Carceri in rivolta

Riceviamo e pubblichiamo

Dalla sera di domenica 8 marzo i media iniziano a riportare le notizie delle rivolte nelle carceri. Compagni e compagne in tutt’Italia si attivano immediatamente per capire cosa sta succedendo.

Da subito sembrano chiari i motivi delle rivolte diffuse.

La tensione che già aleggiava per la paura del contagio da COVID-19 era molta soprattutto data la mancanza di misure igieniche e sanitarie che vige in tutte la carceri da sempre. Ma la notizia di sospendere colloqui fisici con i familiari e chiunque ne abbia diritto e la sospensione di ogni attività che prevede l’ingresso e l’uscita di educatori ed operatori, a differenza delle guardie che invece continuano ad entrare e uscire, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Qui di seguito troverete una cronologia dei fatti che abbiamo ricavato sia da informazioni dirette di parenti e compagne/i vicini ai/alle detenute/i sia attraverso i canali del potere.

7 marzo

SALERNO 200 detenuti hanno devastato il primo piano della struttura carceraria, arrivando perfino ad aprirsi una via verso l’esterno, le inferriate dei finestroni della casa circondariale sono state letteralmente divelte dai detenuti, che sono riusciti addirittura a salire sui tetti. In serata la situazione è tornata alla “normalità”.

NAPOLI POGGIOREALE I detenuti del padiglione Livorno si rifiutano di rientrare in cella.

8 marzo

MODENA Al Sant’Anna di Modena appena inizia la protesta la direttrice toglie l’ acqua ai detenuti da qui inizia la totale distruzione di tutte le sezioni del carcere tanto che lunedì 9 in mattinata viene annunciata l’inagibilità dell’istituto. Accorrono numerose forze dell’ordine per sedare la rivolta. Dodici detenuti morti. I mass media confermano 9 morti per overdose da farmaci benzodiazepine, metadone e oppiacei e 3 morti subito dopo il trasferimento. In pochissimo tempo dallo scoppio della rivolta si forma un presidio di parenti e solidali che chiedono libertà per tutti i prigionieri. Forze dell’ordine caricano il presidio. Tutti i detenuti sono stati trasferiti e smistati in tutte le carceri del territorio nazionale.

MILANO Ad Opera messe a fuoco delle aree del carcere. Presidio di solidali e parenti all’esterno che sono stati caricati dalla polizia. In serata dall’esterno si vede che le luci vengono spente. Notizie trapelanti dall’interno informano che da quel momento le guardie entrano nelle celle e sedano violentemente la rivolta. Alcuni vengono lasciati senza maglie, mutande, cibo e acqua per varie ore. A San Vittore i detenuti salgono sul tetto, devastano celle ed interi reparti. In seguito la procura di Milano aprirà un’inchiesta a carico di ignoti per devastazione, saccheggio e resistenza.

PAVIA Incendi da varie parti del carcere alcuni detenuti aprono le celle. Presi in ostaggio due agenti che verranno poi rilasciati. All’esterno presidio di protesta dei parenti che gridano “AMNISTIA”.

PADOVA Rivolta scoppiata al quarto piano del Due Palazzi. Bruciati suppellettili della zona comune e materassi. Distrutte molte aree.

ALESSANDRIA Al San Michele una sezione distrutta e inagibile e una danneggiata da numerosi incendi. Muore un detenuto trasferito da Modena a seguito del trasferimento i giornali locali dichiarano morte per overdose a causa del saccheggio dell’infermeria del Sant’Anna.

VERCELLI Si hanno notizie di battiture e proteste.

CREMONA Un centinaio di detenuti hanno dato fuoco a varie suppellettili agitando tre sezioni. Situazione placata in serata con danni alla struttura ed un agente ferito.

BARI In tarda serata si sentono battiture e lancio di oggetti anche infuocati dalle celle. Presidio di parenti fuori dall’ingresso.

MADONNA DEL FREDDO (CH) Dopo una breve proteste i detenuti hanno inviato una lettera alla direzione in cui chiedono immediatamente: misure alternative agli spettanti per legge; chiusura sintesi comportamentale; fornitura di mezzi adeguati alla comunicazione coi familiari alternativa ai colloqui soppressi; fornitura di acqua potabile; chiusura di tutti gli agenti e addetti ai lavori per tutta la durata della chiusura dei colloqui, in subordine accesso ai familiari alle stesse condizioni degli agenti penitenziari (con mascherine e controlli medici); autocertificazione per le chiamate per i detenuti senza contratto telefonico; no ritorsioni per i lavoranti partecipanti allo sciopero e protestanti leaders. Fino a quando le richieste non saranno esaudite i prigionieri si asterranno da tutte le attività del carcere con battitura giornaliera dalle 20.00 alle 21.00. Non si hanno ulteriori notizie.

