Pensare alle prigioni nel momento della pandemia di Coronavirus in Africa

Testo di Marie Morelle, relatrice HDR in Geografia (Università Paris 1 Panthéon Sorbonne, UMR PRODIG, nella delegazione IRD Cameroun presso la Fondazione Paul Ango Ela), Frédéric Le Marcis, professore in antropologia (Ecole normale supérieure, delegato IRD presso il Centro di ricerca e formazione in infettologia della Guinea) e Sylvain Faye, professore in antropologia (Università Cheikh Anta Diop, Sénégal).

da http://libeafrica4.blogs.liberation.fr/2020/04/07/penser-la-prison-lheure-de-la-pandemie-de-coronavirus-en-afrique/

Da alcune settimane, la pandemia di Coronavirus occupa le pagine o le trasmissioni dei media. Continue reading


APPELLO DI ACAD ONLUS SULLA SITUAZIONE DI RIVOLTA NELLE CARCERI ITALIANE

“Con la diffusione del nuovo coronavirus su tutto il territorio nazionale i detenuti chiedono misure alternative al carcere e un’amnistia con violente rivolte in tutto il paese.”
Le ultime 48 ore ad alta tensione su tutto il territorio nazionale hanno visto insorgere rivolte carcerarie in numerosi penitenziari italiani da nord a sud, qui una panoramica quasi completa  con l’aggiunta delle strutture di Prato e Firenze.
A oggi sono 9 i detenuti morti nel carcere di Modena, 2 dichiarati per overdose di metadone, 1 per overdose di benzodiazepine, 1 per infarto, gli altri detenuti sono morti durante il trasferimento ad Alessandria, Verona, Parma e Ascoli, infine altri tre detenuti sono morti in circostanze ancora da accertare durante la rivolta nel carcere di Rieti.
Tali circostanze si verificano sulla scia di una persistente ed endemica “emergenza” che caratterizza il sistema carcerario italiano tale da ritrovarsi costantemente nella carenza di sanità (mancanza di assistenza adeguata per malati e tossicodipendenti), nel sovraffollamento, nella carenza di servizi per bisogni primari. Continue reading


Chi è dentro è dentro

Negli ultimi giorni c’è stato un susseguirsi di dichiarazioni e analisi sulla situazione d’emergenza in cui versano le carceri attualmente dopo che il Covid19 ha iniziato a diffondersi tra i prigionieri, le guardie e il personale che lavora al loro interno. Già questa mole di parole, pronunciate spesso da pezzi grossi delle istituzioni, dà la cifra di quanta preoccupazione aleggi nelle stanze dei governanti, riguardo la possibilità che un’altra ondata di rivolte si scateni dopo quella di alcune settimane fa. Se poi, oltre a svariati magistrati di sorveglianza, sentiamo il Procuratore capo di Trieste, il capo del Csm e addirittura il Presidente della Repubblica  invocare l’amnistia, criticare i provvedimenti del governo perchè troppo blandi nello svuotare le carceri o mostrare una qualche empatia verso le problematiche dei detenuti, il quadro diventa ancora più chiaro. Continue reading


Ribellione dei prigionieri in Iran

In Iran, il numero di persone prigioniere infette da coronavirus è in aumento. Dato che il carcere è uno spazio chiuso, privo di una corretta alimentazione, con mancanza di adeguate strutture sanitarie e mediche e con un’alta densità di popolazione, l’infezione da Coronavirus minaccia la vita di molte persone prigioniere. Nonostante l’emissione di 2 direttive da parte del capo della magistratura che hanno liberato diversi prigionieri, ai prigionieri politici queste possibilità sono negate. Secondo la magistratura, lo status giuridico di queste persone imprigionate è definito come “detenuto”, comprese le persone che sono state arrestate durante le proteste di novembre. Continue reading


SCIOPERO DELLA FAME E ARRIVO DEL CORONAVIRUS ALL’INTERNO DEL CPR DI GRADISCA

Aggiornamento rispetto a quanto riportato sotto: i detenuti sono ora al corrente dell’arrivo del virus all’interno del cmpo; i contagiati oggi (26 marzo) riusultano essere 2.

