L’Associazione Avvocatura Degli Infermieri non ha paura e lo fa al posto loro in una lettera inviata ai maggiori quotidiani
Spett. quotidiani,
l’associazione avvocatura degli infermieri ha ricevuto migliaia di segnalazioni scritte e firmate da infermieri che lavorano in strutture pubbliche diffuse in tutto il territorio anche se, perlopiù, dalla Lombardia, Lazio, Basilicata, Campania e Sicilia, lamentando uno stato di abbandono e di emarginazione, prevalentemente per l’assenza totale di mascherine e minacce di licenziamento se gli infermieri dovessero informare i giornalisti d quello che accade in questi servizi.
La situazione è grave soprattutto perché si rastrellano infermieri dai servizi estranei alla degenza per gettarli, senza alcuna formazione e screening, nei reparti ad alto rischio infettivo e senza dotarli delle più elementari presidi di sicurezza.
In molte occasioni sono stati obbligati, con ordini di servizio scritti, ad utilizzare una singola mascherina chirurgica per una settimana, destinate al macero, e diversi sono, quindi, risultati positivi al tampone.
A Torino, addirittura, gli infermieri in isolamento attendono, con ansia, l’esito del tampone in quanto i reagenti chimici sono terminati.
Non si tiene neppure conto delle situazioni familiari e quindi anche infermieri con neonati vengono minacciati se non si gettano nel girone dell’inferno, ovviamente senza alcuna minima protezione.
Sul nostro sito www.aadi.it alla sezione news potete fin d’ora leggere le diffide inviate (se ne aggiungeranno altre, Salerno, l’ospedale Grassi di Ostia, Lavinio, ecc.) dove abbiamo scritto, senza remore, quello che succede.
La cosa ancora più grave è che si impedisce agli infermieri di denunciare l’infortunio, qualora si infettino in servizio, a favore di una semplice malattia; in questo modo le aziende non risponderanno del danno differenziale da infortunio colposo.
Questo non è il modo di procedere e trattare chi si sta sacrificando per il benessere collettivo e da questo Governo, che si dichiara attento e civile, non ce lo aspettavamo; siamo profondamente delusi.
Per questi motivi si elogiano spesso solo i medici compiacenti e si fanno parlare nelle trasmissioni televisive create ad hoc solo loro; se parlassero gli infermieri che lavorano in prima linea certamente verrebbe fuori la verità.
Vi invito, quindi, ad esaminare le nostre diffide così da diffondere la verità e onorare il sacrificio di migliaia di infermieri che si stanno abnegando anche per voi.
Saluti.
Dott. Mauro Di Fresco