Chi è dentro è dentro

Negli ultimi giorni c’è stato un susseguirsi di dichiarazioni e analisi sulla situazione d’emergenza in cui versano le carceri attualmente dopo che il Covid19 ha iniziato a diffondersi tra i prigionieri, le guardie e il personale che lavora al loro interno. Già questa mole di parole, pronunciate spesso da pezzi grossi delle istituzioni, dà la cifra di quanta preoccupazione aleggi nelle stanze dei governanti, riguardo la possibilità che un’altra ondata di rivolte si scateni dopo quella di alcune settimane fa. Se poi, oltre a svariati magistrati di sorveglianza, sentiamo il Procuratore capo di Trieste, il capo del Csm e addirittura il Presidente della Repubblica  invocare l’amnistia, criticare i provvedimenti del governo perchè troppo blandi nello svuotare le carceri o mostrare una qualche empatia verso le problematiche dei detenuti, il quadro diventa ancora più chiaro.

Del resto per capire che la situazioe sia peggiorata rispetto alle settimane scorse non serve certo un’analista dei servizi di sicurezza interna: l’epidemia come dicevamo si sta diffondendo e il livello di cotagio con ogni probabilità sarà ben maggiore di quello che trapela all’esterno visto l’interesse delle autorità a mantenere una fitta cappa sull’argomento; le misure adottate dal governo non hanno poi in alcun modo intaccato il sovraffollamento e rischiano anzi di accendere ulteriormente gli animi per l’odore di presa per il culo che emanano a grande distanza.

A parte le concessioni fornite a semiliberi e a chi gode di permessi premio, che rappresentano una porzione molto esigua di chi è recluso, possono andare agli arresti domiciliari solo quei detenuti cui restano da scontare meno di 18 mesi di detenzione – e neanche tutti viste le numerose eccezioni – , quelli che però hanno ancora un residuo pena superiore a 6 mesi possono uscire solo dotati di braccialetto elettronico. Braccialetti elettronici che però non sono assolutamente sufficienti al pur esiguo numero di potenziali beneficiari, come sottolinea anche Fastweb, l’azienda che nel 2017 ha ricevuto l’incarico di produrli e gestirli. Una misura il cui sadismo è amplificato dalla lungaggine di questo gioco dell’oca organizzato dal governo, prima di rischiare di tornare alla casella VIA è necessario infatti fare istanza al magistrato di sorveglianza e attendere la sua risposta con tutto il carico d’ansia e incertezza che questa lunga attesa è inevitabilmente destinata a generare. Per completare il quadro vanno sottolineate poi le numerose eccezioni segnalate nel decreto, accanto a chi ha commesso reati gravi che rientrano nell’art. 4 bis, troviamo chi non ha un domicilio – e data la situazione non può ususfruire delle strutture che in precedenza assolvevano almeno in parte a questo compito -, tutti i prigionieri in attesa di giudizio – che la sospensione dell’attività dei tribunali lascia in questa condizione sine die – e i detenuti ritenuti responsabili delle rivolte – una qualificazione che persino alcuni direttori delle carceri non sanno bene come attribuire visto che sono ancora in cors gli accertamenti a riguardo- .

Nel frattempo, è bene ricordarlo, le visite con i familiari continuano ad essere del tutto bloccate.

Una situazione esplosiva che preoccupa certamente anche il governo. A pesare parecchio nella scelta di non prendere misure che provino in qualche modo a stemperare la tensione ci sono di certo considerazioni di carattere squisitamente elettorale – non cedere terreno e non offrire angoli d’attacco, dal punto di vista sicuritario, all’opposizione -: il carattere forcaiolo di questo governo, del resto, non lo scopriamo certo ora. Ma ancor più forte è la preoccupazione di indebolire il sistema carcerario che è uno dei pilastri su cui si regge la baracca, e assieme a questo scalfire la credibilità statale, che mai quanto ora si regge sulla capacità dello Stato di controllare la popolazione e quindi punire chi contravviene alle leggi. L’unico terreno su cui stanno seriamente ragionando, per far fronte a un’eventuale nuova ondata di rivolte, è dunque quello militare. Le stesse modalità adottate alcune settimane fa, programmate questa volta con una certa meticolosità per non farsi trovare impreparati. In questa direzione vanno le richieste di poter schierare l’esercito o dotare i secondini di taser, in caso di nuovi disordini.

A guidare i passi dei governanti è dunque una logica, in senso tecnico, assassina. Che ha preventivamente messo in conto di poter lasciare sul terreno altri morti tra i detenuti, oltre a quelli già lasciati sul selciato nelle settimane passate. Un dato da tenere bene a mente, anche quando quest’emergenza magari terminerà, specie per coloro che hanno sostenuto e continuano a sostenere a vario titolo l’operato del M5S, su scala nazionale come locale.

 

 

Se le righe di cui sopra si sono soffermate principalmente sulla situazione italiana, rivolte nelle carceri sono esplose un po’ ovunque nel mondo e ci è sembrato quindi utile fornirne una cronologia abbastanza approfondita, anche se probabilmente non completa, con i relativi link in lingua per capire cosa è accaduto precisamente.

Riguardo la situazione italiana vi consigliamo invece questo contributo audio realizzato da Radiocane sulla rivolta di San Vittore.

 

Francia

15\03 carcere di Metz-Queuleu

17\03 carcere di Grasse, Draguignan, Aix-en-provence, Maubeuge, Douai, Perpignan, Nancy, Valence, Saint-Etienne, Angers, Toulon, Maux,Argentan, Nantes, Carcassonne.Aiton, Angers, Douai, Epinal,La Santé, Lille-Sequedin, Montauban et Varennes-le-Grand, Longuenesse, Meaux, Moulins, Limoges, Rennes-Vezin, Saint-Malo, Nice, Fleury-Mérogis.

17/03 – 23/03 elenco carceri e CRA in rivolta in Francia

22\03 carcere di Uzerches

 

Spagna

15\03 carcere di Brians

15\03 carcere di Alcalà de Henares, Fontcalent, Castellon, Albolote

 

Brasile

17\03 carceri di San Polo, Mongaguà, Trememebè, Porto Feliz e Mirandòlis

 

Belgio

16\03 carcere di Nivelle

Perù

19\03 carcere di Piura

 

Cile

19\03 carcere di Santiago

 

Venezuela

18\03 carcere di San Carlos

 

Mauritius

19\03 carcere di Beau-Bassin

 

Sri Lanka

21\03 carcere di Anuradhapura

 

Uganda

22\03 carcere di Arua

 

India

21\03 Calcutta prigione di Dum Dum

 

Colombia

22\03 carceri di Ibague, Jamundi, Combita, Medellin, Bogotà

 

Samoa

23\03 carcere di Tanumalala

 

USA

24/03 carcere di Washington

 

Iran

16\03 carcere di Parsylon Khorramad
20\03 carcere di Aligoodarz

21/03 carcere di Khorramabad

 

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