FROSINONE Un centinaio di detenuti sono usciti dalle sezioni raggiungendo l’area passeggi e salendo sulle mura. occupato un padiglione dopo il divieto di colloqui con i familiari barricati dentro con un elenco di proteste. Alla fine mezzo carcere devastato e 95 detenuti trasferiti.

PALERMO PAGLIARELLI I detenuti hanno cominciato a battere posate e tazze sulle sbarre, e poi avrebbero appiccato il fuoco all’interno di alcune celle. Nel frattempo i loro parenti si sono ritrovati in strada, bloccando il traffico e manifestando davanti ai cancelli

PESCARA Si leggono notizie di battiture fino alle 23

TERAMO Nel carcere di Castrogno già da venerdì alcuni detenuti si rifiutano di rientrare nelle celle, si ripeterà anche oggi con battiture. Nel reparto di detenzione femminile sono stati dati alle fiamme alcuni cartoni e un materasso

BRINDISI La protesta è iniziata intorno alle ore 23 con degli incendi appiccati all’interno delle celle, accompagnati dalle urla dei detenuti e di un gruppo di familiari che si è radunato nelle vie limitrofe.

NAPOLI POGGIOREALE I prigionieri sono saliti sul tetto di passeggio urlando per protestare contro il provvedimento del Governo di bloccare i colloqui in carcere dei familiari dei detenuti. Incendiati anche materassi e danneggiate suppellettili. All’esterno del penitenziario napoletano si sono assembrate centinaia di persone, molte delle quali parenti dei detenuti. Indulto, amnistia o arresti domiciliari ciò che hanno chiesto per i loro familiari reclusi, bloccando anche il passaggio dei tram. La protesta è rientrata nel tardo pomeriggio.

CALTANISSETTA Si hanno notizie di battiture

TARANTO Spaccato i blindati, rotto tavoli e sgabelli, sezioni impraticabili. Battiture sul blindo anche in isolamento. 13 celle distrutte.

9 Marzo

ROMA A Rebibbia, Regina Coeli e Velletri appiccati roghi in diversi bracci dal primo pomeriggio. Rivolte sedata nel tardo pomeriggio con l’intervento di forze dell’ordine e vigili del fuoco. Scontri tra polizia e detenuti. All’esterno presidio di solidarietà e blocchi stradali da parte di parenti e compagni/e.

BOLOGNA Nell’istituto la Dozza 400 detenuti delle sezioni giudiziarie partecipano alla sommossa devastando un padiglione che ne ospitava 600 impedendo così la ripresa della vita quotidiana carceraria. Nella notte bruciati materassi e due auto della penitenziaria. Diffusi video all’esterno. Nonostante la trattativa del 10 marzo con direttrice e capo delle guardie la rivolta rientra solo il 12 marzo. Si contano due morti e 22 feriti.

FERRARA e UDINE Si sono verificate poche ore di protesta tramite battiture e alcune suppellettili bruciate, placata dopo mediazione.

PRATO Fuoco in alcune celle nel settore di media sicurezza. Nessuna informazione sull’andamento delle trattative.

MARASSI, IMPERIA e SANREMO Si hanno notizie di battiture durante la giornata.

LA SPEZIA VILLA ANDREINO 5 detenuti si arrampicano sul muro di cinta, urla di protesta si sentono da fuori. Disordini sedati con la promessa da parte della direzione di non punire i reclusi coinvolti.

ISERNIA I detenuti sono usciti dalle celle incendiando materassi e suppellettili. Presenza di fumo dalle sezioni, detenuti fuori dalle celle e alcuni sui cornicioni. Dopo una mediazione con il procuratore la rivolta è rientrata l’11 marzo.

MELFI (PZ) Detenuti del circuito AS3 sequestrano nove ostaggi (5 agenti e 4 operatori sanitari) liberati dopo 10 ore di protesta durante le quali sono stati danneggiati alcuni locali della sezione.

TRANI Una nube di fumo circonda l’intero edificio e secondo una prima ipotesi sembrerebbe che alcuni detenuti abbiano appiccato un incendio, alcuni detenuti salgono sul tetto e alcuni parenti si sono radunati fuori ma tenuti lontani. Alle 18 la protesta pare sedata.

TORINO Alcuni prigionieri di quattro sezioni si barricano all’interno del blocco B ostruendo il passaggio alle guardie posizionando dei letti di traverso. Presidio di solidali e familiari all’esterno. Non ci sono ulteriori notizie.

ARIANO IRPINO (AV) Battiture e lancio di oggetti dalle finestre.

SANTA MARIA CAPUA VETERE (CE) 15 detenuti del reparto Tevere barricati su tetti e corridoi. Assenza di acqua potabile da 20 anni. I detenuti del reparto alta sicurezza del reparto Tamigi, una cinquantina, si sono barricati all’interno della sezione devastando qualche suppellettile. La protesta è rientrata alle 19.

SIRACUSA CAVADONNA Lunedì notte 70 detenuti bruciano lenzuola e sfondano i cancelli interni con le brande. Distrutto impianto di videosorveglianza e danneggiata una cucina.

