Decine di miliardi alle industrie di guerra con il Recovery Fund

15 settembre 2020, di Antonio Mazzeo*

I soldi del Recovery Fund? Il governo italiano li chiederà a Bruxelles per finanziare il complesso militare-industriale e aerospaziale e realizzare i nuovi sistemi d’arma da destinare alle forze armate.

Il 27 agosto 2020 il MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) ha presentato al Dipartimento per le Politiche Europee della Presidenza del Consiglio le schede di sintesi delle aree progettuali ritenute strategiche e per la cui realizzazione sarà chiesta la copertura finanziaria con il Recovery Fund dell’Unione europea.

Tra i progetti prioritari ci sono quelli finalizzati al Potenziamento della filiera industriale nazionale, dell’aerospazio, della difesa e della sicurezza per cui si prevede di impiegare nei prossimi sei anni 12 miliardi e cinquecento milioni di euro di provenienza Ue.

“Obiettivo del progetto è consentire al comparto un salto tecnologico nella ricerca, nell’innovazione e nella costruzione di piattaforme duali ad elevatissime prestazioni, con ridotto impatto ambientale, totale sicurezza cyber ed innovazione digitale”, spiega il MISE. Cinque miliardi verrebbero spesi nei primi due anni per la fase di ricerca industriale, “partendo da piattaforme esistenti al fine di rendere immediatamente industrializzabili le soluzioni”. I restanti 7,5 miliardi riguarderanno invece le attività vere e proprie di sviluppo sperimentale, prototipazione ed eventuale certificazione dei programmi.

Nel Piano a favore dell’industria militare e aero-spaziale le scarne informazioni sui progetti prescelti per gli investimenti sono comunque sufficienti a delineare la loro portata bellico-distruttiva. Si parla infatti di “elicotteri di nuova generazione (in risposta al programma statunitense FVL), aerei di sesta generazione (ipersonico, tempest), tecnologia sottomarina avanzata, tecnologia unmanned intersettoriale, I.A. (Intelligenza Artificiale, NdA), nave futura europea (green vessel), cyber ed elettronica avanzata, tecnologie spaziali e satellitari”.

Come ha rilevato il sito specializzato RID – Rivista Italiana Difesa, il progetto certamente più rilevante in termini politico-militari ed economici è quello relativo agli elicotteri di nuova generazione FVL, dove FVL sta per Future Vertical Lift con cui “si identifica il programma dell’US Army rispetto al quale il Governo americano ha lanciato una massiccia campagna verso i Paesi alleati e partner per dare vita ad una sorta di F-35 ad ala rotante”.

Per questo velivolo si prevedono due versioni, una per il riconoscimento e l’attacco e un’altra d’assalto a lungo raggio; se venisse adottato dalle forze armate italiane esso si sommerebbe ad altri costosissimi elicotteri da guerra in via di acquisizione. “L’Esercito Italiano ha già investito 500 milioni di euro per lo sviluppo dell’elicottero da combattimento AW-249 e Leonardo sta continuando lo sviluppo del convertiplano con l’AW-609”, riporta ancora RID.

Parte dei soldi del Recovery Fund andrebbero poi per finanziare il programma di progettazione e realizzazione del nuovo cacciabombardiere stealth Tempest che sarà operativo nel 2035 e a cui lavora un consorzio di imprese britanniche, svedesi e italiane (Leonardo, MBDA e Avio Aereo). Nella priority list pure i sottomarini lanciasiluri della classe U-212 NFS di produzione italo-tedesca (main contractor Fincantieri S.p.A.), mentre sempre secondo RID il riferimento alle “navi” riguarderebbe le EPC (European Patrol Corvette), ”ma anche i progetti nazionali per le nuove unità anfibie (LPX) ehttps://contropiano.org/news/politica-news/2020/10/05/decine-di-miliardi-alle-industrie-di-guerra-con-il-recovery-fund-0132251 i nuovi cacciatorpediniere (DDX)”.

Altro capitolo di spesa previsto dal MISE con gli auspicati fondi Ue è quello per promuovere la Space Economy (importo proposto un miliardo di euro), cioè le “iniziative straordinarie per sviluppare i servizi, le applicazioni innovative, le competenze e tecnologie necessarie alla realizzazione delle infrastrutture spaziali”.

Il settore dell’economia spaziale è un trend in forte crescita” spiega il Ministero. “Nel 2016/7, il suo valore globale è stato stimato oltre i 320 miliardi di Euro, con un aumento medio del 38% rispetto al 2014, ed è stimato pari a circa 500 miliardi nel 2030; l’osservazione della terra, in particolare, presenta le migliori prospettive di crescita per il mercato dei servizi ed applicazioni”.

