L’articolo 7 del Decreto “Io sto a casa” costringe TUTTI gli operatori sanitari che sono venuti a contatto diretto con soggetti sicuramente positivi al Coronavirus a continuare a lavorare, in alternativa alla quarantena prevista per tutti gli altri cittadini nella stessa condizione.
In questo modo rischiamo di divenire bombe infettive gettate sui pazienti e sugli altri operatori.
Gli operatori sanitari, a tutt’oggi, a più di due settimane dall’inizio dell’emergenza continuano, in molte parti d’Italia, a lavorare senza mascherine e altri dispositivi di protezione individuale divenendo così bombe infettive gettate addosso a pazienti, colleghi e familiari.
ALTRO CHE IRRESPONSABILI PASSEGGIATINE NEI PARCHI!
SI CRIMINALIZZANO IRRILEVANTI COMPORTAMENTI INDIVIDUALI PER COPRIRE ALTRUI RESPONSABILITÀ!
Chiediamo:
- IMMEDIATA FORNITURA DI OGNI DISPOSITIVO DI PROTEZIONE INDIVIDUALE A TUTTI GLI OPERATORI DELLA SANITA’ COME A TUTTI GLI ALTRI LAVORATORI
- IMMEDIATO RIPRISTINO DELLA QUARANTENA CON RELATIVA RETRIBUZIONE AL 100% PER TUTTI GLI OPERATORI SANITARI CHE NON SIANO DIRETTAMENTE ADDETTI AI REPARTICOVID 19
- PREVISIONE DI UN TEMPO MASSIMO ENTRO CUI OGNI OPERATORE SANITARIO DIRETTAMENTE ADDETTO A REPARTI COVID 19 ACQUISISCA IL DIRITTO ESIGIBILE DI ESSERE SOSTITUITO (E DUNQUE REALIZZARE IMMEDIATAMENTE IL NECESSARIO REPERIMENTO DI PERSONALE CHE PER ALTRO C’E’)
USI CIT
FONTE: https://usi-cit.org/23-marzo-2020-comunicato-segreteria-nazionale-usi-cit/