Alcune lotte per la casa a Napoli
9 settembre 2020
In questo momento decine di persone in emergenza abitativa stanno mettendo in atto una protesta nel comitato elettorale del Governatore De Luca in via Generale Orsini dopo aver chiesto invano un incontro alla giunta regionale (nella figura del vicegovernatore Bonavitacola) e al direttore dell’Asl Napoli 1 nelle settimane scorse. Sono state infatti messe sotto sgombero in piena pandemia da una proprietà dell’Asl dove queste famiglie e persone in emergenza abitativa vivono da sei anni dopo che la struttura era lasciata vuota da oltre vent’anni.
I dimostranti chiedono un incontro alla giunta regionale per mediare questa situazione e costruire una soluzione. Ricordiamo che il decreto rilancio ha bloccato tutti gli sfratti almeno fino a dicembre 2020. E anche se tecnicamente e’ una cosa diversa, sfratti e sgomberi, le ragioni sanitarie e so iali sonke stesse. Denunciano che i temi del diritto alla casa sono assenti da questa campagna elettorale e la stessa giunta regionale ha bloccato in agosto le necessarie integrazioni al regolamento sulle case popolari approvato nell’ottobre 2019 che ha molto centralizzato sul piano regionale il processo di nuova assegnazione delle case popolari che però è praticamente fermo.
Campagna per il diritto alla casa
FONTE: https://www.facebook.com/MagnammeceOPesone/
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Asl Napoli 1, cinquanta sfrattati occupano la direzione
27 agosto 2020
Una cinquantina di persone ha occupato la direzione amministrativa dell’Asl Napoli 1 centro, a seguito di una richiesta di sgombero esecutivo nei confronti di alcune famiglie che vivono dal 2014 in una struttura occupata di proprietà dell’Asl in salita San Raffaele, nel quartiere di Materdei.
“Le famiglie vivono da sei anni nella struttura – spiega il comitato Magnammece o pesone – è frutto di una donazione vincolata all’uso sociale ma che era vuota e abbandonata da vent’anni, oggetto di sprechi speculativi. Ora, in piena emergenza Covid, arriva la richiesta di sgombero esecutivo per fine settembre”.
“Quando le famiglie in emergenza abitativa trovarono un tetto – dicono – hanno in realtà prodotto un considerevole risparmio di danaro pubblico, dal momento che l’Asl da quattordici anni continuava a spendere circa diecimila euro al mese di vigilanza privata per far la guardia a un bidone vuoto, incompleto per metà, totalmente inutilizzato. Una macchina per sprechi e clientele. Ora, in piena pandemia, la pressione per lo sgombero attraverso un sequestro giudiziario e da due mesi agli abitanti non sanno dove andare”.
Il movimento per il diritto all’abitare sostiene che da circa un mese si attende un incontro con i vertici dell’Asl. “Non ce ne andremo – asseriscono – prima di aver incontrato il direttore generale Ciro Verdoliva”.