Pisa – #ar-restiamo a casa

Nella città di Pisa è stato diffuso nelle cassette della posta di diversi quartieri il seguente testo.
Non essendoci più molte persone per le strade a cui distribuire volantini, si possono comunque trovare altre vie per continuare a diffondere le proprie idee, tanto più in questo momento.

#Ar-restiamo a casa

Ormai da giorni nei canali televisivi, nel web e nella stampa viene annunciata la crescita continua del numero dei contagiati, dei ricoverati, dei morti. Di pari passo crescono anche la paranoia, l’angoscia e la paura…una paura istintiva, atavica, legata alla sopravvivenza, al timore di morire.
La percezione del pericolo deriva da ciò che ci dicono i media, gli esperti di turno, gli altoparlanti della polizia, che ci intimano in continuazione di RESTARE A CASA, per la sicurezza nostra e degli altri; perché, se non ce ne fossimo ancora accorti, il PERICOLO è potenzialmente presente in ogni vicino di casa o nostro caro, in noi stessi, in ogni fiato che si leva, INVISIBILE agli occhi.
Invisibile, come invisibili ai nostri occhi sono i morti in paesi più o meno lontani o al largo delle nostre coste a causa di GUERRE, CARESTIE, POVERTA’; persone che muoiono a migliaia ogni giorno, sacrificate per mantenere il buon funzionamento di un sistema che effettua vere e proprie invasioni di terre e massacri di popolazioni, giustificandosi con parole d’ordine come “Pace e Democrazia”. Parole usate per nascondere i reali obiettivi: interessi politici ed economici. Invisibile, come invisibili sono coloro che muoiono quotidianamente di tumore causato da fabbriche inquinanti e veleni
che tutti assumono spensieratamente attraverso il cibo, l’acqua e l’aria; o come chi muore ogni giorno sul posto di lavoro … vittime in tutti i casi sacrificate sull’altare della produttività e del progresso.
In questi casi dov’è tutta quell’attenzione alla vita umana?
I responsabili di tutto questo sono coloro che oggi richiamano alla responsabilità tutti noi e che hanno sempre agito e legiferato per proteggere gli interessi di pochi a scapito della popolazione intera. Agli occhi dei più in questo momento gli irresponsabili non sono loro, ma tutti coloro che escono senza un giustificato motivo per strada e nei parchi. Così i trasgressori sono accusati di essere degli untori e poco
importa se invece tanti ancora sono costretti ad uscire di casa ogni giorno per andare a lavorare in catena di montaggio, dove il rischio di contagio è sicuramente
maggiore rispetto a chi passeggia all’aria aperta. Perchè tutto si può fermare, ma mai la corsa dei padroni verso il profitto. Ubbidire passivamente a degli ordini per paura,
non ha mai avuto niente a che vedere con la responsabilità, che piuttosto significa riflettere con la propria testa e prendere decisioni in autonomia. Lo Stato e la Scienza ci ordinano in questo momento cosa fare, fino al punto di non poter uscire di casa, danneggiando la nostra già compromessa libertà e dignità. I calcoli che stanno dietro a tutto questo non sono certo riferibili all’interesse per la nostra salute, ma necessari
ad affermare la loro capacità di gestire senza intoppi la popolazione, applicando misure che vanno al di là delle motivazioni del momento. Se noi rispettiamo oggi queste restrizioni sarà chiaro per chi ci controlla che saremo disposti a rimanere zitti e buoni un domani, quando l’ennesima ordinaria emergenza si ripresenterà nell’interesse dello Stato, del Capitalismo e del Sistema tecno-scientifico. La stretta sulle nostre vite, sulla nostra LIBERTA’ è davvero il giusto prezzo da pagare per non rischiare di essere contagiati o nel caso più remoto di morire? Il vero pericolo è smettere di vivere liberi, non per due, tre settimane o mesi, ma per sempre. Questo è il prezzo che paghiamo e pagheremo se continuiamo a guardare dalla finestra di casa il mondo che va avanti in questo modo, non di certo perché lo abbiamo deciso noi, ma per scelte prese da governanti, tecnici e industriali. Loro sono i veri padroni di questo mondo, perché
padroni delle nostre vite: con il solo schioccare delle dita, Covid o non Covid, possono accorciare il guinzaglio quanto vogliono fino a non farci più respirare, ricordandoci però al tempo stesso che “andrà tutto bene” e che “siamo tutti sulla stessa barca”. E’ necessario ora più che mai spezzare le catene, senza sottomettersi alla prepotenza dello Stato, come i detenuti in rivolta, che con il loro coraggio mostrano a tutti un esempio di dignità.

 

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