PERCHE’ UN BLOCCO IMMEDIATO DELLE BOLLETTE LUCE E GAS?

Una breve riflessione in vista del Rent Strike-Assemblea Nazionale di cui qui sotto il link all’evento:
https://facebook.com/events/s/rentstrike-assemblea-nazionale/523046448358925/?ti=as

Perché chiedere il blocco immediato delle bollette di Luce e Gas durante l’emergenza coronavirus?

Le grandi aziende multinazionali dell’energia elettrica, del gas e del petrolio hanno fatturati annui di decine di miliardi di euro, e sono tra le principali responsabili della crisi climatica e dell’inquinamento del Pianeta.

Le 100 più grandi compagnie petrolifere del mondo sono responsabili del 71% delle emissioni di gas serra climalteranti dal 1988, e circa il 50% è imputabile alle prime 25 di queste, tra cui Shell, Exxon e l’italiana Eni.

Le connessioni tra la crisi ecologica e l’origine e la diffusione di virus, tra i quali Covid19, sono all’attenzione della comunità scientifica ma sono per alcuni aspetti già provate ed evidenti.

Deforestazioni, monocolture agricole, intrusione umana negli ecosistemi naturali e animali, allevamenti industriali, distruzione degli habitat naturali e riscaldamento globale sono direttamente legate all’estrazione di materie prime e combustibili fossili, e alle emissioni di CO2.

Questi fenomeni sono ora associati al passaggio dagli animali alla specie umana di questo nuovo virus e di altri coronavirus e alla loro diffusione.

Per questo motivo, in questa nuova crisi economica causata dalla pandemia del Coronavirus, noi utenti dovremmo rifiutarci in massa di pagare le utenze, quando le grandi aziende dell’energia elettrica e del gas metano fanno profitti altissimi speculando sulla salute delle persone e di tutto il pianeta.

Prendiamo in considerazione le due più importanti compagnie italiane nel settore dell’energia: Enel ed ENI.

Enel Luce e Gas (Ente nazionale per l’energia elettrica), principale azienda italiana e uno dei principali operatori globali nei settori dell’energia elettrica e del gas, ha un fatturato annuo di 80,3 miliardi di euro.

Il principale azionista dell’azienda è il Ministero italiano di Economia e Finanze, con una partecipazione del 23,6%. Nel 2019 Enel continua a incrementare i propri profitti insistendo sulla combustione fossile e rallentando il processo di decarbonizzazione, stabilito dagli accordi di Parigi, che andrebbe perseguito per salvare il pianeta.

In Italia, Enel si presenta come grande sostenitrice della transizione verso il gas metano, che pure è un combustibile fossile e non è certo una fonte di energia verde e pulita.

Tuttavia, nel 2019 Enel si è rifiutata, di nuovo, di chiudere le 8 centrali a carbone di sua proprietà ancora attive sul nostro territorio, che producono circa la metà delle emissioni dell’intero sistema elettrico nazionale e sono tra le 30 strutture più inquinanti al mondo.

Il mix energetico di carbone e gas metano, targato Enel, rappresenta oggi una grave minaccia in Italia per la salute delle persone, specialmente quelle dei territori più prossimi alle centrali di combustione del carbone, e per il riscaldamento globale in corso.

Ma il peggio di Enel, se possibile, avviene fuori dall’Italia, nei paesi non occidentali, in particolare in Cile.

In Cile Enel continua a gestire numerose centrali termoelettriche a ridosso delle città, con impatti devastanti sulla salute della popolazione, già nel 2014 la costruzione di cinque grandi dighe ha rischiato di compromettere per sempre l’ecosistema della Patagonia cilena. Tuttavia, Enel è rimasto un obiettivo centrale della straordinarie proteste avvenute in Cile nei mesi scorsi contro le centrali a carbone, a Coronel.

Veniamo poi a ENI (Ente Nazionale Idrocarburi), azienda italiana attiva nei settori del petrolio, del gas naturale, della produzione e commercializzazione di energia elettrica, primo colosso petrolifero in Italia, ottavo nel mondo, con un fatturato annuo di 69,9 miliardi di euro nel 2019.

Anche in questo caso il principale azionista è sempre lo stato italiano nelle istituzioni di Cassa Depositi e Prestiti e il Ministero di Economia e Finanze con una quota del 30,1%.

ENI è attiva in più di 70 paesi del mondo, è al 30° posto nella classifica di quelle cento compagnie globali responsabili di gran parte delle emissioni di CO2 ed è coinvolta in numerose devastazioni ambientali per le quali è sotto processo in Italia e nel mondo.

Di fronte all’emergenza climatica e agli accordi di Parigi del 2015, ENI ha steso un piano triennale che prevede per il 2022 un incremento annuo del 3,5% della produzione di barili di greggio e già nel 2019 ha incrementato la sua produzione, raggiungendo la cifra di 1,8 milioni di barili di greggio al giorno.

Il piano triennale prevede l’ampliamento del territorio estrattivo di 29mila metri quadri, distribuiti tra Messico, Libano, Alaska, Indonesia e Marocco. Mentre in Italia ENI si tinge di verde, inondando di pubblicità “green” giornali e televisioni, basta guardare poco oltre per scorgerne il vero volto, sporco di nero colonialismo estrattivista.

ENI è attualmente sotto processo da parte del tribunale di Milano per corruzione internazionale, con la più grande mazzetta della storia: 1 miliardo e 100mila dollari, pagati all’ex-ministro del petrolio della Nigeria per l’acquisizione del giacimento petrolifero Opl245, nel delta del Niger, la cui attivazione e i successivi incidenti hanno causato la morte di un intero ecosistema e l’avvelenamento delle popolazioni che vi vivono.

Sempre ENI è indagata per l’inquinamento di 26mila metri quadri di terreno nella Val D’Agri in Basilicata, inquinamento che ha causato nella Val D’Agri un innalzamento della mortalità dell’11% rispetto al resto della Basilicata.

Sia ENI che Enel nel 2019 hanno incrementato il proprio fatturato rispetto all’anno precedente, continuando ad aprire centrali a carbone, a gas o nuovi pozzi di petrolio.

Ora, durante la pandemia, noi tutti siamo e saremo obbligati a stare in casa consumando molta più elettricità e gas della media, di conseguenza le multinazionali dell’energia vedranno un ulteriore incremento dei loro utili.

E noi dovremmo pagare le bollette come se niente fosse?

Non possiamo accettare che ENI o Enel si limitino a concedere un posticipo sul pagamento delle bollette, ma dobbiamo pretendere che in questo momento di sacrificio e crisi per tutte e tutti le bollette vengano sospese e annullate.

La sospensione dei pagamenti di Gas e Luce devono essere completi da qui ai mesi a venire, mesi in cui molte persone saranno impossibilitate a lavorare e ad avere un’entrata economica costante, a pagare l’affitto, il mutuo, a fare la spesa o a sostenere le piccole spese quotidiane.

Di fronte a fatturati di 70 o 80 miliardi di euro annui, dobbiamo scioperare, come per gli affitti, anche dal pagamento delle bollette e chiedere un immediato intervento in questo senso.

Perchè dovremmo continuare ad ingrassare le grandi multinazionali dell’energia che da sempre speculano sulle nostre vite e sull’ambiente?

Da Manituana – Laboratorio Culturale Autogestito

 

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