La tele-didattica sta trasformando radicalmente e rapidamente la produzione di sapere a livello universitario. Questi cambiamenti non finiranno con le misure anti-contagio, ma modificheranno a lungo termine il modo di studiare, insegnare e fare ricerca nell’accademia. Continue reading
DECRETO SCUOLA: LA MIOPIA DI UNA PICCOLA MINISTRA
E’ stata approvata oggi in Consiglio dei Ministri la bozza del decreto legge sulle misure urgenti per gli esami di stato e la regolare valutazione dell’anno 2019/2020. La richiesta del #6politico avanzata dagli studenti è stata respinta dalla ministra: tutti gli studenti saranno ammessi all’anno prossimo e agli esami di maturità e terza media, ma le valutazioni non sono sospese. Continue reading
La rete
Decalogo con lode sulla didattica a distanza
I bambini scomparsi per decreto. La sofferenza dei più piccoli nei giorni del coronavirus
[Pubblichiamo la testimonianza e le riflessioni di Rosa S., antropologa, documentarista, madre di un figlio che frequenta le scuole elementari, o meglio, le frequentava prima della chiusura. Rosa invita a prestare attenzione ai bambini reclusi in casa, ad ascoltarli e a non sottovalutare il trauma che stanno subendo. Il suo testo è accompagnato da una postilla di Wu Ming 4 sullo stesso tema. È il primo di una serie di post, con i quali intendiamo dare testimonianza delle ricadute dell’emergenza sulla vita quotidiana di soggetti deboli e non solo. Buona lettura. WM.] Continue reading
Educatrici tra “normale prassi e prestazioni alternative nell’emergenza”
Riceviamo e pubblichiamo una riflessione a firma di un gruppo di lavoratrici su precarietà, esternalizzazioni e gestione dei servizi alternativi sotto l’emergenza coronavirus. Continue reading
Dove non arriva la didattica web?
Certo, la didattica via web può aiutare, se evitiamo accanimenti pedagogici e se siamo consapevoli che fare scuola significa prima di tutto incontrarsi. Tuttavia, in questi giorni difficili dovremmo sapere almeno altre due cose. La prima: per gli alunni in situazione di difficoltà, primi fra tutti i compagni con disabilità, quella didattica è ancora più escludente. La seconda: gli educatori e le educatrici che ogni giorno seguono quei bambini e ragazzi, in questi giorni, lo prevede il loro contratto, non prenderanno lo stipendio. Continue reading
La scuola al tempo del coronavirus
L’istituzione scolastica in questi tempi di emergenza non fa che acuire le numerose contraddizioni di cui già questo sistema soffre sotto un regime di “normalità”.
Le criticità riguardano tutte le componenti della scuola, dal personale ai mezzi a disposizione, dalle tipologie contrattuali alle forme di relazione intrattenute dai vari attori che la attraversano. Continue reading
La scuola ai tempi del coronavirus
La chiusura delle scuole è stata una delle prime limitazioni a carattere nazionale introdotta dalle direttive governative. Un atto senza dubbio necessario. Forse persino tardivo. Una limitazione che ha anticipato solo di pochi giorni il blocco di altri settori, compreso quello recente del commercio. Si prova a rassicurare le persone sostenendo che i servizi pubblici saranno universalmente garantiti, ma nella realtà non siamo sicure sia così. La gestione dell’emergenza sta ulteriormente accentuando l’accesso differenziato ai servizi pubblici fondamentali. Continue reading
Scuola e insegnamento a distanza ai tempi dell’emergenza
Nessuno si senta escluso. Questa potrebbe essere, a un primo sguardo, la chiave di lettura della situazione del tutto straordinaria che si sta delineando per il diffondersi del contagio del virus Covid-19. Quale aspetto della nostra esistenza non è infatti toccato dalle drastiche misure, proprie di uno stato d’eccezione, che il governo sta aggiornando quasi di ora in ora? Continue reading
Retorica bellica e narrazione della pandemia
Da molte settimane ormai, da quando cioè l’epidemia di covid-19 è dilagata nel nostro Paese, una inarginabile retorica bellica si è impadronita del nostro linguaggio: risuona nelle ininterrotte trasmissioni televisive e negli editoriali della carta stampata; rimbomba nei messaggi alla nazione degli uomini politici e negli inviti al rispetto delle regole del distanziamento sociale e della quarantena di attori, cantanti e campioni sportivi; trabocca persino nelle più svariate pubblicità commerciali e nelle interminabili catene di messaggi che rimbalzano da un social all’altro. Continue reading
Perché il Covid-19 non è una guerra
La metafora della guerra rende invisibili le soggettività considerate più fragili: donne e bambini sono stati esclusi per secoli dal “campo di battaglia”. Eppure il femminismo ha rotto con questa visione vittimistica e ha scoperto un’altra storia, da tenere sempre più a mente in tempo di pandemia. Continue reading
Se la risposta alla crisi è un miliardo per nuovi sottomarini
Fincantieri annuncia il contratto con la Marina per costruire altri U-212. Una commessa varata nel silenzio. Che ripropone il dilemma sugli investimenti pubblici per tutelare l’occupazione
“Volete burro o cannoni?”, chiedeva Benito Mussolini alla vigilia dell’ultimo conflitto mondiale. Oggi invece la domanda potrebbe essere “Volete sottomarini o terapie intensive?”. E se la folla in camicia nera rispondeva entusiasticamente “Cannoni!”, adesso che siamo alle prese con il virus il quesito va affrontato con meno retorica e più concretezza. Continue reading
La strage di stato
La strategia di comunicazione del potere durante un’emergenza fa capire molte cose. C’è chi cerca di tranquillizzare, sminuendo la natura del problema per continuare a governare come se nulla fosse; chi vuole dimostrare di avere tutto sotto controllo e pubblicizza l’intrusione nella vita privata delle persone, rivendicando l’importanza di controllare i sudditi per il bene di tutti; e chi ne approfitta per aumentare i propri poteri, militarizzando tutto e rivendicando l’importanza di avere un “capo” che decida cos’è bene per ognuno. Continue reading
Virus, guerra e linee di fuga
L’emergenza Covid-19 viene gestita e raccontata dall’alto con il linguaggio della guerra. La prima conseguenza è sottrarre la situazione all’indagine sulle cause. La seconda è un rinnovato protagonismo dello Stato, anche simbolico, per regolamentare e controllare la vita di ogni giorno delle persone comuni, ma prima di tutto per proteggere i signori del profitto. Tuttavia, su larga scala nascono inaspettate vie di fuga, tutte ancora da rafforzare. Azioni collettive come cooperare, curare, creare mondi autonomi diventano antidoti alla solitudine e all’emarginazione. E rigettano l’idea che esista un’unica articolazione, quella dello Stato, per organizzarsi. “Non resta che continuare a lottare – scrive Alice Dal Gobbo -, forti del fatto che alla nichilistica battaglia per la sopravvivenza contrapponiamo la costruzione gioiosa della vita”. Continue reading