta di classe, la generazione 30-50, non sa nemmeno cosa sia) hanno intenzione di spremere la forza lavoro il più possibile, nessuno li ferma, sono incontenibili, come il capitalismo di Manchester descritto da Engels (inizio ‘800).
(…)
Ora non hanno più freni. A loro vantaggio c’è pure lo smartworking. Secondo una ricerca del Politecnico di Milano, lo SW aumenta la produttività del 15%, il tasso di assenteismo diminuisce del 20% e i costi si riducono del 30%.
Tutto valore che andrà alle aziende.
La storia degli ultimi 30 anni è una storia di elegia delle imprese e di denigrazione di qualsiasi cosa avesse a che fare con il pubblico o in generale con il “collettivo”. L’individualismo di queste generazioni ha provocato come risultato il ritorno a forme semi feudali di estrazione del valore.
Ritenevano di essere la modernità, non si accorgevano che si stavano scavando la fossa. Speriamo adesso nella generazione 18-26 anni, nata e cresciuta nella crisi. Forse qualcosa di buono uscirà.