RIETI Fiamme sul tetto. Dopo una giornata di proteste a cui hanno partecipato 50 reclusi che sono riusciti a salire sui tetti di alcuni bracci esponendo lenzuola come striscioni al grido di “libertà” ma protestando anche contro le norme sui colloqui. La rivolta si è placata in serata con un bilancio di 4 morti e 6 feriti (di cui uno in coma tutt’ora). Il tentativo del giorno successivo viene immediatamente sedato e sono predisposti trasferimenti in altri penitenziari.

SOLLICCIANO (FI) Battiture, fuochi e grida di protesta in seguito all’incontro fra direttore e consiglio dei detenuti. Giovedì 12 aggredita una guardia.

PISA Nel penitenziario Don Bosco e di Volterra brevi rivolte con incendi di suppellettili e materassi.

PALERMO UCCIARDONE Alcuni detenuti per protesta hanno tentato di abbattere la recinzione dell’istituto di pena per cercare di fuggire. Il tentativo è stato bloccato dalla polizia penitenziaria. I detenuti hanno ripreso a protestare questa sera. Hanno iniziato a sbattere le tazze di metallo contro le sbarre delle celle e urlare,

PALERMO PAGLIARELLI Di nuovo proteste dei familiari fuori dai cancelli con blocco del traffico.

MATERA Una decina di detenuti si rifiuta di rientrare nelle celle protestando contro le restrizioni ai colloqui con i visitatori e contro lo stop ai permessi imposti per l’emergenza Coronavirus. Un detenuto è anche salito sul tetto.

FOGGIA Alcuni detenuti hanno cominciato la rivolta appiccando il fuoco a lenzuola e materassi e danneggiando suppellettili all’interno delle celle, nel frattempo, un numero consistente di altri detenuti, circa 200, in quel momento presenti nei cortili di passeggio hanno imboccato il corridoio verso l’uscita dei reparti. Durante il percorso hanno forzato i cancelli tra le sezioni favorendo l’uscita di altri detenuti. Arrivati al cancello interno della porta carraia l’hanno scardinato e se ne sono usciti in 72. Ad oggi sono rimasti latitanti in quattro. Durante la rivolta, è stato appiccato anche un incendio davanti all’ingresso.

TERMINI IMERESE Una ventina di detenuti si sono appropriati di una sezione e si sono barricati dentro. Poi tutto è rientrato.

BARI Secondo giorno di protesta con battiture, grida da dentro le celle e presidio di familiari all’esterno, con diffusione di musica napoletana.

NAPOLI SECONDIGLIANO Protesta dei familiari all’esterno del carcere con striscioni e blocco del traffico.

ENNA Rifiuto di rientrare in cella e battiture

MESSINA Presidio dei familiari fuori dal carcere.

10 marzo

VENEZIA nel penitenziario di Santa Maria Maggiore danni alla struttura con qualche incendio e battiture.

TRIESTE battiture e urla di proteste.

MASSAMA (OR) 50 detenuti della massima sicurezza rifiutano di rientrare in cella dopo l’ora d’aria, ma in poco tempo le guardie hanno la meglio.

CAMPOBASSO I detenuti hanno appiccato degli incendi e si sono posizionati sui muri perimetrali della casa circondariale e di reclusione. Pare protestino anche contro l ‘arrivo di detenuti trasferiti da Modena.

LARINO I detenuti si sono rifiutati per un giorno intero di rientrare nelle proprie celle. Hanno anche preparato un documento in cui oltre ai colloqui skype chiedono al magistrato di sorveglianza misure alternative al carcere, in particolare la detenzione domiciliare.

TRAPANI Una quarantina di detenuti sono saliti sul tetto della struttura dando alle fiamme vari materiali, fra cui indumenti. Il fumo nero è visibile da lontano. Da dentro le celle si sente battere sulle sbarre. La polizia penitenziaria è riuscita solo alle 21,30 a far rientrare nelle celle tutti i detenuti che avevano partecipato alla protesta. Un reparto quello denominato “mediterraneo” distrutto completamente e i tubi dell’acqua e l’impianto dell’elettricità completamente fuori uso. Notizia del 15/3: trasferiti in altri istituti penitenziari i detenuti che hanno devastato la sezione Mediterraneo delle carceri di Trapani.

PALERMO PAGLIARELLI Un gruppo di detenuti è riuscito a bloccare una guardia e a rubargli un mazzo di chiavi, poi hanno occupato un intero piano del carcere per dare vita a un nuovo giorno di protesta.

11 Marzo

TARANTO Protesta dei familiari davanti all’ingresso del carcere

12 Marzo

CATANIA Protesta poco prima di mezzanotte nel carcere di piazza Lanza a Catania: un centinaio di detenuti hanno urlato, fatto rumore e appiccato il fuoco a lenzuola. è durata alcune ore ed è rientrata dopo una ‘mediazione’ con la direzione ed il capo della polizia penitenziaria dell’istituto

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