1 aprile 2020. Com’è noto, con un voto del parlamento, il premier ungherese Viktor Orbán ha ottenuto “pieni poteri” chiesti, formalmente, per gestire l’emergenza coronavirus.
In buona sostanza, tutti i poteri dello stato sono ora accentrati nelle sue mani, con l’avallo della maggioranza parlamentare, tutta del suo partito nazionalista.
Con il passare dei giorni, però, la questione coronavirus si rivela sempre più un alibi che il premier ha deciso di usare per intervenire in altri ambiti che niente hanno a che vedere con la pandemia.
La “Legge insalata” di Orbán
E’ di ieri, ad esempio, la proposta di legge T/9934 ribattezzata dalla stampa indipendente “Salátatörvény” (letteralmente “legge insalata”). Tra le cose “curiose” che la legge prevede c’è che il primo ministro decide a chi dare fondi per le celebrazioni del 30esimo anniversario dell’indipendenza che di celebra il prossimo anno. In questo senso, a Mária Schmidt, direttrice della Casa del Terrore e fedelissima di Orbán, andranno la maggior parte dei fondi stanziati. Ancora, il governo può liberamente decidere quali zone urbane e rurali possono essere interessate da grandi opere come parcheggi, hotel, palazzi. Tra queste rientra anche l’area protetta del parco di Városliget, il primo parco pubblico del mondo con un’estensione di 100 ettari.
Ma non è tutto.
Contro le persone trans
Nel “minestrone” della legge c’è anche una proposta che riguarda le persone trans. Il cambio di nome per loro non sarà più possibile. La legge, infatti, introduce il “sesso di nascita”. L’unica caratteristica che definisce il genere delle persone è “il genere basato sui caratteri sessuali primari e sui cromosomi”. E’ esclusa, quindi, anche la possibilità di scegliere e registrare all’anagrafe un altro nome anche dopo un eventuale terapia ormonale e/o intervento per la riassegnazione.
Quando la proposta di Orbán sarà approvata (difficile sperare che questo non accada dato che il suo partito, Fidesz ha la maggioranza di 2/3 del parlamento), il dato F (férfi – uomo) o N (Nő – donna) non potrà essere modificato in alcun modo.
Alcune proposte contenute nella legge sono state modificate perché avevano provocato le proteste di molti sindaci a cui venivano tolti alcuni poteri. Ma quella che riguarda le persone trans difficilmente subirà modifiche perché non ci sono gruppi di pressione a cui Orbán è sensibile e a cui potrebbe dare ascolto.
FONTE: https://www.gaypost.it/coronavirus-orban-pieni-potere-trans/amp
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Ungheria, le persone trans nel tritacarne di Orban: invisibilizzate nella maxi “legge insalata”
2 aprile 2020
All’indomani del conferimento dei pieni poteri da parte del Parlamento monocamerale ungherese al primo ministro Viktor Orbán per affrontare l’emergenza Covid-19, il vice-premier Zsolt Semjén ha presentato, il 31 marzo, una proposta normativa (T/9934) che la stampa indipendente ungherese, a partire dall’autorevole settimanale Heti Világgazdaság (Hvg), ha definito “legge insalata” (salátatörvény).
Il testo, che dovrà comunque essere approvato dall’Assemblea nazionale (ma l’esito è scontato dal momento che Fidesz, il partito di Orbán, ha 116 seggi sui 199 complessivi, cui si devono aggiungere i 17 di Kndp in coalizione di maggioranza), prevede diverse misure per accentrare ulteriormente i poteri nelle mani del primo ministro e del suo schieramento politico.
La legge, fra l’altro, permetterà a Orbán di stanziare a suo piacimento i fondi per i festeggiamenti per il 30° anno di indipendenza nel 2021 e favorirà grossi investimenti immobiliari anche in zone protette. Aspetto, quest’ultimo, particolarmente criticato da opposizioni e stampa non filo-governativa, perché István Tiborcz, genero di Orbán (ne ha sposato la figlia Ráhel) e 32° persona più ricca d’Ungheria, è il fondatore di Bdpst Group, che si occupa di investimenti e costruzioni.
Il gruppo, come già in passato la Elios sempre di sua proprietà, ha continuamente vinto quasi tutti i bandi per le opere pubbliche. La legge insalata gli permetterà dunque di costruire ovunque, anche in aree protette, in quanto la norma sovrascrive le ordinanze.
Ma uno degli aspetti più delicati, come messo in luce dall’attivista spezzino Andrea Giuliano (profondo conoscitore della realtà ungherese), riguarda le persone trans, cui sarà vietata la rettifica dei dati anagrafici. Verrà infatti introdotto nel quadro normativo ungherese il dato del “sesso di nascita”, che definisce permanentemente il genere di una persona «sulla base dei caratteri sessuali primari e sui cromosomi».
Ciò significa che il dato anagrafico, registrato alla nascita, F (férfi per uomo) o N (Nő per donna), sarà immodificabile al pari del nome assegnato, per cui resterà proscritto quello d’elezione anche in caso di intervento di riassegnazione chirurgica del sesso o terapia ormonale.
È scomparso invece dal testo di legge l’articolo sulla riduzione del potere decisionale dei sindaci in situazioni di emergenza, esattamente come in quella attuale da Covid-19. La protesta massiccia di numerosi primi cittadini, sollevata il 1° aprile, ha infatti spinto l’esecutivo Orbán a fare prontamente marcia indietro.
FONTE: http://www.gaynews.it/2020/04/02/ungheria-persone-trans-viktor-orban-invisibilizzate-legge-insalata/