Rivolte a Bruxelles

Ieri, gruppi di giovani si sono scontrati con la polizia ad Anderlecht, quartiere di Bruxelles. Sono stati lanciati vari oggetti tra cui petardi e attaccati i mezzi della polizia.
La rivolta è scoppiata in seguito ad un inseguimento tra una volante ed un 19enne in motorino che si è rifiutato di fermarsi ad un posto di blocco. Nel tentativo si seminare la volante si è schiantato – o è stato volontariamente colpito? – contro un’altra volante ed è morto sul colpo.
Centinaia di giovani, in seguito ad una chiamata condivisa sui social, si sono riversati nelle strade esprimendo la loro rabbia. Numerosi veicoli della polizia sono stati incendiati, qualcuno si è impadronito di una pistola presa da una volante e ha iniziato a sparare in aria.
Il giovane morto durante l’inseguimento si chiamava Adil.
I media, come pietoso organo di stato, si sono subito adoperati per placare la rabbia esplosa per l’assassinio e per le restrizioni della quarantena, strumentalizzando le dichiarazioni della famiglia del ragazzo mentre le forze di polizia hanno rinforzato i presidi nella zona installando cannoni ad acqua per cercare di sedare le rivolte che potrebbero nascere.
In Belgio è la quarta settimana di quarantena, istituita per limitare il contagio da coronavirus.
Questo è un evidente segno di come, dopo l’esplodere di rivolte in altre parti del mondo, le rivolte e le insurrezioni siano arrivati nella fortezza Europa.
Siamo consapevoli di come i media stiano cercando assieme alle autorità di soffocare ogni esplosione di rabbia che possa nascere contro la quarantena da coronavirus. Ma è solo questione di tempo prima che il malcontento globale scoppi.

 

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