COVID-19: LA STRAGE SILENZIOSA NELLE RESIDENZE PER ANZIANI LOMBARDE

Situazione a dire poco complicata per quanto riguarda le case di riposo lombarde. Proprio oggi, martedì 7 aprile, il Ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia si è rivolto alla Lombardia, regione più colpita, per chiedere di attivare le agenzie di tutela della salute e capire quali case di riposo siano in difficoltà e di quale tipo di aiuto abbiano bisogno. Tanto che si parla di medici e professionisti dedicati da poter inviare e legati a un bando sulla ricerca di medici e infermieri, al quale potrebbe aggiungersi un altro bando per individuare altre figure.

Nel frattempo il consigliere regionale del Pd Gianantonio Girelli ha chiesto di coinvolgere anche il prefetto – per quanto riguarda Brescia – per dare aiuti e capire se i tamponi e test sierologici vengano effettuati sugli ospiti e sul personale. Lo ha detto durate la conferenza stampa che si è tenuta questa mattina al Pirellone aggiungendo “Le troppe vittime nelle RSA, che purtroppo sono in vertiginoso aumento, sono una colpa gravissima. Sono l’epilogo tragico di un visione miope e contro ogni logica. Regione Lombardia doveva vietare in modo categorico e assoluto la possibilità di inviare gli infetti, anche se lievi, in strutture dedicate alla cura di anziani e persone fragili”.

“Nell’emergenza Covid19 è mancata, da parte della Giunta regionale, la capacità di affrontare il contagio sul territorio. Nella rincorsa mediatica alla rivendicazione dell’eccellenza del sistema sanitario lombardo, non si è dato ascolto non dico all’opposizione, ma nemmeno agli esperti – rimarca il consigliere regionale Gianni Girelli – Da più parti infatti si erano sollevate le preoccupazioni sulla tenuta delle RSA e delle RST. Gli anziani e i più fragili non sono stati protetti perché non si sono impediti i contatti con l’esterno e perché non sono stati messi in sicurezza gli operatori sanitari e il personale che lavora in quelle strutture. Oggi paghiamo un conto salatissimo in termini di vite umane. Mi aspetto da ora in poi non difese arroganti o la sottovalutazione del numero di quei decessi. Da ora serve correre ai ripari: quelle strutture devono essere monitorate e supportate anche logisticamente. Serve un invio importante di dispositivi di protezione per medici e paramedici, oltre alla distribuzione di tutti i farmaci necessari per la cura delle patologie”.

Gianni Girelli capo delegazione PD in Commissione Sanità del Consiglio regionale della Lombardia Ascolta o scarica

Ma nel frattempo, come detto, nelle case di riposo bresciane si continua a morire o a infettarsi. Dopo i casi di Barbariga e Coccaglio che hanno visto decine di vittime in quella di Verolanuova i deceduti sono saliti a 33 – altri trenta anche tra Chiari e Villanuova sul Clisi – e proprio alla Gambara Tavelli del paese è anche emerso che tra i 120 anziani ospiti ci sono 21 positivi, di cui sette asintomatrici. Lo ha confermato l’esame sierologico che ha portato a isolare i 21 ospiti. Altra situazione drammatica arriva dalla Bandera-Vezzoli di Urago d’Oglio dove si segnalano nove decessi su 31 posti letto. E in più, quattro operatori si sono ammalati per una situazione che fa dire ai vertici di essere stati abbandonati. A Botticino è aumentato a nove il numero delle suore operaie decedute legate alla Santa Casa di Nazareth e alla Casa Madre ispirate a Sant’Arcangelo Tadini. Una situazione ancora più tragica arriva dalla casa di riposo Villa Padovani di Quinzano dove sono 33 gli ospiti deceduti a fronte degli 80 presenti nella struttura. Situazione simile anche alla casa di riposo Pietro Cadeo di Chiari dove in un mese sono morti 30 ospiti sui 150 totali. Impossibile stabilire se sia stato il Covid, visto che a nessuno è stato svolto il tampone, ma la sensazione resta quella del contagio.

Un’altra casa di riposo che piange il dramma del virus è quella di Seniga, anche se qui è deceduto il direttore amministrativo Bruno Marini a 71 anni. Nato e residente a Bagnolo Mella, per diversi anni aveva lavorato nella casa di riposo del paese e ultimamente era stato ricoverato all’ospedale di Manerbio dopo essere risultato positivo al Covid. Anche la casa di riposo “Arici Sega” di via Fiorentini a Brescia si aggiunge a quelle colpite dal virus. Qui si segnalano i primi due casi positivi.

Nello scenario delle case di riposo e altre strutture presenti in provincia di Brescia in questi tempi di emergenza da coronavirus, emerge anche il caso della cooperativa sociale Nikolajewka a Mompiano, alle porte di Brescia città. Tanto che all’interno dell’edificio, come fanno sapere dalla direzione, ci sono 23 ospiti che lamentano febbre e mal di gola e quindi sono stati isolati in una sorta di area “rossa”. Si tratta, appunto, di soggetti che hanno sintomi, ma che per le iniziali regole della Regione Lombardia non sono mai stati sottoposti al tampone. A questi bisogna però aggiungere anche cinque deceduti, di cui tre ospiti della struttura residenziale e due del centro diurno. Senza dimenticare che il personale è ridotto all’osso, visto che diciotto operatori con sintomi sono isolati ai loro domicili e monitorati dai medici.

FONTE: https://www.radiondadurto.org/2020/04/07/covid-19-la-strage-silenziosa-nelle-residenze-per-anziani-lombarde/


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