Il MISE prevede una modalità di attuazione dei piani d’investimento grazie alla partnership pubblico-privato (ministeri, enti e agenzie statali, centri di ricerca universitari, grandi e medie industrie, ecc.). “Partendo dagli asset in dotazione della nazione, l’obiettivo è quello di mettere in condizione l’industria aerospaziale italiana di trasformare il settore nazionale in uno dei motori propulsori della crescita del paese e affrontare in maniera competitività le sfide imposte dai mercati internazionali”, aggiunge il Ministero per lo Sviluppo Economico.

Possiedono analoghe caratteristiche duali militari-civili pure i programmi inseriti all’interno dell’area progettuale di “trasformazione digitale e innovazione”, per cui sarà chiesto all’Ue un contributo di 27.116.000.000 euro. Secondo il MISE, esso sarà utilizzato come “fondo perduto e/o prestito” nel triennio 2021-23 per l’innovazione nel settore delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni attraverso “l’aggiornamento o la realizzazione ex novo di soluzioni a supporto delle attività di impresa con attenzione specifica agli aspetti di cyber security”.

Programmi dalle prevedibili ricadute in ambito industriale-militare saranno finanziati anche con il Piano per i Grandi Investimenti in Ricerca e Sviluppo (4.500.000.000 euro) per “promuovere e rafforzare le catene strategiche del valore in Italia” (microelettronica, idrogeno, veicoli connessi ed autonomi, Internet industriale, sicurezza informatica, High Performance ComputingKey Digital Technologies, ecc.), e soprattutto grazie al Piano per l’Intelligenza Artificiale nella produzione (2.290.000.000 euro) con investimenti in “robotica, embedded AI, sistemi raccolta e elaborazione dati, Istituto Italiano per l’Intelligenza Artificiale, infrastrutture di calcolo ad alta prestazione HPC”.

Secondo Rivista Italiana Difesa tra i progetti italiani candidati agli stanziamenti del Recovery Fund della Commissione Europea ce ne sarebbero alcuni proposti direttamente dal Ministero della Difesa. “Con un arco di tempo compreso tra 1 e 5 anni, troviamo 2,2 miliardi di euro per una serie di progetti riguardanti la sicurezza e la resilienza cyber, 320 milioni per il 5G della Difesa, 350 milioni per addestramento sintetico e strumenti di connettività, 331 milioni per il potenziamento della capacità nazionale di ricerca e soccorso su alti fondali marini, anche attraverso l’incremento della sicurezza della navigazione a scopo preventivo, 253 milioni per il potenziamento delle capacità meteo dell’AM e 180 milioni per il completamento dell’ammodernamento tecnologico e capacitivo della Rete Interforze in Fibra Ottica Nazionale (RIFON)”, riporta RID.

Conti alla mano più di 17 miliardi di euro finirebbero direttamente al comparto bellico e aero-spaziale, più una quota rilevante del fondo da 36 miliardi richiesti dal Ministero dello Sviluppo Economico per gli investimenti in nuove tecnologie, cyber security, Intelligenza Artificiale, ecc… Il Covid-19 è una tragedia per il pianeta e i suoi abitanti, ma non certo per le industrie di morte…

FONTE: https://antoniomazzeoblog.blogspot.com/2020/09/decine-di-miliardi-di-euro-alle.html

(*) ripreso da antoniomazzeoblog.blogspot.com dove si può leggere anche un post più recente – Il governo rafforza la partnership militare con il Kuwait. Affari in vista per le industrie di morte – che conferma la linea governativa: militarismo e affari senza rispetto dei diritti umani (le commesse belliche a Egitto e Turchia tristemente insegnano).

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Il governo rafforza la partnership militare con il Kuwait. Affari in vista per le industrie di morte

29 SETTEMBRE 2020

L’Italia rafforzerà la propria collaborazione politico-militare con il Kuwait. E’ quanto emerge dalla missione nell’emirato arabo del ministro della difesa Lorenzo Guerini, il 27 e 28 settembre 2020. Dopo essere atterrato all’aeroporto di Kuwait City il responsabile del dicastero si è recato in visita al Comando del contingente italiano schierato nella base aerea di Ali Al Salem nell’ambito dell’operazione multinazionale “Inherent Resolve”. Successivamente Lorenzo Guerini ha incontrato il primo ministro dell’emirato Sabah Al-Khalid Al-Sabah e il ministro degli esteri Ahmad Al-Sabah.

“Da anni Italia e Kuwait sono fianco a fianco nel contrasto all’ISIS e per la stabilità regionale”, ha dichiarato Guerini. “Abbiamo ribadito al governo kuwaitiano la nostra soddisfazione per l’amicizia che ci unisce. L’impegno è quello di rafforzare la cooperazione in ambito difesa nell’immediato rifiuto. Ho inoltre inteso salutare a nome di tutti gli italiani i nostri militari presenti in Kuwait, uomini e donne che rendono le nostre forze armate protagoniste nella lotta al terrorismo internazionale e fondamentale punto di riferimento per la Coalizione anti-ISIS”.

