25 aprile 2020. La giornata di oggi “non è seplicemente il ricordo di una disobbedienza contro un governo dittatoriale ma anche di un’obbedienza a valori importanti che rendono l’uomo ancora più umano”, dice Alessandro Orsetti in un videomessaggio diffuso da Vag61 per il corteo virtuale di Bologna. Da Orsetti anche un appello per Eddi: “Stiamo al suo fianco”.
“Oggi 25 aprile, festa della Liberazione, voglio ricordare l’esperienza di mio figlio Lorenzo Orsetti, Orso Tekošer, che è stato un anno e mezzo in Rojava, nella Siria del nord est, ed è morto il 18 marzo 2019 a Al-Baghuz combattendo contro l’Isis”. Comincia così un videomessaggio del papà di Orso, Alessandro Orsetti, diffuso dal centro sociale Vag61 di Bologna in occasione dell’anniversario della Liberazione dal nazifascismo. Si tratta di una delle tappe del corteo virtuale che diverse realtà antifasciste bolognesi, non potendo riempire le strade come negli anni scorsi a causa dell’epidemia di coronavirus, hanno organizzato “per festeggiare la memoria di una lotta di liberazione che non si è mai fermata e per rivendicare le battaglie di oggi per la libertà, l’eguaglianza e la giustizia sociale”. Sempre a causa del Covid-19, lo scorso febbraio è stata rinviata l’iniziativa “Orso partigiano tra i partigiani, Orso torna in Cirenaica!”, che Vag61 aveva promosso dopo la rimozione (da parte del Comune) di una targa affissa qualche mese prima in un giardino della Cirenaica per intitolare dal basso quell’area verde a Orso. Così oggi “oggi, 25 aprile giornata della Liberazione, vogliamo esprimere tutto il nostro sostegno al popolo curdo e alla rivoluzione del confederalismo democratico, femminista ed ecologista nella Siria del nord e dell’est, come abbiamo fatto nei mesi scorsi insieme a tante realtà della rete cittadina Riseup4Rojava. Vogliamo portare con noi il ricordo di Lorenzo ‘Orso’ Orsetti e pubblichiamo un contributo video che ci ha inviato Alessandro Orsetti, papà di Lorenzo, ringraziandolo di cuore per le sue parole. E ribadendo una promessa: Orso tornerà in Cirenaica!”.
Dal video del padre di Orso: “Lorenzo si definiva un partigiano, un internazionalista e un antifascista oltre che anarchico. Il suo essere partigiano voleva dire sapere esattamente da che parte stare e lui aveva scelto di stare dalla parte di un popolo schiacciato, umile, oppresso e senza terra. Internazionalista perchè pensava che i confini non sono una cosa importante, quanto è importante la vicinanza a chi sta male, chi soffre e ha bisogno e pensava che lì ci fosse tanto da fare. Antifascista perchè combattere contro l’Isis è combattere contro il fascismo, contro la dittatura, contro l’egoismo, il nero. Invece combatteva a favore di valori che sono estremamente importanti: la democrazia dal basso, la vicinanza tra le persone, la parità di genere, l’economia condivisa, l’ecologia sociale. Tutti valori che sono estremamente importanti e per questi valori i nostri partigiani hanno dato la loro vita nel ’44-’45 sulle montagne e tante persone poi in questi ultimi hanno dato la loro vita in tante guerre e in tanti momenti in cui c’è stato bisogno di loro”. Il 25 aprile “non è seplicemente il ricordo di una disobbedienza contro un governo dittatoriale, è anche il ricordo di un’obbedienza a dei valori importanti che sono dentro l’uomo e lo rendono ancora più umano”, dice ancora , dice ancora Alessandro Orsetti: “Riscoprire questi valori e dedicare ad essi la propria vita è quello che ha fatto Lorenzo ed è quello che hanno fatto i partigiani, quindi l’invito è a riscoprirli anche noi nella nostra vita”.
E anche ora “che stiamo affrontando una lotta contro il coronavirus ci sono tante occasioni in cui possiamo veramente mettere in atto questi valori, l’egoismo e l’individualismo sono in agguato in ogni momento. E come diceva Lorenzo, solo sconfoggendo l’egoismo e l’individualismo possiamo veramente fare la differenza”, afferma il papà di Orso. “La sua esperienza va ricordata come va ricordata l’esperienza di tanti altri ragazzi che hanno dato la vita e sono andati a combattere da tutto il mondo a fianco del popolo curdo. C’è anche qualcuno che è tornato e che la nostra magistratura ha messo sotto inchiesta, come Eddy, Jacopo, Davide, Paolo e altri”. A Eddi in particolare è stata inflitta la sorveglianza speciale per due anni e questo è l’appello di Alessandro Orsetti: “Affianchiamoci a lei e non lasciamola sola in questa situazione”.
Il video con il messaggio completo di Alessandro Orsetti:
https://youtu.be/QFT8is_R0y4