Il veloce evolversi della situazione all’interno del lager di Gradisca ci riporta a stretto giro a dover riportare quanto succede dentro, essendo stato accertato il primo caso di contagio da Coronavirus nel campo. A confermare la notizia il Prefetto di Gorizia Massimo Marchesiello, lo stesso individuo che qualche settimana fa, in merito alle fughe – alcune fortunatamente andate a buon fine – di alcuni internati nell’ex-caserma Polonio, aveva parlato di “allontanamento volontario” da un semplice centro di “detenzione amministrativa”; lo stesso che da subito si era prodigato a dichiarare che Vakhtang Enukidze fosse morto in seguito ad una rissa fra detenuti. Continue reading


CONTRO LA GUERRA, IL FASCISMO, IL NAZIONALISMO E IL RAZZISMO SOLIDARIETÀ CON RIFUGIATI E IMMIGRATI

Comunicato diffuso dalla Commissione Relazioni Internazionali della Federazione Anarchica Italiana.

Siamo nel bel mezzo di un’enorme crisi umanitaria e di una crisi sociale senza precedenti, dal momento che la diffusione della pandemia globale sta rivelando nel modo più evidente la natura criminale dello Stato e del capitalismo. Da un lato, la gran parte della società si trova ad affrontare nuove e ancora più dure forme di sfruttamento e repressione. Dall’altro lato, lo Stato sta difendendo il suo potere e l’accumulazione di ricchezza nelle mani dei padroni, espandendo lo stato di emergenza e privando la società delle risorse necessarie per far fronte a questo disastro. In questa condizione, migliaia di immigrati e rifugiati sono ammassati in campi di concentramento in condizioni di vita terribili, senza alcun mezzo disponibile per proteggersi dalla pandemia. L’imposizione a queste persone dello stato di eccezione porta al loro sterminio. È un crimine capitalista e di Stato. Continue reading


Il Coronavirus attacca 47 Paesi africani: scoppiano rivolte nelle carceri

La pandemia coronavirus ha raggiunto 47 Paesi africani. Lo ha twittato sabato il capo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’etiope Tedros Adhanom Ghebreyesus. E domenica mattina il Centro per la Prevenzione e il Controllo dell’Unione Africana ha reso noto che i contagiati in Africa sono saliti a 4.282, mentre i morti a 49.

Quasi tutti i Paesi del continente hanno preso misure importanti, talvolta draconiane, per contrastare l’espandersi della pandemia. Continue reading


Italia – Nei centri per il rimpatrio nessuna protezione contro il coronavirus

“Gridavamo libertà, libertà”, dice Ylian, con la voce spezzata dalle lacrime, mentre racconta di aver protestato il 18 marzo dietro alle grate del Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di Ponte Galeria a Roma, chiedendo di essere rilasciata, perché teme per la sua salute insieme a una quarantina di donne, rinchiuse da settimane nel Cpr in una situazione di promiscuità mentre fuori la pandemia avanza. Continue reading


Aggiornamenti sulle prigioni francesi

Da una settimana la Francia ha dichiarato uno stato di “guerra sanitaria” con misure di confino forzato e controlli polizieschi rinforzati in strada – soprattutto nei quartieri dove vive la popolazione non bianca, più precaria e sfruttata, a rinforzare la gestione coloniale già in atto in queste aree urbane. Nei luoghi di reclusione, l’arrivo dell’epidemia da Coronavirus ha determinato l’applicazione di restrizioni ancora più dure. Nelle carceri e nei centri di detenzione per persone migranti i colloqui sono stati interrotti da lunedì scorso (16 marzo). Continue reading


Quelli che… buttiamo via la chiave (Speciale carcere)

Parte 1

Quelli che…

La prima domanda che ci si dovrebbe porre per comprendere i perché delle rivolte di marzo avvenute nelle carceri italiane è se tutto questo sarebbe avvenuto senza la pandemia del coronavirus?