Secondo i dati forniti dal ministero della Difesa sarebbero 300 circa i militari italiani attualmente presenti in Kuwait. Oltre che nello scalo aereo di Ali Al Salem, il personale e gli assetti aerei operano anche dalle basi militari di Camp Arifajan e Ahmed Al Jaber. In quest’ultima infrastruttura sono stati trasferiti da qualche settimana quattro caccia “Tornado” del Task Group Devil dell’Aeronautica Militare. Essi hanno preso il posto degli “Eurofighter” del Task Group Typhoon, protagonisti di oltre 700 “sortite di ricognizione aereo tattica” anti-ISIS nell’ultimo anno e mezzo.

“I Tornado saranno impiegati in missioni di sorveglianza aerea – in gergo tecnico Intelligence, Surveillance and Reconnaissance (ISR) – per continuare ad assicurare alla Coalizione il contributo richiesto in termini di monitoraggio e controllo dall’alto del Teatro di operazioni, fondamentale per ottenere l’Information Superiority che ha da sempre avuto un ruolo cruciale nelle operazioni militari”, ha dichiarato lo Stato Maggiore dell’Aeronautica. “Le missioni sono svolte esclusivamente sul territorio iracheno e prevedono la ricognizione fotografica di obiettivi assegnati dalla Coalizione. I contributi raccolti vengono inviati, in tempo reale, alle stazioni di terra per essere analizzati da cellule intelligence specializzate”.

Insieme ai caccia del Task Group Devil operano in Kuwait i velivoli da trasporto tattico Boeing 767 e C27J dell’Aeronautica italiana, una cellula di integrazione delle informazioni multisensore denominata “I2MEC” e un drone “Predator” MQ-9 del 32° Stormo di Amendola-Foggia. Il velivolo a pilotaggio remoto con funzioni d’intelligence è rischiarato nella base di Ali Al Salem e ha già superato le 10 mila ore di volo in teatro operativo.

In questi ultimi mesi l’Aeronautica italiana ha anche rafforzato l’attività di addestramento dei militari kuwaitiani. In particolare presso il 4° Stormo di Grosseto si svolgono corsi operativi per missioni di volo sui caccia “Eurofighter”, destinati a cinque piloti della Kuwait Air Force. Gli avieri dell’emirato hanno pure effettuato un lungo periodo di formazione a Loreto, presso il Centro di Formazione Aviation English, e a Galatina (Lecce), presso l’International Flight Training School del 61° Stormo.

Il Reparto Sperimentale Volo di Pratica di Mare con i suoi caccia multi-ruolo “Eurofighter” è stato ospite a gennaio del Kuwait Aviation Show, il grande salone aerospaziale che si tiene annualmente a Kuwait City. Per l’evento hanno raggiunto l’emirato anche il sottosegretario di Stato alla Difesa, Angelo Tofalo (M5S), il Sottocapo di Stato maggiore generale Luca Goretti e l’amministratore delegato di Leonardo-Finmeccanica, Alessandro Profumo.

“La presenza dell’Aeronautica Militare in Kuwait ha contribuito a rafforzare l’immagine dell’Italia nello scenario internazionale, soprattutto in questa area geografica di grande interesse, dove il nostro Paese intrattiene importanti rapporti in termini di cooperazione militare e industriale”, dichiarava il Sottosegretario Tofalo a conclusione della kermesse armiera. “L’esibizione della nostra Aeronautica ha dimostrato grandi capacità operative e tecnologiche: apprezzata in tutto il mondo essa è sinonimo di affidabilità, know-how e tecnologia”.

A Kuwait City la delegazione italiana s’incontrava pure con il Capo di Stato Maggiore, generale Mohammed Khaled Al Khader. “Nei colloqui si sono affrontate le tematiche di cooperazione internazionale che vedono le Forze Aeree delle due nazioni impegnate in stretta collaborazione e sinergia”, riportava l’ufficio stampa del  Ministero della Difesa. “L’Aeronautica Militare, infatti, sostiene la Kuwait Air Force in tutte le attività propedeutiche alla consegna dei velivoli Eurofighter al governo del Kuwait in base a quanto previsto dal contratto in essere con Leonardo. Una concreta dimostrazione dell’ormai ventennale amicizia tra i due Paesi e della volontà dell’Italia di supportare efficacemente la crescita del sistema paese”.

Leonardo-Finmeccanica ha sottoscritto nell’aprile 2016 un contratto per la fornitura al ministero della difesa kuwaitiano di 28 caccia “Eurofighter”, con relative attività logistiche e di manutenzione, più l’addestramento degli equipaggi e del personale a terra in collaborazione con l’Aeronautica militare. La produzione dei velivoli da guerra è in atto nello stabilimento Leonardo di Torino-Caselle e la consegna dovrebbe concludersi entro al fine del 2023. La holding punta a trasferire al Kuwait anche i nuovi caccia addestratori M-346.

https://antoniomazzeoblog.blogspot.com/2020/09/il-governo-rafforza-la-partnership.html


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