C’era una vecchia canzone di Enzo Jannacci che si intitolava “Quelli che…”, veniva utilizzata in tante occasioni e per diversi contesti. A un certo punto, nella traccia del disco del grande Enzo, si sentiva “Quelli che… sono giovani e stanno in galera e non sanno perché… oh yeh… Quelli che… stanno fuori e lo sanno benissimo… oh yeh”. Noi abbiamo voluto usare lo schema dello scomparso cantautore milanese, riteniamo sia efficace anche per capire le cause della rivolta generalizzata avvenuta dietro alle sbarre qualche giorno prima delle idi di marzo. Continue reading


Contro la paura e il controllo scoppia la rivolta nelle carceri italiane

Per ritornare sulla rivolta in corso nelle carceri italiane

Dopo diverse settimane la gestione d’emergenza dell’epidemia di coronavirus si è estesa a tutta l’Italia, partendo dalla creazione di zone rosse sempre più vaste situate sopratutto nel nord. Qui il governo ha testato poco a poco misure sempre più radicali di restrizione della libertà: interdizione di eventi e manifestazioni pubbliche, di manifestazioni religiose e civili (compresi i funerali), chiusura dei cinema, delle palestre e dei supermercati, coprifuoco per i bar, nessun ricovero negli ospedali pubblici salvo che per i casi urgenti, chiusura delle scuole e delle università. Col pretesto di proteggere meglio la popolazione e impedire il contagio, tutte le forme di socialità sono state limitate o completamente vietate per legge. Continue reading


Overdose di stato

[Ora d’aria. I detenuti parlano fra loro]

[Voce dall’altoparlante] “Attenzione! Attenzione! La partita di calcio non verrà trasmessa”

[Detenuto #1] “In nome del popolo italiano” [segue pernacchia collettiva dei detenuti]

[Secondino #1] “Rientrate tutti nelle celle”

[Detenuto #2] “Non date retta a quello. Ci spetta un’altra mezz’ora”

[I secondini chiudono la porta che collega le celle al cortile. Urla dei detenuti e proteste sempre più veementi di quest’ultimi. I secondini si appostano sulle mura che sovrastano il cortile] Continue reading


Militari davanti alle carceri?

Dicono che la situazione nelle carceri non sia ancora pacificata, che la rabbia espressa qualche giorno fa si annida ancora in molte galere, che c’è un concreto rischio di ulteriori devastazioni, sequestri, incendi, fughe. In pochi giorni i detenuti hanno messo in crisi un pezzo del sistema statale, quello che per tutti dovrebbe essere il più “sicuro”, il più controllato e messo in una situazione tale da prevenire proprio questi fatti successi in molte carceri in Italia. Che lo Stato sia incapace di gestire le carceri è un bene e non un male,ma se fino ad ora le sue negligenze sono state un danno verso i detenuti, in questo caso le sue incapacità burocratiche e logistiche hanno fatto sì che i prigionieri siano riusciti a ribellarsi, unirsi e in alcuni casi a guadagnare la fuga. Continue reading


Due metri di distanza e in carcere otto in una stanza

Nei giorni scorsi, com’era prevedibile, tantissime carceri (27 in tutta Italia) sono esplose di rabbia per le misure adottate dal governo, che non tenevano conto delle condizioni di detenuti e detenute.

Una rabbia che viene da lontano, per le condizioni di vita che i/le detenuti/e sono costretti a vivere da molto tempo, con sovraffollamento sempre in crescita e condizioni igieniche e sanitarie molto precarie. In questo contesto già impossibile, mentre il governo stabiliva che per far fronte all’emergenza sanitaria del nuovo coronavirus fossero vietati gli assembramenti, chiuse le scuole e imposta una distanza di almeno un metro tra le persone, non si teneva conto del fatto che detenuti e detenute sono costretti a stare in celle sovraffollate, ammassati uno sull’altro, e costantemente esposti al rischio di contagio per la presenza del personale che entra ed esce dalle prigioni. Continue reading


La situazione in diversi CRA in Francia all’epoca del coronavirus

Mentre la gestione dell’emergenza dell’epidemia di coronavirus si diffonde in tutta la Francia, con l’imposizione dell’isolamento e i controlli di polizia nelle strade, all’interno dei luoghi di prigionia la violenza e la repressione dello Stato si fanno sempre più dure. E a essere toccate più duramente saranno le persone più vulnerabili: quelle che vivono per strada e/o che non hanno documenti. Continue reading